lunedì 30 gennaio 2006

LA SCELTA


Anteprima immagine


Eppure sappiamo quando è il caso di riprendere un contatto che è importante , ma che  si trova in stand by, e quando...NO.


In questo io spesso sbaglio.


L'ho già citato, lo faccio ancora: Joseph Roth scriveva che le donne commettono le loro sciocchezze quando sono infelici, e non per distrazione, come fanno gli uomini.


Ma gli uomini sono spesso distratti? E le donne spesso infelici? Anche le donne allegre come me? Mah, che strano mondo  


 


Per dire: noi ci facciamo vanto di tanto patrimonio letterario su ogni cosa umana e divina, ma quando siamo soli con noi stessi non c 'è poesia che tenga, non c'è romanzo, non c'è saggio che metta in guardia. Siamo soli con il nostro passato, che invade il presente, che ha pretese sul futuro. Ma il futuro del passato non ne vuole sapere proprio, il futuro è qualcosa di nuovo, se solo glielo permettiamo.

CON LA MUSICA IN  TASCA


I-pod generation, dicono. Ma L'i-pod sta ai giovani come il blog sta ai giovani: un malinteso. Perchè io ora ascolto Bach mentre passo l'aspirapolvere. O tutto De Gregori, certamente;)


P.S credo che lo porterò con me anche nelle sedute del Consiglio Comunale, sì sì sì. Peccato, non c'era quando dovevo andare a messa ogni santa domenica.


 

domenica 29 gennaio 2006

IL TALENTO



Che bellissima gara fra grandi, quella di oggi in Australia!


Il talento è di tutti, la fatica è trovarlo, tutto lì.

venerdì 27 gennaio 2006

 In bus e sui postali quando nevica è uno spasso unico, se fossi rimasta a casa mi sarei persa tutto, tutto!


martedì 24 gennaio 2006

Fra i commenti di Colfavoredellenebbie :


"La notte non ha grammatica condivisibile "a parole"... niente di più distante. La notte non si dice.
Chi sa m'intende.
La notte pretende il capovolgimento del senso. Il vero sonno mi dorme di giorno, chè io di notte vivo, sono.
Compagni ne ho molti, quasi tutti morti, eppure vivissimi. Come quel Vinicius "grande intimo della notte, ladro di bisbligli amorosi, di misteriose essenze di abbandoni disordinati" La notte ha i suoi fiori, i suoi segreti, i suoi silenziosissimi fantasmi. Come volerne palare a parole scritte (e dunque morte)... di giorno poi?
L'esperanto è un artificio, si sa."



Ci sono post, ci sono commenti, che non basta ricordare di aver letto, ci sarà da tornare a rileggerli domani, o dopodomani, o nel futuro proprio. Questo cara Col è uno. Di tanti.


 

rose_red_pink

domenica 22 gennaio 2006

Il modo più efficace per suscitare la rivelazione autentica nell'altro, è quello di rischiare il primo passo e offrirla spontaneamente, ma la rivelazione di me stesso a me stesso deve precedere la rivelazione all'altro.
Tuttavia in qualche modo fondamentale la mia consapevolezza di quanto emerge dall'interno di me ha la funzione primaria di darmi la libertà/responsabilità di scelta circa i sentimenti che desidero (o no) seguire in ogni dato momento. Non sono in favore dell'apertura casuale... mi riservo il diritto alla privacy e rispetto quel diritto negli altri... Non desidero prendere parte alla brutalità che si maschera come franchezza indiscriminata.
Entro questi parametri ambigui, giungerei a conoscere l'altro e a farmi conoscere da lui. Ci racconteremo le nostre storie e commuoveremo alle storie altrui.

Sheldon B. Kopp


di chi e' un blog?


Io avvio un mio blog: ci scrivo fatti reali personali o generici, butto là una fantasia, una riflessione, un'immagine... E porto(posto)qualcosa di me qui, su questo spazio di cristalli liquidi condiviso.Da questo momento qualsiasi cosa io abbia scritto o graffiato o sussurrato non mi appartiene più. E' una pagina di un grande libro pubblico un po' sconnesso, ma solo apparentemente. Che contiene di tutto, immagini, poesia, racconti, diari appassionati, pensieri smandrappati, riflessioni composte, sciocchezze varie, descrizioni sublimi, intesi e malintesi, di tutto, in questo libro che sfogliamo più o meno ogni giorno, sul quale torniamo anche più volte al giorno. Sappiamo.


Io non vorrei fare o ripercorrere i pensieri miei o altrui su perchè si "perda del tempo" ( visto da fuori) per i blog, vorrei solo dire che se io immagino che un blog che io sono andata a visitare migliaia di volte chiude, sparisce, io so che in quel preciso momento sparisce qualcosa di me senza che io abbia modo di poter fare nulla. Come pagine di un libro strappate e bruciate pagine arricchite di tante annotazioni, e fra queste, qua e là, le mie. Questo blog che sta per sparire, supponiamo. Non è uno scherzo, chiudere un blog, non sempre: potrebbe essere addirittura un gesto di invisibile violenza. (non sempre ciò che non si vede non esiste) Pensiamoci, prima di chiudere il nostro  blog, perchè forse con il tempo è diventato davvero uno spazio condiviso, nel quale si è letto, pensato, costruito e ascoltato e anche sofferto un po' insieme.


Questo è un appello, si capisce? Perchè io sono molto attaccata alle cose e alle persone a cui tengo molto. E mi permetto di tenere anche a qualche blog, anche se non sono nemmeno capace di mettere i link dei blog preferiti su questa pagina, ma tu pensa!


 





giovedì 19 gennaio 2006

Grazie per lo spunto amico Salli'*!



Intervento di Nando Dalla Chiesa in Parlamento.
Ritenendo insufficienti ormai le parole, ha creduto opportuno rivolgersi al Governo in versi.
Poeticamente… appena sufficienti.
Ma una grande lezione civile…

“Bentornati senatori,
dalle feste e dai ristori,
tutti insieme per votare
la gran legge secolare,
la più urgente, la più bella legge,
sì, la legge Pecorella.

Ma quant’è curioso il mondo,
nel suo gran girare in tondo,
che fa nascere d’incanto
una legge che può tanto.
E la scrive un avvocato
per salvare il suo imputato,
che poi, caso assai moderno,
è anche capo del Governo,
mentre invece l’avvocato
è un potente deputato.

Ah, che idea stupefacente,
non si trova un precedente,
è un esempio da manuale
di cultura occidentale
che sa metter le persone
sopra la Costituzione.

E ora è bello edificante
che di voci ce ne sian tante,
di giuristi, ex magistrati,
di causidici, avvocati,
pronti, intrepidi, a spiegare
che la legge è da votare,
poiché vuole la dottrina
che il diritto su una china
più virtuosa scorrerà,
se la norma si farà.

Ma pensate che bellezza
per un reo, l’aver certezza
che se il giudice è impaurito
o corrotto o scimunito,
potrà dar l'assoluzione
senza alcuna sconfessione,
che il processo finirà
e un macigno calerà
sull’accusa dello Stato
e su chi subì reato.

Che trionfo, che tripudio,
e per Silvio che preludio
ad una dolce terza età,
l’assoluta impunità.

Bentornati senatori,
per la fine dei lavori;
cinque anni incominciati
coi tesori detassati,
poi vissuti con amore
a far leggi di favore:
rogatorie, suspicioni,
lodi, falsi e prescrizioni,
approvate in frenesia
e con gran democrazia,
che chi c’è non può parlare
e chi è assente può votare.

Mentre al pubblico in diretta
lui giurava: "Date retta, se non si combina niente
sui problemi della gente
colpa è di opposizioni,
Parlamento e Commissioni!".

Bravi voi che con tempismo
combattete il comunismo,
anche se nell’ossessione
ce l’aveste una ragione:
falsa è di Marx la tesi
che lo Stato è dei borghesi;
ci insegnaste voi del Polo
che lo Stato è di uno solo.

Or votando con l’inchino
si completi il gran bottino
delle leggi personali,
questo sconcio senza eguali.

Del diritto sia mattanza.
Ma l’Italia ne ha abbastanza.”



*diminutivo di carnesalli, by Nuova


 

mercoledì 18 gennaio 2006

IL DUELLO


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E chi ha mai detto che la saggezza sia sempre  da vezzeggiare?


Ma se perde, c'è da perdere, sempre da perdere?


Avete notato? Al bivio non c'è mai nessuno a regalar consigli.


 


 

sabato 14 gennaio 2006

TEMPO LEGGERO


Leggera, libera, serena  : ch'io sia forse sul punto di  innamorarmi di nuovo, come dice la Dorothy Parker? Veraaaaaaa! Non è che me lo hai fermato lì  a sbafar chiacchiere e champagne in uno scompartimento di un tuo treno distratto, eh? Liberalo subito scellerata .


Come potrei descriverlo, un tempo d'attesa che ricorda un tutto è possibile che si viveva per la prima volta nell'adolescenza? Leopardi? La sera del dì di festa? Forse, vado a rileggerla.



P.S 1- ....senza fretta, Vera, seeeenza fretta!   PS 2- ricordatemelo pure, che ho 50 anni e due figli grandi, e allora??? Si ricomincia, voilà.  Tenedo conto per quanto possibile degli errori futuri da mettere ...in conto 

martedì 10 gennaio 2006

Ciò che sta accadendo al blog di Lia è molto molto molto inquietante.


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lunedì 9 gennaio 2006

INTERMEZZO O INCAZZATA?


Una blogger, che credevo in un primo momento carina e gentile, si permette ora di andare ad importunare alcuni di voi,  e mi dispiace molto, per sussurrare cose che non le fanno molto onore, oltre che offendere me.


Ora è vero che al mondo c'è posto per tutti anche per le manipolatrici un po' stupidine, ma quando mi pestano un po' troppo i piedi anche le pulci mi infastidiscono. Ovviamente la ragazza non mi dà accesso al suo blog, così sono costretta ad utilizzare un pezzetto di questo spazio per dirle ORA LA SMETTI 

domenica 8 gennaio 2006

P.S: Io amo Amos Oz ;)


Sempre fra i commenti di Lia (linkata più volte in questo blog) c'è qualcuno che cita il grande scrittore israeliano Oz e vorrei condividere insieme a voi la lettura













Ariel Sharon ha trascorso gran parte della vita come un soldato- agricoltore. Come uno dei giudici d’Israele del Vecchio Testamento. Ha difeso il suo villaggio da predoni e aggressori, ha dato la caccia ai nemici, conquistato e distrutto i loro villaggi, ne ha costruiti di nuovi, ha custodito i vecchi, è tornato a inseguire i nemici e via da capo in un circolo virtuoso. Poi è venuto il tempo delle schermaglie tra pastori, che negli anni si sono trasformate in feroci battaglie con migliaia di carri armati da ambo le parti. L’uomo Sharon è rimasto se stesso durante la guerra per l’Indipendenza del 1948, il conflitto dello Yom Kippur del 1973, la guerra in Libano del 1982 e il piano per la costruzione degli insediamenti.

Per tutta la vita, dalla giovinezza alla vecchiaia, ha tenuto fede al principio secondo il quale ciò che non può essere raggiunto con la semplice forza può essere realizzato con l’«extra-forza». Ha stabilito che noi israeliani possiamo realizzare fatti concreti. Che gli arabi dovranno accettarlo e ilmondo prenderne atto. È stato l’uomo dei muscoli. Lo ricordiamo quando, avvolto in bianche fasce insanguinate nel Canale di Suez, minacciò di condurre le legioni contro i politici che avessero osato accordare agli arabi anche la minima concessione. Lo ricordiamo a Beirut, nella spietata crociata con la quale tentò di affermare con la forza un nuovo ordine nel vecchio Medio Oriente. E lo rivediamo costruire centinaia di insediamenti e portare centinaia di migliaia di coloni ebrei in Cisgiordania, nella Striscia di Gaza, nella regione del Sinai e sulle alture del Golan. L’uomo dei muscoli, sempre. Nel corso di questi decenni l’ho biasimato. Incarnava tutti i difetti che non ho mai sopportato nel mio Paese: quella mescolanza di brutalità e autocompatimento, di insaziabile fame di terra emistica retorica che in un militare laico mi è sempre parsa ipocrita.

Non c’è mai stato un altro individuo che impersonasse al pari di Sharon quest’intossicazione da potere del potere, comune a molti israeliani. Non l’ho mai incontrato personalmente. Non mi sono mai trovato con lui nella stessa stanza. Dicono che all’interno di una cerchia ristretta sia un uomo espansivo, generoso e piacevole. Lo descrivono come un ammaliatore dotato di un vivace senso dell’umorismo, un amante del buon cibo e del lusso. Ho sempre tentato di non lasciarmi impressionare da questo genere di pareri. Odiavo Sharon perché era il nemico della pace. Eppure due anni fa qualcosa è cambiato. Una trasformazione misteriosa. La sua retorica è cambiata in una notte. Il suo vocabolario è mutato. Come se avesse improvvisamente iniziato a parlare una lingua nuova.

Quando, circa due anni fa, Sharon ha detto per la prima volta che l’occupazione era un disastro per gli occupati quanto per gli occupanti, non riuscivo a credere alle mie orecchie. Quando ha iniziato a parlare di due Stati per due popoli, ho pensato scherzasse. Quando ha citato per la prima volta i diritti dei palestinesi, ho creduto stesse parodiando gli slogan del movimento per la pace. E quando ha annunciato lo sgombero dei coloni ebrei e dell’esercito israeliano da Gaza, ho pensato si trattasse semplicemente di un’astuta strategia. Eppure ha mantenuto la parola. Lo hanno chiamato bulldozer quando ha costruito gli insediamenti, si è comportato da bulldozer quando li ha sradicati. È stata una vera operazione militare. Sharon ha travolto i coloni di Gaza nello stesso stile da guerra-lampo nel quale ha vinto le sue guerre. Non un singolo edificio degli insediamenti è rimasto intatto. Ma ha avuto solo due anni per iniziare a disfare ciò che ha realizzato in trentacinque. Gli insediamenti in Cisgiordania e sulle alture del Golan restano un monumento al vecchio Sharon.

Due i grandi interrogativi insoluti. Perché improvvisamente, nell’autunno della vita, quest’uomo ha così profondamente mutato la sua visione delle cose e cos’altro sarebbe stato disposto a fare per realizzare la pace e la riconciliazione? C’è una cosa che non ha portato a termine, neanche a sgombero ultimato. Non è mai riuscito ad avviare un autentico confronto con i palestinesi, come si usa tra vicini o come fa un capo che siede con un suo pari dopo una lunga faida. Sharon si allontana e continua a dirci: «Comprendo i miei errori. Ho tentato di rimediare, ma la vita non me ne ha dato il tempo».

 

 

© Amos Oz 2006 (traduzione di Maria Serena Natale)




07 gennaio 2006



 

venerdì 6 gennaio 2006

Anteprima immagine


Il mio augurio per l'anno nuovo: che sia grandioso anche....ehm... nella vostra camera da letto!!!


La società intera, quella degli sposati e quella dei singles, ha bisogno di questo genere di felicità, abbiamone cura 

lunedì 2 gennaio 2006

Ricetta trovata da LIA, ma se qualcuno ne ha una un po' più semplice.....:


Il ragù non è la salsa alla bolognese.
Si fa mettendo un grosso pezzo di carne di maiale a rosolare in un letto di cipolle, olio, burro e uno spicchio d'aglio. Nella carne di maiale avrai fatto dei buchi profondi, prima, che vanno riempiti con uva passa, pinoli, aglio, prezzemolo, pecorino e pepe.
Quando la carne è rosolata, sfumi col vino e poi ci aggiungi i pelati.
Tantissimi.
Devi farne un mucchio, di ragù. Di più. Più che puoi, ché è sempre troppo poco.
A un certo punto ci aggiungerai le salsicce. E il basilico.
Poi ne aggiungerai altro, di basilico. Dopo un po'.
E, a fuoco lentissimo e semicoperto, lo lascerai cuocere per ore. Non ti so dire fino a quando. Lo capisci dal colore e dalla consistenza, quando è pronto. Tre ore, se va bene. Anche di più.


Il giorno dopo, in una scodella grande, mischi la ricotta con due mestoli di sugo e un po' di parmigiano.


Poi prendi della carne trita di maiale e fai l'impasto per le polpette. Con pazienza infinita, formi delle polpettine non più grandi di una biglia. Piccolissime.
Le fai bollire un nanosecondo in acqua poi le butti nel ragù, da cui avrai già tolto il braciolone e le salsicce e le fai andare un po'.


Cuoci al dente le lasagne (possibilmente quelle De Cecco arricciate ai bordi) e le stendi tutte belline su un canovaccio.


Attorno, prepari una serie di piattini contenenti: mozzarella a tocchetti. Salame piccante napoletano a tocchetti. Salsicce del ragù a tocchetti. Uova sode a fette. Parmigiano grattuggiato.


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Base di ragù in fondo alla teglia.
Poi prendi le lasagne, una a una, e le passi nella ricotta col sugo.
La farcitura deve cominciare solo dal secondo strato, sennò è troppa.
Lasagne passate nella ricotta. Mozzarella, salame, uova sode etc. Sugo con polpettine. Parmigiano. Ancora lasagne con ricotta. Eccetera.
Finisci con lasagne, ragù e parmigiano e inforni.

 Per cortesia qualcuno mi darebbe una mano per colorare e abbellire il mio scialbo template? Faccio addirittura fatica a leggere i miei post, figuratevi i commenti, scritti così in piccolo e di colore bianco! GRAZIE!