giovedì 30 giugno 2005

E ora...voglio un'avventura con un bagnino. Quando tornerò dalla Sardegna non chiedetemi come ho trascorso il mio tempo  Poco da ridere!


mercoledì 29 giugno 2005

Qui dentro ci sono tutti i miei segreti.


Se per caso vi capita di passare davanti al cassettino che per sbaglio (sono una distratta)


dovessi lasciare semi - aperto  abbiate cura di richiuderlo con grande discrezione.


Qui dentro per esempio ieri ho depositato un post


(non mio, ma mio) stampato con il mio unico commento.


Ci rimarrà per sempre, con amore.


sabato 25 giugno 2005

..scusate, se esagero un po', ma ne ho bisogno...


Vai all'immagine a grandezza naturale  Anteprima immagine  Vai all'immagine a grandezza naturale  Anteprima immagine  Anteprima immagine  Vai all'immagine a grandezza naturale 


 


martedì 21 giugno 2005

Vai all'immagine a grandezza naturale


Alba De Céspedes LETTERA A NATALIA GINSBURG


Mia carissima, voglio scriverti due parole appena finito di leggere il tuo articolo. E’ così bello e sincero che ogni donna, specchiandosi in esso, sente i brividi gelati nella schiena. Tuttavia, per un momento, avevo pensato di non pubblicarlo, temendo di commettere un’indiscrezione verso le donne nel rivelare questo loro segreto. Inoltre pensavo che gli uomini lo avrebbero letto distrattamente, o con la loro vena d’ironia, senza intuire l’accorata disperazione e il disperato vigore che è nelle tue parole, e avrebbero avuto una ragione di più per non capire le donne e spengerle ancora più spesso nel pozzo. Ma poi ho pensato che gli uomini dovrebbero infine tentare di capire tutti i problemi delle donne; come noi, da secoli, siamo sempre disposte a cercare di capire il loro. Ti dirò che nel pubblicare il tuo “discorso” ho dovuto vincere un senso istintivo di pudore: lo stesso, certo, che tu avrai dovuto vincere nello scriverlo. Poiché anch’io, come tutte le donne, ho grande e antica pratica  di pozzi: mi accade spesso di cadervi e vi cado proprio di schianto, appunto perché tutti credono che io sia una donna forte e io stessa, quando sono fuori dal pozzo, lo credo.


 Ma – al contrario di te- io credo che questi pozzi siano la nostra forza. Poiché ogni volta che cadiamo in un pozzo noi scendiamo alle più profonde radici del nostro essere umano, e nel riaffiorare portiamo in noi esperienze tali che ci permettono tutto quello che gli uomini- i quali non cadono mai nel pozzo- non comprenderanno mai.


 


 Nel pozzo sono pure le più dolorose e sublimi verità dell’amore, anzi, sono nel fondo più profondo di ogni pozzo, ma le donne, tutte le donne delle quali tu parli, vi crollano dentro così pesantemente da riuscire a toccarle.  E noi siamo spesso infelici in amore appunto perché vorremmo trovare un uomo che anche lui cadesse qualche volta nel pozzo e, tornando su, sapesse quello che noi sappiamo. Questo è impossibile, vero, cara Natalia?, e perciò è impossibile per noi veramente essere felici in amore. Ma quando si cade nel pozzo si sa anche che essere felici non è poi molto importante: è importante sapere tutto quello che si sa quando si viene su dal pozzo.


 


  Del resto- tu non lo dici ma certo lo pensi- sono sempre gli uomini a spingerci nel pozzo;magari senza volerlo. Ti è mai accaduto di cadere nel pozzo a causa di una donna? Escludi naturalmente le donne che potrebbero farci soffrire a causa di un uomo, e vedrai che, se vuoi essere sincera, devi rispondere di no. Le donne possono farci cadere nell’ira, nella cattiveria, nell’invidia, ma non potranno mai farci cadere nel pozzo. Anzi, poiché quando siamo nel pozzo noi accogliamo tutta la sofferenza a, che è fatta, prevalentemente, dalla sofferenza delle donne, siamo benevole con loro, comprensive, affettuose. Ogni donna è pronta ad accogliere e consolare un’altra donna che è caduta nel pozzo: anche se è una nemica. E gli uomini non solo ignorano l’esistenza di questi pozzi, e  tutto ciò che si impara quando si cade in essi, ma ignorano anche d’esser proprio loro a spingervi le donne con tanta spietata innocenza.


 


 Vedi, cara Natalia, proprio a proposito di questi pozzi io ho tanto insistito perché Maria Bassino, uno dei maggiori penalisti italiani, difendesse il diritto delle donne ad essere magistrati. Perché spesso è proprio nel fondo del pozzo che le donne uccidono, rubano, compiono insomma tutti quei gesti che le umiliano, soprattutto perché sono contrari al naturale rispetto che ogni donna deve a se stessa.


 


 


 Anche  i magistrati ignorano tutto ciò, perché i magistrati – appunto- sono uomini. E non giusto che le donne siano giudicate soltanto da chi non conosce come esse sono veramente, e perché agiscano in un modo piuttosto che in un altro, mentre gli uomini sono sempre giudicati da coloro che, per essere della loro stessa natura, sono i più adatti ad intenderli.


 


Chi scende nel pozzo conosce la pietà. << n.d.r  mio figlio Sippi, dietro di me, mi sta facendo sentire una suoneria di telefonino con le note di  “no, woman no cry”! >> E come si può vivere, agire, governare con giustizia senza conoscere la pietà?


  Tu dici che le donne non sono esseri liberi : e io credo invece che debbano soltanto acquisire la consapevolezza delle virtù di quel pozzo e diffondere la luce delle esperienze fatte al fondo di esso, le quali costituiscono il fondamento di quella solidarietà, oggi segreta e istintiva, domani consapevole e palese. Che si forma fra le donne anche sconosciute l’una all’altra. Del resto essere liberi dal dolore, dalla miseria umana, è veramente un privilegio? La superiorità  per una donna è proprio nella possibilità di finire su una panchina, come tu dici, in un giardino pubblico, anche se è ricca, anche se scrive o dipinge, anche se ha occhi belli, gambe belle, bocca bellissima. Anche se ha vent’anni. Perché neppure la gioventù dà alla donna la sicurezza che tanto spesso possiedono gli uomini, e che è solo ignoranza della reale condizione umana.


  Scusa, mia cara, questa lunga lettera. Ma volevo dirti che, a parer mio, le donne sono esseri liberi. E, tra l’altro, volontariamente accettano di essere spinte nel pozzo; delle sofferenze che esse patiscono nel pozzo vorrei parlarti a lungo, perché tutte le sofferenze sono nella vita delle donne; ma allora, per essere perfettamente onesta, dovrei anche parlarti di tutte le gioie che esse trovano in loro.


  E di questo non posso parlarti oggi perché mi  trovo- come spesso- nel pozzo.


 Ti abbraccio, cara.


 

venerdì 17 giugno 2005

Natalia Ginsburg



Discorso sulle donne






Vai all'immagine a grandezza naturale


L’altro giorno m’è capitato fra le mani un articolo che avevo scritto subito dopo la liberazione e ci sono rimasta un po’ male. Era piuttosto stupido:quel mio articolo parlava delle donne in genere, e diceva delle cose che si sanno, diceva che le donne non sono poi tanto peggio degli uomini e possono fare anche loro qualcosa di buono se ci si mettono, se la società le aiuta, e così via. Ma era stupido perché non mi curavo di vedere come le donne erano davvero: le donne di cui parlavo allora erano donne inventate, niente affatto simili a me o alle donne che mm’è successo di incontrare nella mia vita; così come ne parlavo pareva facilissimo tirarle fuori dalla schiavitù e farne degli esseri liberi. E invece avevo tralasciato di dire una cosa molto importante: che le donne hanno la cattiva abitudine di cascare ogni tanto in un pozzo, di lasciarsi prendere da una tremenda malinconia e affogarci dentro, e annaspare per tornare a galla: questo è il vero guaio delle donne. Le donne spesso si vergognano d’avere questo guaio, e fingono di non avere guai e di essere energiche e libere, e camminano a passi fermi per le strade con bei vestiti e bocche dipinte e un’aria volitiva e sprezzante (...) M’è successo di scoprire proprio nelle donne più energiche e sprezzanti qualcosa che mi indiceva a commiserarle e che capivo molto bene perché ho anch’io  la stessa sofferenza da tanti anni e soltanto da poco tempo ho capito che proviene dal fatto che sono una donna e che mi sarà difficile liberarmene mai. Ho conosciuto moltissime donne, donne tranquille e donne non tranquille, ma nel pozzo ci cascano anche le donne tranquille: tutte cascano nel pozzo ogni tanto. Ho conosciuto donne che si trovano molto brutte e donne che si trovano molto belle, donne che riescono a girare i paesi e donne che non ci riescono, donne che hanno mal di testa ogni tanto e donne che non hanno mai mal di testa, donne che hanno tanti bei fazzoletti e donne che non hanno mai fazzoletti o se li hanno li perdono, donne che hanno paura d’essere troppo grasse e donne che hanno paura d’essere troppo magre, donne che zappano tutto il giorno in un campo e donne che spezzano la legna sul ginocchio e accendono il fuoco e fanno la polenta e cullano il bambino e lo allattano e donne che s’annoiano  a morte e frequentano corsi di storia delle religioni e donne che s’annoiano a morte e portano il cane a passeggio e donne che s’annoiano a morte e tormentano chi hanno sottomano, e donne che escono il mattino con le mani viola dal freddo e una scarpetta intorno al collo e donne che escono al mattino  muovendo il sedere e specchiandosi nelle vetrine e donne che hanno perso l’impiego e si siedono a mangiare un panino  su una panchina del giardino della stazione e donne che sono state piantate da un uomo e si siedono su una panchina del giardino della stazione e s’incipriano un po’ la faccia. Ho conosciuto moltissime donne, e adesso sono certa di trovare in loro dopo un poco qualcosa che è degno di commiserazione, un guaio tenuto più o meno segreto, più o meno grosso: la tendenza a cascare nel pozzo e trovarci una possibilità di sofferenza sconfinata che gli uomini non conoscono forse perché sono più forti di salute o più in gamba a dimenticare se stessi e a identificarsi con lavoro che fanno, più sicuri di sé e più padroni del proprio corpo e della propria vita e più liberi. Le donne incominciano nell’adolescenza a soffrire e a piangere in segreto nelle loro stanze, piangono per via del loro naso o della loro bocca o di qualche parte del loro corpo che trovano che non va bene , o  piangono perché pensano che nessuno le amerà mai o piangono perché hanno paura di essere stupide  o perché hanno pochi vistiti; queste sono le ragioni che danno a loro stesse ma sono in fondo solo dei pretesti e in verità piangono perché sono cascate nel pozzo e capiscono che ci cascheranno spesso nella loro vita e questo renderà loro difficile combinare qualcosa di serio. Le donne pensano molto a loro stesse e ci pensano in modo doloroso e febbrile  che è sconosciuto a un uomo. Le donne hanno dei figli, e quando hanno il primo bambino comincia in loro una specie di tristezza che è fatta di fatica e di paura e c’è sempre anche nelle done più sane e tranquille. E’ la paura che il bambino si ammali o è la paura di non avere denaro abbastanza per comprare tutto quello che serve al bambino, o è la paura d’avere il latte troppo grasso o d’avere il latte troppo liquido, è il senso di non poter più girare tanto i paesi  se prima si faceva o è il senso di non potersi più occupare di politica o è il senso di non poter più scrivere o di non poter più dipingere come prima o di non poter più fare  delle ascensioni in montagna per via del bambino, è il senso di non poter disporre della propria vita , è l’affanno di doversi difendere dalla malattia e dalla morte perché la salute e la vita della donna è necessaria al suo bambino.(...) Le donne sono unastirpe disgraziata e infelice con tanti secoli di schiaviu sulle spalle e quello che dovono fare è difendersi dalla loro malsana abitudine di cascare nel pozzo ogni tanto, perchè un essere libero non casca quasi mai nel pozzo e non pensa così sempre a se stesso ma si occupa di ttte le cose importanti e serie che ci sono al mondo e si occupa di se stesso soltanto per sforzarsi di essere ogni giorno più libero. così devo imparare a fare anch'io per la prima perchè se no certo non potrò combinare niente di serio e il mondo non andrà mai avanti bene finchè sarà così popolato d'una schiera di esseri non liberi.





(n.d.r: prossimamente pubblicherò il commento di Alba de Céspedes)

mercoledì 15 giugno 2005

  





 




 




    A un amico che spero di non perdere mai. 


Per questo si è diventati amici no? Per non perdersi. 


P.S 1- Però quanta paura si prova quando il rischio è alto!


P.S 2- Ma a voi vi sembra possibile che io possa rinunciare ad un grande amico solo perchè a volte punge, lo stupido?

martedì 14 giugno 2005

Ecco, ora il paesaggio è questo. Ma non è nè per me nè per voi.


iE' il posto che attende con lucida pazienza mio padre. Per qualche tempo ancora però può aspettare. C'è tempo, c'è tempo.


Lo accoglierà come lui merita, restituendogli i migliori  fra tutti i ricordi che ha messo da parte in questi suoi quasi 93 anni. Ritroverà tutto quello che in questo tratto comunque lungo non è riuscito a vivere fino in fondo, imparerà a suonare anche l'organo, se non s'accontenterà più dell'harmonium, troverà altri patiti di bocce e di parole crociate e di musica classica. Potrà parlare di nuovo con mia madre, e dirle che quella notte lui non era rimasto con lei soltanto perchè i medici gli avevano assicurato che non vi era nulla d'allarmante, che al mattino l'avrebbe ritrovata ancora viva. Ora che ci penso,sarebbe ora che lei lo perdonasse, con il suo sorriso così simile al mio. E io vorrei dire e scrivere e augurare a quest'uomo che sta per lasciare la vita di stare tranquillo, che il trasloco ( così lui ogni tanto nomina il dover morire) sarà un passo lieve verso il Paradiso nel quale lui crede. Verrà qualcuno a prenderti e a portarti lì con dolcezza, Pepi, stai tranquillo.


Ma c'è tempo, c'è ancora tempo .

lunedì 13 giugno 2005

ANCORAAA??? SÌ!


Ural ( Urali ) - Sibir 2


Non so intervenire sulle foto, altrimenti metterei un po' di verde, una poltroncina a dondolo comoda e una cassetta con tutti i libri che vorrei leggere accanto a me. Un po' di neve lasciamola pure, perchè c'è anche (ancora...) da spazzare, eh certo!

sabato 11 giugno 2005

A MENO CHE....? ;)


Vai all'immagine a grandezza naturale


Su, avanti, convincetemi che vivere in due può talvolta creare felicità. Dovete convincermi sul serio. Perchè io sono una donna sognatrice e single, che crede in una cosa statisticamente assai più perdente di una notte passata da ubriachi in un casinò.


 A meno che... PUNTO.


P.S Giovanni qui avevo aggiunto una delle mie solite dichiarazioni d'amore  per te ma poi mi commentano solo quella, mannaggia ! ;))))

martedì 7 giugno 2005

Vai all'immagine a grandezza naturale


Ah, io le capisco le donne che faticavano a non cadere ai suoi piedi, oh! se le capisco!


Altri tempi, ben altri tempi! Oggi le donzelle vogliono di più ,di più, vogliono l'esclusiva, vogliono essere le sole corteggiate, vogliono il presente e il  futuro, vogliono rapporti sinceri e onesti, vogliono un uomo libero, vogliono non più dover dire quella seconda frase quando ne parlano all'amica: "Solo che...". 


Perchè oggi è finita l'era dei


SOLO CHE....


Un abbraccio agli adorabili incantevoli Casanova. Perchè sono comunque vitalità, energia, fantasia e colore.


giovedì 2 giugno 2005

 


NON SO CHE COSA VOTARE, penso che voterò un no di sinistra che rischierà d'essere strumentalizzato dalla destra. Salli che faresti tu?


Vai all'immagine a grandezza naturale

mercoledì 1 giugno 2005

Nulla accade per caso, capirò come mai ho cliccato sulla parte bassa la parola "cancella", e non su quella in alto , che si riferiva al  post che per una forma di scaramanzia avevo deciso di annullare.  In questo modo se n'è andato nel vuoto un post che amavo e soprattutto i vostri commenti che mi erano così cari!  Mi scuso. A me capita anche di fare grandi sciocchezze, in particolar modo quando sono triste, e oggi lo sono.


Vai all'immagine a grandezza naturale


Il vuoto che raccoglie i post cancellati per errore si trova nello spazio infinito, e un giorno magari qualcuno li recupererà?