domenica 30 gennaio 2005

Il fatto è che  ogni tanto mi piglia un'immensa voglia di organizzare . Stavolta l'obiettivo è una transumanza umana. Propongo di traspferirci ( i migliori fra noi ) alle Canarie tra 10 anni. Si riparte da là, paese caldo, secco, senza veri inverni d'inverno, senza l'afa estiva d'estate. Chi viene ? Vera molto gentilmente metterebbe a disposizione il treno per la partenza.

giovedì 27 gennaio 2005

Ecco, un post estratto dal blog di LA TERRA DI MEZZO  www.319.splinder.com  , pubblicato quasi un mese fa per raccontare il suo primo compleanno come blogger. Ci ritroviamo un po' tutti, nel suo scritto, donne e uomini che hanno scoperto il piacere di incontrarsi nella rete.

sabato, gennaio 01, 2005

Un anno fa questo blog apriva timidamente i suoi battenti, in silenzio, e privo di questa canzone che adesso mi sembra possa meglio raccontare la sua storia.

Poche righe digitate fra tanta insicurezza e sussurrate solo a me stessa. Senza suoni, senza fotografie, un unico lettore che si avvicinò piano e discreto e che trattenne a lungo e controvoglia il mio desiderio che tutto questo spazio rimanesse ancora sepolto per un po’. Non ero pronta agli altri, né dentro né fuori di qui, semplicemente perché non ero pronta nemmeno a me stessa. Farfugliavo pensieri, quotidianamente attaccati e lacerati da chi intorno, nella vita concreta al di là di questo schermo non li accoglieva più da tempo, né era più in grado di comprenderli e condividerli. Però la voglia di riscattarli e di cominciare a dar loro un ordine e una trama c’era, ed era forte.

Li stesi in bianco e nero su un foglio inaccessibile, qui dentro, e cominciai a rimescolare la sostanza dei miei anni più recenti, sospesa in una vita che non era andata esattamente come desideravo ma che ancora qualche colpo lo batteva anche se non sapevo tradurne il senso. Mi creai una terra di mezzo sospesa tra il cielo, il mare e la terra. Tutti elementi poco battuti perché da tempo il mio animo non aveva più né voglia di alleggerirsi con un volo, né di scandagliare i suoi fondali marini, né di aprire appena l’uscio di casa a qualcosa che avesse anche solo l’accenno dei contorni di un volto conosciuto o amico.

Questi lunghi mesi hanno cambiato poco delle cose che avevo dentro allora, eccetto una: la sensazione di essere sospesa in un quadro astratto e pieno di linee indefinite. I tanti e sempre più numerosi ponti di parole, che hanno via via allungato la lista di nomi qui accanto, hanno spinto i miei pensieri verso qualche minima vibrazione. Il balzo finora non è stato sufficientemente forte da staccare completamente i piedi da terra e buttarmi di nuovo nella vita o addentarla a muso duro e con più convinzione, ma l’intento ha cominciato a far capolino. In fondo ricostruirsi non è mai stata un’impresa poi tanto facile.. Ma ogni opinione qui dentro condivisa o discussa ha ridato vita all’emozione lontana di desiderare uno scambio con gli altri, e di voler scoprire con la curiosità di un tempo ciò che c’è al fondo delle cose. O di me. Ho mosso passi lenti ma regolari, quasi quotidiani, e le voci sono diventate tante e importanti.

Gennaio mi risveglia nello stesso luogo dell’anno scorso e sullo stesso treno di allora, affaticato e diretto chissà dove. Un treno che sbuffa, che fa fermate lunghe e brevi, e che riprende il corso sui suoi binari lasciando sempre, inevitabilmente e spesso controvoglia, qualcosa lungo i binari e sotto la tettoia della stazione. E gennaio mi ritrova di nuovo qui e ancora senza affetti intorno, esclusa la mia famiglia, a contare i pochi giorni di ferie rimasti prima di avviare un nuovo anno fra tanti estranei con l’auspicio di una maggiore convinzione, nel farlo, dell’anno addietro.

Ma gennaio, stavolta, non mi trova sospesa a mimare un cammino.

Mi trova con una parvenza di cammino fatto per davvero, anche se scrivendo e muovendo solo le dita più che le mie gambe ed i miei piedi. L’eco di nuovi volti, di voci, pensieri e storie mescolate al tempo mi trasmette la certezza che le terre di mezzo, neutre e incolore, in transito e senza ancora chiare destinazioni, nel loro difficile corso pieno di pause, godranno certo di una buona compagnia. Una compagnia che mancava da tanto, scoperta proprio qui, e che ha davvero fatto la differenza. E tra i primi, e a lungo tempo unici, Alp coi suoi coinvolgenti Battelli che mi hanno riaperto ai libri e alla scrittura, e il caro Barone Rosso o le delicate Variazioni senza tema, o i pensieri di tante e sempre più numerose mani eleganti che mese dopo mese non hanno raccontato, in fondo, vite meno sole della mia. Certo, manca la concretezza, il toccarsi, il parlarsi guardandosi dritti in volto.. Manca il caffé in centro, i due passi su un viale, i discorsi leggeri in un fumoso localino di periferia.. La normalità, la chiamerebbe qualcuno. E manca soprattutto la chiarezza di quali destinazioni prendere, quali progetti provare ad edificare, quali strade seguire o quali ombre, sperando non siano solo ombre.

Ma rispetto al bianco e nero e al silenzio attorno ai pensieri disordinati di un anno fa, e poi ridipinti mese dopo mese lentamente con immagini, colori e qualche buona canzone, tutto suona come un minuscolo discreto passo verso qualcosa. Anche se non so ancora bene cosa.

mercoledì 26 gennaio 2005

trovato una citazione di Erri De Luca da Fiorile (www.spazioesposto.splinder.com) :

....Onora tuo padre e tua madre fu scritto sopra una pietra nel capitolo ventesimo al verso dodici di un libro sacro.
Il verbo che l'antico ebraico impiega è più forte e più pratico del nostro "onora". E' "cabbèd", frutto di una radice che vuol dire:
"dai peso".
Dai peso a tuo padre e a tua madre: perché di quel peso sei fatto tu medesimo.
Tu pesi esattamente quanto il peso che avrai dato loro.
  

martedì 18 gennaio 2005

L'ultimo post di tristan (www.bantam.splinder.com) mi ha convinto: noleggerò un bus e an`dremo a trovarlo in Marocco, lui cucinerà per tutti ..che cosa ci farai assaggiare Tristan?

Per i pigri lascio qui sotto un suo vecchio post. ( Che belle esperienze le serate passate a rovistare in una blog-soffitta! )

lunedì, 14 giugno 2004

Cerco casa

 

 

“Ho deciso di cambiare casa. Ho deciso che la mia nuova casa avrà ogni mattina un panorama diverso. Voglio un cortile immenso con la Tour Eiffel, l’abbazia  di Westminster, la moschea Hassan II compreso l’Oceano su cui fluttua come un miraggio. Voglio svegliarmi e respirare l’aria salmastra di Marsiglia, boccheggiare d’afa sul piano di Reggio Emilia, sentire i polmoni invasi dall’aria pungente del Gran Paradiso. Voglio  essere a due passi dal Louvre, a una fermata d’autobus da Christiania, a un tiro di schioppo dalla Mole Antonelliana.

Voglio lasciare le porte aperte e non avere campanelli. Non ci voglio la televisione, il salotto per gli ospiti e neanche le librerie. Voglio una casa in cui gli oggetti non si impossessino di me e che sia piena di vento.

Voglio poter vedere ogni sera gli amici che stanno nel mondo, Bologna, Milano, Torino,  Roma, Neuchatel, Parigi, Lisbona, Londra, Barcellona e ancora chissà, magari anche Whindoek.

Ho deciso che non mi basta farmi di metadone virtuale, voglio iniettarmi il mondo e sentirlo arrivare di colpo dritto al cervello.

Voglio un vicino di casa che parli una lingua che non capisco.”

 

In agenzia mi hanno guardato strano. Mi hanno cortesemente risposto che, al momento, niente di simile era in vendita. L’agente sorrideva in uno stato di semi-paresi mentre mi indicava l’uscita.

 

postato da: Tristanbantam

domenica 16 gennaio 2005

 

BATTIAMO LA FIACCAAAAA?????

 

E va bene diciamolo d’un fiato che ogni tanto ci si abbatte addosso un periodo di blog-noia e ci allarmiamo un po’ perché non sappiamo bene che fare anche perché chiudere il blog non se ne parla proprio e stare in silenzio non giustificato nemmeno perché non ci viene bene e allora uff dovrei postare qualcosa di nuovo perché anche i post hanno una data di scadenza e  uff devo rispondere a tutti che sono stati così carini nei loro commenti, e generosi persino, che bravi loro e uff sono un po’ stanca e dovrei magari dormire di più soprattutto nelle prime ore della notte, che dicono siano quelle che più contano per sentirsi riposati il giorno dopo e uff come vorrei per un mese anzi per un tempo indeterminato solo leggere i vostri blog e i  commenti ai vostri blog e non solo i commenti che lasciate da me perché lo so che ci siete ma se vi vedo sto meglio e uff se  scriveste per questo mese  o tempo indeterminato dei post un po’ meno lunghi  guardate barbarella che brava è lei e uff ma insomma.

E allora io propongo un articolo costituzionale che preveda i PUNTINI.

Tre puntini per un post che significa  pedalate un po’voi grazie. Però ci sono, mi sto solo massaggiando un poco i muscoli grazie siete adorabili.

Tre puntini per commentare i vostri post. Con punto esclamativo per dire che bel post! Due punti eslamativi per dire che bellissimo post!! Tre per dire strepitoso!!!

Nello spazio dei commenti si accettano le sottoscrizioni a questo emendamento costituzionale.

martedì 11 gennaio 2005

 

....subito un post  che vi scrivo ridendo. E soprattutto lo scrivo di corsa perchè questa cosa al telefono stasera è piaciuta tanto anche a Melusina e potrebbe rubarmi l'idea (sai le amiche a volte....;)))))))))

Dunque...non aspettatevi chissà che cosa. Solo uno slogan di un amico, una raccomandazione saggia indirizzata a tutte le donne:  "CALMA, FATE SOLO UNA COSA ALLA VOLTA, E CON DUE MANI!"

AHHAHAAHAHHA...........................CHE SIMPATICO.

Rido perché questi uomini hanno straragione quando ci rimproverano di fare troppe cose in una volta sola. Guardate loro quando fanno qualcosa: la fanno con calma, con riflessione, con tuuuuuuttto il teeeeempo che ci vuole. E' che, signori miei, mica siamo sceme, faremmo volentieri così anche noi,  peccato che sappiamo benissimo  che così facendo andremmo a dormire ogni notte alle tre. Certo, si può provare..

 

....subito un post  che vi scrivo ridendo. E soprattutto lo scrivo di corsa perchè questa cosa al telefono stasera è piaciuta tanto anche a Melusina e potrebbe rubarmi l'idea (sai le amiche a volte....;)))))))))

Dunque...non aspettatevi chissà che cosa. Solo uno slogan di un amico, una raccomandazione saggia indirizzata a tutte le donne:  "CALMA, FATE SOLO UNA COSA ALLA VOLTA, E CON DUE MANI!"

AHHAHAAHAHHA...........................CHE SIMPATICO.

Rido perché questi uomini hanno straragione quando ci rimproverano di fare troppe cose in una volta sola. Guardate loro quando fanno qualcosa: la fanno con calma, con riflessione, con tuuuuuuttto il teeeeempo che ci vuole. E' che, signori miei, mica siamo sceme, faremmo volentieri così anche noi,  peccato che sappiamo benissimo  che così facendo andremmo a dormire ogni notte alle tre. Certo, si può provare..

venerdì 7 gennaio 2005

 Nel suo post di oggi Daisy (http://mirta.iobloggo.com/ ) disserta su una parola: SPERANZA.

Io ne propongo un'altra, anzi,  altre due (espressioni, più che parole): l'espressione "ti invidio" e l'espressione "ti ammiro". Che bello se ogni volta riuscissimo a scegliere con consapevolezza quale delle due sia la più appropriata. Se invece questa scelta la dobbiamo lasciare all'inconsapevolezza  altrui...sai quante volte verrebbe voglia di dire "oh, ma grazie, riprenditela pure (l'invidia)" Ma il più delle volte arriva l'altra espressione , quella "buona", meno male Le parole, si diceva, contano.

Sto costruendo, ora, la sera sono affaticata come un muratore, perdonatemi se qualche volta (a parte le difficoltà nel dover usar questo piccolo portatile che mi incasina le parole) sarò una vostra amica-lettrice-silenziosa. E poi...e poi manca ancora il nome, chi non sa di che cosa sto parlando deve andare un po' indietro nell'archivio...heheheeheh

domenica 2 gennaio 2005

Vi racconto la miglior notizia letta in questi ultimi giorni.


 


A Mahikao,in  Thailandia, Tilly, una bambina dieci anni, era arrivata dall’ Inghilterra con la famiglia per le vacanze di fine anno.Ha visto che l’acqua improvvisamente era diventata strana e che erano  apparse delle bolle. Quando il mare ha cominciato a ritirarsi  lei ha capito che quelli erano i segni che anticipano l’arrivo di uno tsunami  (cose ascoltate in classe durante l'ora di geografia) e lo ha riferito a sua madre. La mamma le ha creduto (e brava questa mamma), ha dato l'allarme e  in cento si sono salvati. Loro ce l’hanno fatta.