lunedì 28 giugno 2004

L'errore, l'inghippo...caro giuncomormorante  io non ho risposte. Ma prego i signori che ogni tanto passano da queste parti di andare di corsa da Menelao , perchè urge  una giustificazione MASCHILE accettabile. (guardate che poi corro a controllare :-)) Eccolo qui, il suo disperato appello:


“Mi chiedo perché gli uomini non frequentino il mio blog.


E me lo chiedono talvolta alcune amiche “virtuali”...


Forse capita alla maggior parte dei blog “maschili”. Almeno, così mi pare.


 


Mi riferisco – ovviamente – ai blog di tipo personale, non a quelli dedicati a temi sociali, politici o roba del genere.


 


 


Io devo dire che provo ogni tanto a lasciare messaggi in blog scritti da uomini, ma solo assai di rado mi vengono a fare visita e comunque scompaiono subito.


 


Al contrario, ho notato che gli uomini scrivono quasi esclusivamente su blog femminili.


 


Mentre le donne – pur frequentando molto i “diari virtuali” degli uomini, come il mio – sono molto presenti anche in quelli delle donne: si confidano, commentano, interloquiscono.


 


Perché?


 


Credo che le donne siano più abituate degli uomini a confidarsi tra loro. E che siano più spontanee nel farlo. Sia nella vita reale che in quella virtuale.


 


Noi maschietti siamo invece più chiusi tra noi, timorosi di lasciarci andare, di mostrare i nostri sentimenti (perché consideriamo questa apertura un segnale di debolezza, più o meno consapevolmente). Mentre siamo più presenti in quelli femminili sia perché riproduciamo lì il tipico stile di corteggiamento maschil


perché, in genere, è più facile che un uomo si confidi con una donna che con un suo simile piselluto (sarà colpa o merito delle nostre mamme?).


 


Tutto sommato, tuttavia, è un peccato che gli uomini (io compreso) non riescano ad aprirsi con i loro “simili”.


Siamo troppo concentrati, volenti o volenti, sul nostro amato pistolino ...


 


Ricordo che nei tempi d’oro della politica movimentista e giovanile (tra anni ’70 e ’80), sull’onda delle “mode” anglosassoni, erano nati anche in Italia e anche nel giro della mia università i “gruppi di autocoscienza maschile” (imitazione di quelli, ben più robusti e radicati, femminili-femministi).


 


Ce la menavamo sui nostri rapporti con le “nostre” donne (femministe “primitive” e “cattivissime”).


 


Finché, almeno nel mio giro, realizzammo che ci dicevamo le stesse cose che ci saremmo detti al bar, giocando a flipper o a biliardo.


 


Cosicché ci trasferimmo di nuovo nel Bar dello Studente. Dove lodavamo le nostre conquiste (vere e presunte) e nascondevamo i nostri insuccessi (frequentissimi). Come da copione.”


 



 


 


 

domenica 27 giugno 2004

Passando da Brian   leggo fra i commenti: "si legge come scivolando giù per una discesa"


 


A dirlo è aitan, e ha ragione, perchè i racconti di Brian li leggi davvero con questa sensazione addosso.


E allora che si fa : si va  immediatamente al blog di aitan:


“MANICURE"


Smise di mangiarsi le unghie e torturarsi la pellicina delle dita solo quando si sposò.


I primi anni furono bellissimi: le mani sempre curate, le unghie smaltate di rosa corallo, i capelli di tutto punto e la pelle profumata di glicine, sandalo e violette. Fu bellissimo, anche se la figlia bionda, rotonda e dalle mani affusolate che lei desiderava, tardava a venire; non veniva; pareva non volesse venire affatto.


Col tempo il leggero malessere montò in nostalgia, in malinconia, in vuoto; fino a sprofondarla nella più cupa disperazione e a ricondurle le mani in bocca; come fossero fatte della stessa materia delle tette, delle tettarelle o dei cazzi.


Col tempo, il marito rientrava sempre più tardi; talvolta se ne stava tutta la notte chissà dove, e lei, con lo sguardo fisso nel vuoto, sprofondava immobile nella poltrona di fronte alla finestra con l'indice e il medio stretti fra i denti. Ormai non profumava più di violette, la sua pelle non esalava afrori di sandalo e glicine; ogni giorno era sempre più trascurata nell'aspetto, nei capelli, nelle unghie e sulle mani. Ed il marito non le rivolgeva più la parola; e nemmeno uno sguardo.


Due anni dopo, fu un estraneo a fare le valigie ed andare via senza lasciare alcuna spiegazione, e lei riprese improvvisamente a gustare il senso di ogni cosa. Subito fu sopraffatta dalla sapidità di polvere, escrementi, cibo, epidermide e tabacco che si nascondevano nei recessi delle sue unghie. Quando le sfregava sull'apice dei denti, sembrava non ci fosse alcunché da sentire; ma appena la lingua andava a ripulire lo strato polveroso che si era attaccato tra gli incisivi e il molare, riusciva a distinguere perfettamente ogni profumo che le era passato per le mani nel corso del giorno. Soprattutto risentiva il sapore inebriante di sé stessa e precipitava nei ricordi di un'infanzia in cui si rivedeva sorridente, confusa e felice.


Ma presto si rese conto che non le bastava sfregare quegli artigli sugli incisivi inferiori. Se avesse voluto continuare con le sue visioni, avrebbe dovuto poggiare le unghie sui denti e dare piccoli, continui morsetti fino a sminuzzarle e polverizzarle, come quando era bambina. E così fece, inebriandosi di ricordi e visioni per diciassette giorni.


 


La prima volta che la vidi, era riversa sul pavimento priva di sensi, con la mano insanguinata distesa lungo il corpo. E nel vederla me ne innamorai di colpo, come attraversato da fulmine o saetta.


Le curai con amore la pelle e le falangi ormai del tutto prive di unghie. Me la cullai tra le braccia fino al risveglio. Le carezzai il viso e le leccai le dita ad una ad una.


Ora, mentre scrivo, lei ride con la mia sinistra in bocca e mi chiede di lasciare penna e fogli per poter riassaporare il gusto dell'indice della mia mano destra. Le chiedo di non strapparmi le pellicine tra i denti e butto via la penna


 


I COMMENTI…scelgo quello di zaritmac


“Lo sai, che in fondo, dentro di me, ne sono convinta anch'io. Lo sai che cammino col naso avido di vento sfidando persino la primavera pur di fiutare l'odore della vita, tenerlo in una bottiglia spessa come l'anima, fragile come un cuore.

Ricamo di notte, antiPenelope, le tele che disfaccio di giorno, e per distrarmi mi concentro sui sogni. Quelli ribelli, quelli che sfilano anche su palpebre aperte e ci ballano per rallegrare la veglia. Sai cosa danno più spesso in questo teatro delle ombre? "Odore di una capitale europea in provincia". Mi piacerebbe andarci, tornarci e scordare il resto. I desideri sono tappi, sai? Sugheri per tenere ben chiuse e al sicuro le fragile e preziose bottiglie in cui custodire la vita. La vita; anche quando una la guarda e non le piace affatto la tinta che ha, e appaiono così volgari cinque lettere per definirla...

In fondo a me ci credo, sai? Se tendi le mani puoi prendere il biglietto. Ti invito alla prima, apri gli occhi e preparati: sarà anche per te l'anteprimissima del prossimo sorriso. In cui io credo. Perché io ci credo, sai?

E non mi mangio le unghie. Mai. Mi servono lunghe. Per tenermi ben salda e restare sul ponte aggrappata. A navigare ancora. Magari nel blu. Blu svedese...”


 


E adesso, in estasi per  non essermi dimenticata di togliere al momento giusto la torta di pane dal forno, posso finalmente andare a curiosare per la prima volta il blog di zaritmac ( curiosa, curiosa, curiosa…conoscete benissimo la sensazione che si prova quando si passa un’intera mattinata fra le bancarelle dei blog..)







venerdì 25 giugno 2004

Per molte di noi è quasi ..normale, che certi amori facciano piangere. E normale rimanere impigliate nelle storie d'amore che fanno piangere, e aspettare che quell'amore non le faccia finalmente un giorno - non importa se un lontanissimo giorno- più piangere. Dedico questo promemoria di Marquez, trovato da Piasquania, a tutte le donne che credono di meritare altro che lacrime. E a me che sono felice.Oggi.


Nessuno


merita le tue


lacrime.


E chi le merita


non ti farà mai


piangere.


G.G Marquez

ECCO QUA, ora provo a seguire le indicazioni di Alberto (grazie paziente Alberto) , lo faccio dopo aver per errore cancellato la bellissima barzelletta sulla rana e l'ingegnere . Però Alberto non posso più ripostarlo lÎ, dov'era prima, nella sua giusta data...


 


dal mio amico Roberto ho modo di tornare subito seria:  "In questa notte scura, qualcuno di noi, nel suo piccolo, è come quei "lampadieri" che, camminando innanzi, tengono la pertica rivolta al'indietro, appoggiata sulla spalla, con il lume in cima. Così il lampadiere vede poco davanti a sè, ma consente ai viaggiatori di camminare più sicuri.Qualcuno ci prova. Non per eroismo o per narcisismo, ma per sentirsi dalla parte buona della vita..."


alle 15:28 del 24 giugno, 2004
  Anzi, credo che il problema sia la frase copiata in questo post: ti consiglio di cancellarlo, ricopiare questa frase su un file Notepad (o .txt, o documento di testo, o blocco note...) e da lì ricopiarlo sulla schermata di splinder per poi ripostarlo...


fammi sapere


Alberto
astanchi (http://sofia.splinder.it)


alle 15:23 del 24 giugno, 2004
  Mirella, mi sa che hai giocato un po' troppo con il template... Urge cura "dimagrante"!


Alberto
astanchi (http://sofia.splinder.it)


alle 13:05 del 24 giugno, 2004
  Oh, la frase è di Tom Benetollo...


Ciao Mi
carnesalli (http://carnesalli.splinder.it)


alle 22:42 del 23 giugno, 2004
  Bella davvero (ma scusa, cos'è successo al tuo blog: mi sembra che tenda ad allargarsi..)
melusinach (http://melusinach.splinder.it)


alle 20:15 del 23 giugno, 2004
  per fortuna ci sono queste persone, anche se sono poche. molte di più quelle che illuminano davanti a sé lasciando dietro il buio più assoluto.. ciao mirella! cinzia
cioccolatamara (http://cioccolatamara.splinder.it)


alle 18:53 del 23 giugno, 2004
  E' bellissima...un po' malinconica, ma di quel malinconico che ti lascia comunque un sorriso dolce sulle labbra :) Grazie per aver condiviso queste bellissime parole con noi! Un abbraccio!
ragdoll (http://ragdoll.splinder.it)














giovedì 24 giugno 2004


"...cancellarlo, ricopiare questa frase su un file Notepad (o .txt, o documento di testo, o blocco note...)


…giocato un po' troppo con il template.."


 


abbiate pietà di me, non ho capito NULLA.


Riprendere un post per correggere come si fa? Un copia-incolla su Word e poi pubblicare di nuovo?


E cancellare quello vecchio rischiando di perdere tutti i commenti? (sono un disastro)


 


Grazie ancora Roberto (lui è un lampadiere)  per aver riportato sul tuo blog* la frase di


Tom Benetollo , che a mia volta ho ricopiato sul mio post citandoti.


Belli i vostri commenti…


*http://carnesalli.splinder.it/

mercoledì 16 giugno 2004

Stipiamo negli occhi così tante  bellissime scritture, quasi ogni sera, e meno male che  sappiamo finalmente destreggiarci, scegliere e scartare con fiuto formidabile. E qualche volta scopri artisti autentici, come questo signore, che scrive  un racconto ispirandosi ad  un quandro rubato a Gabriella. Due artisti in un sol colpo.

Volete volare un po'?

martedì 15 giugno 2004

ne varrà la pena:


gintoxic : http://wwwwwwwwwwwwwwwwwww.splinder.it


"E' strano..la cosa piu difficile quando ci si smarrisce e' riuscire ad alzare gli occhi dal sentiero per guardare le stelle." (è sua anche questa e mi  piace condividerla con chi passa da qui)



 

giovedì 10 giugno 2004

Trovato per caso, passando dal blog di una giovane sognatrice . Un omaggio a lei, che è bravissima, e dedicato alla mia adorabile figlia adolescente.

“Siamo noi...le figlie dei segreti più antichi,
sorelle della luna e spose del sole.
Intrecciamo fiori e nuvole e ne facciamo corone per i più piccoli,
ci copriamo il capo col mantello del cielo stellato
e non abbiamo paura di accettare ciò che il vento ci sussurra.
Sentiamo la silenziosa musica della natura,
danziamo su prati baciati dalla rugiada,
gli alberi come unici testimoni della nostra festa,
la vita che scorre come linfa nelle vene.”








mercoledì 9 giugno 2004

Scrivere una lettera. Vi capita ancora? Il futuro non avrà più lettere, non avrà più nemmeno i solai dove cercarle. E non avrà tante meravigliose scritture che io trovo nei blog. Questo è un triplice appello: ridateci le lettere (da nascondere nelle scatole delle scarpe) e ridateci i solai (da riempire di scatole). E voi conservate i vostri migliori scritti, stampateli, nascondeteli nelle scatole delle scarpe.  

domenica 6 giugno 2004

" (....) La verità è che, in questa rete
creatasi tra blog affini, ho scoperto un'Italia sommersa, pura, lontana
da quel paese furbo ed arrogante che si può incontrare per strada,
negli uffici, nelle stanze dei bottoni. Grazie a coloro che hanno la bontà
di visitare il blog e di linkarlo. "(Fuoritempo)



giovedì 3 giugno 2004

"Ci vuole molto tempo prima che le persone trovino la loro faccia. Non sembrano nate col loro viso, con la loro fronte,col loro naso, coi loro occhi. Acquistano tutto con l'andar del tempo, ed è una cosa lunga, si deve aver pazienza finché non hanno cercato e messo insieme quel che va bene". (Joseph Roth, Fuga senza fine)


Nulla di meglio (ma meglio di Roth è comunque difficile) , sono giorni di stanchezza fra i blog che frequento: che sia un virus?