trovato sul blog di "ilgiuncomormorante:
Agape e Eros... (troppo inflazionato l'uso del vero amore...)
Un discorso sull'amore è insieme necessario e pericoloso. Necessario, perché ogni azione buona della vita, dalla più elementare o semplice alla più complicata o elevata - ogni azione, quando realizza il suo fine -, ha un fondamento e una radice, che è appunto quell'amore, senza il quale nulla di valido e duraturo può essere intrapreso. Ecco perché, come osserva san Tommaso d'Aquino, la parola amor ha una vastissima gamma di significati: essa designa tanto il senso quanto l'intelletto, tanto il naturale quanto il soprannaturale. Scrive l'Angelico: «Il primo atto della volontà è l'amore» (primus motus voluntatìs est amor)1. Ma parlare dell'amore è anche pericoloso. Proprio l'universalità dell'amore è alla base della banalizzazione e profanazione cui, nel nostro momento storico, è soggetta questa meravigliosa parola. Essa viene per lo più usata non già per indicare la presenza dell'amore come forza spirituale cosmica, che sostiene e cementa tutto quanto esiste, spirituale o materiale che sia; ma viene deturpata e avvilita per esprimere ciò che gli uomini di una civiltà decaduta unicamente possono intendere: mera sessualità, soprattutto nelle sue forme degradate e sterili, scandalistiche e consumistiche. In tal modo la parola «amore» viene a indicare qualcosa, che con l'amore ha poco o niente a che fare. Essa diviene sinonimo della parola sesso, nel senso di attività ludica e libertaria, sganciata da ogni ordine morale. Le lingue classiche, greca e latina, non hanno neppure una parola per indicare ciò che oggi si intende per «sesso», se non quelle che lo qualificano come genere maschile o femminile. Il latino ha molti termini per indicare l'amore (amor, pietas, caritas, dilectio, affectio, studium), ma nessuno per indicare l'attività sessuale. Oggi il sesso si è preso la rivincita: ha invaso e sottomesso l'amore, di modo che, di solito, non è più l'amore che si esprime nella sessualità, ma il sesso che dovrebbe produrre l'amore. Con l'evidente conseguenza che il sesso non solo uccide l'amore, ma suicida anche se stesso, tanto che la nostra società è, insieme, fortemente erotizzata e ancor più fortemente desessualizzata. Ecco perché non è male parlare ancora dell'amore, dato che non è mai dell'amore, in genere, che si parla, quando oggi si parla di «amore». (ma li leggi i messaggi splinderiani?)