lunedì 31 maggio 2004

"Leggiamo, leggiamo...Le navigazioni nel virtuale, dopo i primi tempi in cui si procede un po' a vista ed in balia della sorte, riescono progressivamente e quasi magicamente a trovare sempre la rotta giusta. Sarà che si sviluppa quel sesto senso che consente di comprendere a fiuto e al volo i blog su cui merita soffermarsi?"
 ma guarda un po'...questa l'ho trovata fra i commenti di  
fuoritempo :-) Qui riportata ascoltando Nino Rota.


domenica 30 maggio 2004

Qui ho trovato:


 


 “Di notte il passato si vede meglio che non di giorno”


 

[da Milorad Pavic, Paesaggio dipinto con il tè]

sabato 29 maggio 2004

http://unadriade.blog.excite.it/  (tanto per rammentarvi il mio blog preferito)
"C'è così poca realtà nell'uomo che il cuore si stringe quando si separa dai sogni" (Chateaubriand).GRAZIE ROBERTO!:-)

venerdì 28 maggio 2004

Ho cancellato l'aforisma (alias la grande cavolata) su fantasticare e progettare, perchè non sono stata capita! Lo dico diversamente, allora: ho un progetto magnifico, mi piace nutrirlo, averne paura, ritrovare fiducia, vederlo crescere  anche di vita propria, sentire attorno a me amici che mi sostengono, e non solo amici, che portano idee aggiunte, e adoro  fantasticare su questo progetto persino l'inverosimile, che poi  sarà dolcemente ridimensionato, ...e la sensazione di aver già superato il punto di non ritorno. Domani mattina appuntamento con l' Architetto, ore 10.00 . Tailleur di seta rossa. (1-continua...... )

http://unadriade.blog.excite.it/ , un semplice richiamo.

sabato 22 maggio 2004

Vorrei organizzare due giornate sul tema "il lavoro come valore da salvaguardare" (e non solo come contratto e salario) Qualcuno - il potere economico, la globalizzazione, uno schieramento incredibile di manager incapaci - sta demolendo in grande stile e in ogni campo il piacere di lavorare, sta cinicamente demotivando chi lo ama, il proprio mestiere. Piccoli e medi e grandi capi –superpagati, supervezzeggiati  dal potere politico - che stanno sottoponendo i loro subalterni ( usano ancora questo termine, mica gli piace la paola “colleghi”) , ad uno stress crescente da iperlavoro, dentro uffici inquinati d’invidia e qualunquismo becero e ruffiano. Ma chi lo può fermare, questo demone,se non una forza compatta di solidarietà fra lavoratori di tutti i settori nelle  piazze ? Contiamoci: almeno numericamente la forza sta dalla parte di chi sta subendo. Vi assicuro che io non sento altro, da qualche mese a questa parte: storie di persone demotivate, al limite della sopportazione. Qualcuno sta davvero già cedendo. Che cosa mi  dite: i lavoratori scenderebbero in piazza, dimenticando le questioni  sindacali storiche, per introdurre una lotta nuova e urgente, quella per il mantenimento di una dignitosa  bellezza del lavoro? 

"Ovunque sia fervida la vita psichica ed esista il piacere, nel senso più alto della parola, ovunque si innalzi quel fuoco ardente o quell'entusiasmo spirituale, vi sono sempre persone che cercano di distruggere tutto con l'invidia o le critiche, e questo è un aspetto del vero male". (Marie Louise Von Franz, L'ombra e il male nella fiaba, Bollati Boringhieri)


 


 

venerdì 21 maggio 2004


Di me potrei dire …nulla di veramente interessante, stasera. Ma posso segnalarvi qui sotto un paio di cose appena lette sul blog di 


 


http://leonardo.blogspot.com


 


Troppo intelligente (per me)

Questi sono tutti piccoli fatti, che ognuno può rimontare come crede. Con un blog si possono costruire complotti di tutti i gusti e le dimensioni. Invece io volevo fare un ragionamento a valle. Lasciamo perdere i complotti e gli indizi. Diamo tutto per buono. Accettiamo che il “Numero Due” di Al Quaeda abbia barbaramente decapitato un prigioniero, e diffuso il video su internet. E veniamo in Italia. Il discorso che volevo fare è su certi quotidiani che vanno di moda adesso. Li chiamano: “Quotidiani intelligenti”, e io mi sono spesso chiesto il perché.

La spiegazione che mi sono dato è questa: data come premessa (a) che gli intelligenti sono la minoranza della popolazione (ma è davvero così scontato?), e la premessa (b) che questi giornali non se li fila nessuno, si formula l’ipotesi (c) che per leggerli bisogna essere persone davvero intelligenti.
A questo punto uno si aspetta pagine densissime, articoli con rimandi a pie’ di pagina, citazioni da Kant e Heidegger. Fortunatamente le cose non stanno così. I “Quotidiani intelligenti” sono molto più ariosi, di lettura tutto sommato scorrevole. Un sacco di rubrichine simpatiche dove si parla del più e del meno (magari più del meno che del più), un sacco di tormentoni divertenti, qualche editoriale trombone, ma tutto sommato più breve della media della produzione giornalistica nazionale. E allora cosa c’è di tanto “intelligente” in questi qui? Il modo in cui succhiano sovvenzioni statali? Bastasse questo, saremmo il popolo più intelligente del mondo.

Il caso Zarkawi-Berg ci dà una parziale spiegazione. Uno si potrebbe aspettare che un “quotidiano intelligente” non si fermasse all’esibizione del filmato, ma che tentasse di scavare un po’ intorno: in fondo basta curiosare un po’ su Internet, anche copiando, come ho fatto io.
Invece no. I “Quotidiani intelligenti” si soffermano sull’orrore, sulle barbarie. E raccomandano la visione integrale del video. Sul serio. Bisogna vederlo tutto per capire, dicono. Per dire, se uno a metà della decapitazione si stanca, avrà capito la barbarie solo a metà. No, deve farsi forza e capire per intero. Antonio Polito, direttore del Riformista:

Consigliamo a tutti di guardare il video della decapitazione dell'ostaggio americano, che circola su Internet. Bisogna guardare in faccia l'orrore, anche se non è degno dell'umanità degli occhi che lo guardano. Quella testa mozzata a fatica, con tutto il lavorio fisico che comporta, e il tempo che ci vuole, e l'abisso in cui sprofonda un po' alla volta, nella più odiosa delle torture, la vittima, è in fin dei conti la ragione per cui l'Occidente è in guerra con il terrorismo islamico.

Tutto questo mi ricorda un film. No, non Arancia meccanica, no.
Un film apparso nelle sale italiane verso Pasqua, quel film che andava visto perché mostrava finalmente la crocefissione di Nostro Signore “as it was”, “com’era veramente”. Col sottointeso: se non l’hai ancora vista, come fai a capire quanto deve aver sofferto? Bisogna tenere gli occhi sbarrati su legnate, fustigazione, chiodi ribattuti, costole tirate e incrinate: sennò “non puoi capire”.
La stessa cosa con Nick Berg: finché non vedi il suo collo mozzato, “non puoi capire” quanto sia cattivo l’Islam. Ma sul serio. È inutile che leggi giornali, studi la storia, navighi su Internet… sciocchezze. Devi guardare. Se non guardi, non hai capito. Pacifisti e antiamericani guardino quel video, poi decidano qual è il problema del mondo.

Di colpo mi metto a ricordare a tutti i film splatter che “bisognava guardare” quand’ero ragazzino, e non valeva coprirsi gli occhi con le dita: se non guardavi ogni sgozzamento a occhi spalancati, non eri un uomo. Soltanto così potevi “capire” veramente.

E poi, ancora più a ritroso, nell’infanzia, ricordo i primi libri che ho sfogliato. Erano pieni di figure. Infatti erano per bambini. A quei tempi si pensava che “le figure” fossero per “i bambini”, e le parole per gli adulti. Si pensava che la Bibbia non fosse adatta alla tua età, e allora ti davano “la Bibbia a fumetti”. Col tempo si cresceva, e le illustrazioni si diradavano. Crescere significava passare dall’immagine alla parola. Riuscire a capire le parole, e non solo le immagini. Non solo, ma riuscire ad associare emozioni anche alle parole.

Per cui, se sono adulto e mi dicono che Gesù Cristo è morto in croce per i miei peccati, io dovrei riuscire a commuovermi senza “vedere” i chiodi, senza “vedere” il sangue, senza per forza contare le frustrate…
…e se mi dicono che da qualche parte un fanatico ha tagliato la testa a qualcuno con una sega circolare, io dovrei riuscire a inorridire senza vedere una sola immagine. Dovrebbero bastarmi le parole, le nude parole: “tagliato la testa”, “sega circolare”. Se fossi un adulto.

Ma per i quotidiani intelligenti non basta. Per Giuliano Ferrara, non basta. Devo guardare. Fino all’ultimo, sennò non capisco. Per Filippo Facci, addirittura, dovrei guardare e riguardare tutti i giorni, sennò rischio di dimenticarmi:

Immagini come i corpi precipitati dalle Twin Towers o le teste mozzate - nostra opinione - andrebbero riguardate ogni mattino perchè possano scuoterci come l'acqua gelida del lavandino, prima che ci si rivesta all'occidentale e si torni a pascolare l'orticello quotidiano che riteniamo immune; l'ufficio, il weekend, l'assicurazione da pagare, le rate alla Enzo Biagi, la Domenica Sportiva, il nostro giornalismo impiegatizio.

E allora forse ho capito cosa sono i Quotidiani Intelligenti – e i giornalisti intelligenti.
Sono giornali che confondono “la visione” con la “comprensione”? No.
Sono voyeuristi in buona fede che non capiscono la differenza tra “occhio” e “cervello”? macché.
Sono ingenuotti che non hanno capito che un’immagine digitale è arbitraria quanto una parola, se non di più? No, figuriamoci.

Sono, semplicemente, persone convinte di essere quello che pretendono di essere: intelligenti.
E siccome loro sono intelligenti, noi siamo dei cretini.
E siccome siamo cretini, dei bambinoni, inutile convincerci con i discorsi, le parole. No. Immagini, ci vogliono. Il Gesù Cristo Splatter. La storia del Medio Oriente a fumetti. Questo, ci vuole.

E sangue, sangue come se piovesse. Sangue vero, possibilmente, finto in mancanza di niente. Altrimenti non “capiamo”. Altrimenti non ci “commuoviamo”.

Buon lunedì da un blog che scrive molte parole e ruba banda per pochissime immagini, di solito senza sangue e teste rotte o mozzate. Buona settimana da un blog poco intelligente.


 


http://leonardo.postblog.com   (su indicazione di Melusina) Bello il suo ultimo post, per capire la questione palestinese.


 







































giovedì 20 maggio 2004

Qui sotto vi voglio presentare Desy, ho ciccato il suo blog quasi per caso, incontrato fra i commenti di melusina (ciao cara Mel)  : andate alla scoperta dell’incantevole blog di Daisy, fatelo presto  :-)   http://unadriade.blog.excite.it/


Il Sogno della Bella Addormentata


Quando Rosaspina si punse il dito con il fuso, piombò in un sonno secolare. Sognò la vita del mondo, sognò lune che si avvicendavano ad altre lune, lune ombrose e lune sorridenti, sognò soli che sorgevano ogni mattina a fissare immobili la danza del cosmo...

Sognò il presagio dell' Amore che diventava gioia, e che precipitava nella disperazione, e che dalle sue ceneri rinasceva per volare, più consapevole, e più alto ancora...

E sognò l'Indifferenza, che le si srotolava quotidianamente al fianco, come un serpente nella sua  muta di squame impermeabili.

Sognò la Presenza, e sognò l'Assenza.

Sognò il suo essere ramo e radice, fiore e frutto.

Sognò il suo non essere nè qui, nè altrove. Ospite non accolta da nessun ospite.

Sognò di farsi vento, e fuoco, e acqua, e terra.

Sognò di possedere Parole adatte a forgiare il mondo, e sognò di non possedere che vuoti fonemi balbettanti.

Sognò tutto questo, e sognò molto altro, e molto meno, ancora.

Quando si ridestò, sfiorata dalle labbra del Principe, nei suoi occhi rivisse, in un istante, tutto il suo Sogno Secolare.

E allora fu sua, per sempre.

 

Daisy


 


 

 

Noi davvero NON  SAPPIAMO.

Non sappiamo cosa ci fosse nella mente di Hitler, e non sappiamo cosa ci sia nella mente degli esecutori dei crimini recenti in Iraq.

La testimonianza del nostro dolore, e del nostro orrore, innanzi al Volto ambiguo del Male, è destinata quindi ad avere un significato, per quanto alto, solo emotivo.

La logica, qui, non ci è di nessun aiuto.

Tutto, davvero tutto, nelle abbiette vicende irachene ci costringe a fare i conti con quella che è l' impotenza del nostro sentire, del nostro pensare, del nostro volere.

Il che, forse, rappresenta peraltro una lezione di non poco rilievo, e un'opportunità in più per ridefinire,  in tutti i nostri limiti, una maniera più "umana" di relazionarci l'uno con l'altro.

 

 

Daisy


 


 


 


Lettera che non spedirò


Caro, e Terribile, Amore Mio.


Questa notte non eri al mio fianco, eppure eri dentro di me come mai forse lo sei stato.

Eri sul mio collo, sulla mia bocca, sulle mie spalle, eri tu fino alle caviglie, riverso addosso a me con il peso leggiadro e policromo dei ricordi, che si rifacevano vivi uno a uno, intersecandosi senza ordine, come stelle luminosissime e inafferrabili a punteggiare il buio della mia stanza.

Geniale, e folle, e unico e inimitabile Amore Mio.

Hai portato alla luce quella che ero, hai lasciato che cadessero tutti i rami secchi che non mi appartenevano e mi hai raccolta, nuova, vitale, limpida, fresca, leggera.

Mi hai insegnato a non avere paura del mio istinto, e ad affidarmi ad esso nelle zone lasciate in ombra dalla razionalità più adamantina.

Mi hai fatto comprendere che la tenerezza non è disgiunta dall'espressione della carnalità più estrema ed impetuosa.

Mi hai fatto, anche, conoscere una sofferenza devastante, e non posso non sottolinearlo. Ma...è stato, anche questo, un percorso iniziatico. Una presa di contatto rabdomantica e ipnotica con lande interiori di cui ignoravo l'esistenza, e che il tocco del dolore ha coltivato, e addomesticato, e rese feconde per l'accoglienza di emozioni diverse, solari, nuove.

Al di là del Bene, e del Male.

Non c'è, al di là del Bene e del Male, l'aberrazione della violenza cieca ed egoistica.

C'è la comprensione del reale oltre la dualità.

Dormi con me, Amore Mio.

Dormi, in me, anche se in questo momento sei lontano.

E amami, se puoi,  ancora, e ancora di più....fino a che il pensiero di me ti conduca a creare, nella tua anima, un letto di piume in cui custodire il mio ricordo quando sono lontana.

Trattalo con dolcezza, il mio ricordo quando sono lontana.

E  fa' in modo che resti sempre limpido, come un lago orientale attraversato da serene ninfee.

Ti amo.

 

Daisy
 

domenica 16 maggio 2004

Un amico mi ha detto che di me non lascio trasparire molto. Ne sei davvero convinto, amico mio? Io no, per nulla, e anzi continuo a parlare di me scoprendo parti mie negli altri, come sto per fare anche in questo preciso momento, o come sentiamo ogni volta che uno scrittore sta parlando, dai suoi libri, esattamente CON NOI (ultimamente con me c'è  Amos Oz, mica poco sapete;)?..)


Il mio regalo ai blogger di passaggio questa sera è un furto effettuato in casa di Brian, parla di quasi tutti noi, noi blogger.


SCRIVO (http://ancoraungiro.splinder.it/1069286227#934171)


A volte scrivo. Lascio che ciò che mi scorre nelle vene venga vomitato sul foglio bianco vergine. Sporcato dai miei pensieri. Stuprato dalle mie parole. Scrivo cazzate, disordinate ed incoerenti, ma comunque mie. E ne godo. Come una madre dopo il parto. Sudato ma felice. Orgoglioso. Quello che era un pezzo di carta come tanti diviene custode di quel che sono, veicolo delle mie emozioni, testimone del mio stato. Unico. Irripetibile. Chi legge mi legge. Tu che scorri lo sguardo su queste righe ti appropri di una parte di me. Mi giudichi, mi strizzi, mi comprendi o mi biasimi ma ti porti via qualcosa di me. Una parte di me stasera verrà sotto le lenzuola con te. Camminerà con te domani. Magari per breve tempo, ma ci sarà. Tornerà a galla. Si farà risentire. Sicuramente non ne sono più l'unico proprietario. Niente è più solo mio dopo che l'ho scritto. Ma questo non mi fa paura. Mi sprona. Senza freni. Senza limiti. La mia mano stringe la penna. Il mio cuore stringe le meningi e ne spreme fino all'ultima emozione. Fino all'ultima goccia di vita. Ho milioni di fogli bianchi da sporcare.

trovato sul blog di  http://alberts82.splinder.it/


Ashleigh Brilliant: Stare al mondo può essere caro, ma c'è incluso nel prezzo un viaggio attorno al sole gratis ogni anno.


sabato 15 maggio 2004

http://sofia.splinder.it/ : Herb Simon ("padre" dell'intelligenza artificiale e Nobel per l'economia nel 1983) ha scritto nella sua autobiografia che smise di leggere i giornali quando era ancora relativamente giovane. Si risparmiava molto tempo e si teneva sgombro il cervello da cose inutili. Cose di cui non è serio occuparsi.(…)


PS. Simon era un genio; noi che non lo siamo non riusciamo a non leggere i giornali.

Riferimenti

Simon, Herbert A. (1991), Models of my Life, Basic Books, traduzione italiana: Modelli per la mia vita, Rizzoli, Milano.


 




TROVATO DA http://usermax.splinder.it/ (chissà quanti di noi potrebbero condividere l’immagine così com’è descritta)


“Mi perdo nei blog e nei commenti, ultimamente. Seduto davanti al mio pc passo del tempo a tracciare itinerari immobili in un universo di voci che si intrecciano e si sovrappongono, a seguire le tracce di parole che si accostano, si toccano, si scostano e ritornano. Trovo traiettorie di mani che volteggiano su tastiere di emozioni, a volte leggere e impalpabili, a volte bilanciate e sicure, altre volte pesanti e dense, liquide o ariose, cadenzate, sfuggenti, veloci, ferme. Traiettorie che si ripetono, che si auotoinventano, che si rinnovano e definiscono nel cammino i luoghi emotivi da cui hanno origine, come se il viaggiare attraverso le scelte e i sentimenti più diversi, i più disparati moti dell'anima altrui, avesse come maggior ricompensa la chiarificazione del luogo di partenza di ciascuno, del mio punto di partenza. Mi capita di mettere a fuoco, anche solo per attimi fugaci, immagini di me riflesse negli stagni densi o nei limpidi torrenti, nei laghi tranquilli o negli oceani più vasti che vado visitando in questi viaggi e al ritorno trovo le tracce del passaggio di altri immobili girovaghi, li immagino specchiarsi nelle pareti lucide o cercarsi nei risvolti opachi delle mie parole, proprio come me. Mi capita di imparare che tutti coloro che crediamo tappe e stazioni di sosta del nostro vagabondare, a volte credano lo stessa cosa di noi. E mi viene in mente che io, come tutti loro, sono il cammino che faccio, ma anche la strada su cui altri camminano, sono un movimento, ma anche una fermata, sono un viaggiatore, ma anche un viaggio. E proseguo.”


 



 


COMMENTI


 


 


...vero...andare da un blog ad un altro, sempre oltre...e qualche volta tornare....riconoscersi, perdersi....sorridere....commentare...stupirsi...compiacersi....mi piace il mondo dei blog, da quando sono entrata nel mondo virtuale, questo è sicuramente il posto che mi si addice di più....anche se qualche volta si fa forte e prepotente la voglia di scappare....ma ho visto che prende un pò tutti...dev'essere un effetto collaterale del virtuale, quindi adesso che lo so me ne sto buona buona aspettando che passi! Buona giornata :-)


Arabeske (http://arabeske.splinder.it) alle 08:22 del 28 aprile, 2004


 


 


L'immagine del mio blog? E' un elfo... La rappresentazione più immediata di fantasia, di salto fuori dalla realtà... quella che ultimamente mi sta così stretta! E come capisco Foolsgarden! Anch'io a volte non riesco a smettere di andare qua e là per leggere i vari blog...


Mafi (http://mafi.splinder.it) alle 09:17 del 28 aprile, 2004


 


Sono entrata nel mondo dei blog da pochissimo e ne sono completamente affascinata. Appena ho un attimo mi metto qui davanti al pc e passo da un blog all'altro leggendo delle esperienze altrui, e magari cercando di commentarle. Ed è tremendamente difficile smettere a volte! Un saluto dallo spazio...


foolsgarden (http://anakina.splinder.it) alle 01:31 del 28 aprile, 2004


 


anche io se pur nato da poco mi ritrovo immobile sul mio sorriso scemo a guardar gli altri nel loro sragionare,forse è meglio così,attraversare gli altri per non lasciarsi calpestare,scusa la mia banalità!!!bellissimo blog il mio non sarà mai così!!!!


utente anonimo (http://sephiroth777.splinder.it) alle 00:42 del 30 aprile, 2004


 


 


 


 

martedì 11 maggio 2004

Trovato su : http://cicabu.splinder.it/


"... perchè  è così che ti frega la vita. Ti piglia quando hai ancora l'anima addormentata e ti semina dentro un'immagine o un odore o un suono che poi non te lo toglie più.


(Baricco "Castelli di rabbia")

domenica 9 maggio 2004

Trovato su http://galloblog.splinder.it/


 


(…) Selma Lagerlof (premio Nobel nel 1909) :  Sscrivere un libro è come costringersi ad attraversare un deserto: vaste distese senza una sola goccia d’acqua, senza un albero sotto cui riposare. Poi però arriva un’oasi: lì la parola fluisce, lì ogni soglia si apre, ogni cosa vuol diventare poesia. (…). E la penna vola sulla carta, e ti ritrovi in una sorta di Tropici del sentimento. E pensi a quanto ogni essere umano imprigiona nei suoi occhi, a come sogni suo gesto è carico di passato, di un futuro ignoto, e a come dolorosamente fragile è l’istante presente.”

giovedì 6 maggio 2004

"O è troppo pauroso del suo fato/O è persona di scarso valore/ Chi non sa gettare sul piatto/ Il vincere o il perdere tutto"


tutto qui.Per oggi. Il coraggio ha i suoi costi, e io li conosco. Ma conosco anche i suoi doni ed è di questi che io vivo.

lunedì 3 maggio 2004

dal Blog di melusina...

dal Blog di melusina (http://melusinach.splinder.it/  ):  Transformer oui, mais pour quelle raison et à quelle condition? En raison de la constance. On ne change pas les choses pour que ça bouge (perchè si muovano) mais pour que "ça se tienne". Et la condition pour que ça tienne c'est que "ça bouge". -