mercoledì 4 ottobre 2006

UOMINI CHE NON SI ASSOCIANO AD UN CERTO COMPORTAMENTO MASCHILE. CE NE SONO.


Forse il tramonto delle vecchie relazioni tra i sessi basate su una indiscussa supremazia maschile provoca una crisi e uno spaesamento negli uomini che richiedono una nuova capacità di riflessione, di autocoscienza, una ricerca approfondita sulle dinamiche della propria sessualità e sulla natura delle relazioni con le donne e con gli altri uomini.
 
La rivoluzione femminile che abbiamo conosciuto dalla seconda metà del secolo scorso ha cambiato radicalmente il mondo.
Sono mutate prima di tutto le nostre vite, le relazioni familiari, l’amicizia e l’amore tra uomini e donne, il rapporto con figlie e figli. Sono cambiate consuetudini e modi di sentire. Anche le norme scritte della nostra convivenza registrano, sia pure a fatica, questo cambiamento.
 
L’affermarsi della libertà femminile non è una realtà delle sole società occidentali. Il moto di emancipazione e liberazione delle donne si è esteso, con molte forme,  modalità e sensibilità diverse, in tutto il mondo.
La condizione della donna torna in modo frequente nelle polemiche sullo “scontro di civiltà” che sarebbe in atto nel mondo. Noi pensiamo che la logica della guerra e dello “scontro di civiltà” può essere vinta solo con un “cambio di civiltà” fondato in tutto il mondo su una nuova qualità del rapporto tra gli uomini e le donne.
 


Oggi attraversiamo una fase contraddittoria, in cui sembra manifestarsi una larga e violenta “reazione” contraria al mutamento prodotto dalla rivoluzione femminile. La violenza fisica contro le donne può essere interpretata in termini di continuità, osservando il permanere di un’antica attitudine maschile che forse per la prima volta viene sottoposta a una critica sociale così alta, ma anche in termini di novità, come una “risposta” nel quotidiano alle mutate relazioni tra i sessi.


Un altro sintomo inquietante è il proliferare di mentalità e comportamenti ispirati da fondamentalismi di varia natura religiosa, etnica e politica, che si accompagnano sistematicamente a una visione autoritaria e maschilista del ruolo della donna. Queste stesse tendenze sono però attualmente sottoposte a una critica sempre più vasta, soprattutto – ma non esclusivamente – da parte femminile

La recente cronaca italiana ci ha offerto alcuni casi drammatici, eclatanti che rivelano anche modi diversi di accanirsi sul corpo e sulla mente femminile.
Una ragazza incinta viene seppellita viva dall’amante, che non vuole affrontare il probabile scandalo. Un fratello insegue e uccide la sorella, rea di non aver obbedito al diktat matrimoniale della famiglia.  Un immigrato pakistano uccide la figlia, aiutato da altri parenti maschi, perché non segue i costumi sessuali etnici e religiosi della comunità. In alcune città si susseguono episodi di stupro da parte di giovani immigrati ma anche di maschi italiani. Sono italiani gli stupratori di una ragazza lesbica a Torre del Lago.  Italiano l’assassino che a Parma ha ucciso con otto  coltellate la ex fidanzata, che perseguitava da qualche anno.  Ultimo caso di una lunga scia di delitti commessi in questi ultimi anni in Italia da uomini contro le ex mogli o fidanzate, o contro compagne in procinto di lasciarli.

Il clamore e lo scandalo sono alti. In un contesto di insicurezza (in parte reale, in parte enfatizzata dai media e da settori della politica), di continua emergenza e paura per le azioni del terrorismo di matrice islamica e per le contraddizioni prodotte dalla nuova dimensione dei flussi di immigrazione, nel dibattito pubblico la matrice della violenza patriarcale e sessuale è stata spesso riferita a culture e religioni diverse dalla nostra.
Molte voci però hanno insistito giustamente sul fatto che anche la nostra società occidentale non è stata e non è a tutt’oggi immune da questo tipo di violenza.  E’ anzi possibile che il rilievo mediatico attribuito alla violenza sessuale che viene dallo “straniero” risponda a un meccanismo inconscio di rimozione e di falsa coscienza rispetto all’esistenza di questo stesso tipo di violenza, anche se in diversi contesti culturali, nei comportamenti di noi maschi occidentali.
Si è parlato dell’esigenza di un maggiore ruolo delle istituzioni pubbliche, sino alla costituzione come parti civili degli enti locali e dello stato nei processi per violenze contro le donne. Si è persino messo sotto accusa un ipotetico “silenzio del femminismo” di fronte alla moltiplicazione dei casi di violenza.
 
Noi pensiamo che sia giunto il momento, prima di tutto, di  una chiara presa di parola pubblica e di assunzione di responsabilità da parte maschile. In questi anni non sono mancati singoli uomini e gruppi maschili che hanno cercato di riflettere sulla crisi dell’ordine patriarcale.
Ma oggi è necessario un salto di qualità, una presa di coscienza collettiva.
 
La violenza è l’emergenza più drammatica.
Una forte presenza pubblica maschile contro la violenza degli uomini potrebbe assumere valore simbolico rilevante. Anche convocando nelle città manifestazioni, incontri, assemblee, per provocare un confronto reale.
Siamo poi convinti che un filo unico leghi fenomeni anche molto distanti tra loro ma riconducibili alla sempre più insopportabile resistenza con cui la parte maschile della società reagisce alla volontà che le donne hanno di decidere della propria vita, di significare e di agire la loro nuova libertà:
 
Il corpo femminile è negato con la violenza.
Ma viene anche disprezzato e considerato un mero oggetto di scambio (come ha dimostrato il recente scandalo sulle prestazioni sessuali chieste da uomini di potere in cambio di apparizioni in programmi tv ecc.). Viene rimosso da ambiti decisivi per il potere: nella politica, nell’accademia,  nell’informazione, nell’impresa.
Lo sguardo maschile – pensiamo anche alle organizzazioni sindacali – non vede ancora adeguatamente la grande trasformazione delle nostre società prodotta negli ultimi decenni dal massiccio ingresso delle donne nel mercato del lavoro.
Chiediamo che si apra finalmente una riflessione pubblica tra gli uomini, nelle famiglie, nelle scuole e nelle università, nei luoghi della politica e dell’informazione, nel mondo del lavoro.
Una riflessione comune capace di determinare una sempre più riconoscibile svolta nei comportamenti concreti di ciascuno di noi.
 
Primi firmatari
Sandro Bellassai, Stefano Ciccone, Marco Deriu, Massimo Michele Greco, Alberto Leiss, Jones Mannino, Claudio Vedovati.
 
Adesioni
Davide Rossi, Umberto Varischio, Gianfranco Proietti, Luca Proietti, Giuseppe Colosi, Lino Giaccone, Diego Bortolameotti, Francesco Lauria, Beppe Pavan, Daniele Barbieri, Roberto Poggi, Massimiliano Luppino, Andrea Baglioni, Luigi Zoja, Fausto Perozzi, Alessio Surian, Gianluca Borghi, Mattia Toscani, Eugenio Caggiati, Marcello Acquarone, Attilio Mangano, Roberto Illario, Daniele Bouchard, Luciano Sartirana, Corrado Roncaglia,, Franco Toscani, Giacomo Mambriani, Marco Cazzaniga, Gianni Ferronato, Livio Dal Corso, Carlo Marchiori, Marco Sacco, Vanni Bertolini, Francesco Camattini, Luciano Marmocchia, Giuseppe De Nigris, Marco Cervino, Gianni Caligaris, Domenico Matarozzo, Sandro Mezzadra, Stefano Sarfati Nahmad, Alberto Moreni, Enrico Ottolini, Vittorio Cotesta, Alessandro Bosi, Franco Caldera, Ettore Lo Maglio Silvestri, Goffredo Fofi, Cesare Del Frate, Daniele Licheni, Nicola Sinopoli, Enrico Euli, Roberto Verdolini, Antonio D’Andrea, Silvano Cogo, Christian Carmosino, Sandro Coccoi, Giacomo Truffelli, Gianfausto De Dominicis, Michele Citoni, Franco Insalaco, Gigi Malaroda, Andrea Rigon, Nicola Negretti, Nicola Ricci, Mario Gritti, Gianfranco Neri, Osvaldo Pieroni, Andrea Lavagnoli, Antonio Cinquantini, Paolo Scatena, Antonio Canova, Michele Poli, Domenico Rizzo, Stefano Montali, Fernando Lelario, Alessio Miceli, Alessandro Quintino, Gabriele Galbiati, Renato Sebastiani, Giuliano Dalle Mura, Stefano Vinti, Pietro Craighero, Rino Genovese, Giampiero Bernard, Lorenzo Di Santo, Davide Larizza, Tonino Soldo, Davide Fantazzina, Gianluca Ricciato, Ubaldo Coccoli, Pierangiolo Berrettoni, Nicola Briguglio, Fabio Arras, Sergio Bellucci, Giorgio Gallo, Carlo Simionato, Gianfranco Iannuzzi, Marco Capovilla, Stefano Galieni, Enrico Peyretti, Stefano Dall’Agata, Andrea Cozzo, Antonio Versari, Saverio Aversa, Sandro Campanini, Gaetano Stella, Pasquale Voza, Luigi Dotti, Enzo Zampella, Claudio Calcaterra, Hamadi Zribi, Massimo Bucca, Giuliano Dolfi, Iacopo Venier, Marcello Gidoni, Gianguido Palumbo, Arcangelo Patone, Giuliano Ciampolini, Sergio Sinigaglia, Giuseppe Reitano, Luca Baccelli, Alberto Burgio, Franco Brughiera, Fernando Giarrusso, Danilo Bruno, Vito Dileo, Giovanni Papa, Sergio Benassai, Fabio Visentin, Claudio Berlengiero, Oscar Agostani, Lino Balza, Mauro Castagnaro, Pasquale D’Andretta, Mauro Traverso, Fausto Concer, Fabio Amodio, Marco Trotta, Giorgio Guelmani, Enio Sartori, Lapo Casetti, Amedeo Di Gregorio, Michele Grandolfo, Mario Bucci, Alberto Picchio, Salvatore Tassinari, Ennio Cirnigliano, Giulio Petrilli, Flavio Attolini, Sergio Manduchi, Ico Gasparri, Lorenzo Biagini, Paolo Buffoni, Alfredo Simone, Roberto Abbati, Peppino Coscione, Giuliano Giuliani, Orazio Leggiero, Giacomo Lanza, Franco Masini, Aldo Tortorella, Paolo Serra, Aldo Tarascio, Gianni Giovanetti, Paolo Bosi, Federico La Sala, Gianni Pelosi, Nicola Triggiani, Fabio Cittolini Morassutti, Stefano Melandri, Michele Lalla, Cesare Parstarini, Bruno Pizzica, Andrea Ricci, Toti Domina, Lucius F.Schlinger, Simone Paoletti, Massimiliano Androni, Fiorello Ghiretti, Andrea Dotti, Francesco Scalari, Lorenzo Buratti, Davide Carmarino, Roberto Zanzucchi, Luca Dotti, Marino Muratore, Pasquale Casentino, Giovanni Mottura, Antonello Schiavone, Andrea Bagni, Luca Vetrice, Gad Lerner, Giacomo Marramao, Nanni Balestrini, Aluisi Tosolini, Giuseppe Cotturri, Federico Bergonzi, Pietro Orsatti, Francesco Casaretti, Mario Attorre, Rosario Nicchitta, Augusto Colombo, Luciano Devescovi, Piero P. Giorgi, Virgilio Merola, Cirus Rinaldi, Franco Fuselli, Fausto Piazza, Franco Giordano, Edoardo Trotta, Giancarlo Colombo, Robertino Barbieri, Massimo Quinzi, Andrea Ciantar, Gianni Piffari, Italo Porcile, David Muñoz G., Paolo Sarti, Angelo Zappoli, Jack Olanda, Moreno Biagioni, Francesco Dal Corso, Roberto Raccanelli, Fabrizio Burattini, Saverio Russo, Mario Ongaro, Alessandro Pollio Salimbeni, Sergio Barozzi, Giovanni Marini, Francesco Di Franco, Stefano Melillo, Marco Carraro, Lucio Dell’Accio, Maurizio Pozzobon, Roberto Capparucci, Aldo Cigliano, Tullio Maccarone, Massimo Lorenzani, Alessandro Portelli, Andrea Accolti,
Ass. Aspettare Stanca, Maschile Plurale, Il Cerchio degli uomini, Medicina democratica – Movimento di lotta per la salute – Milano, Medicina democratica – Movimento di lotta per la salute – Alessandria, Centro Studi GLTQ (254)
 
Per adesioni: appellouomini@libero.it  Sito web: http://www.donnealtri.it


 


 

16 commenti:

  1. gran bella provocazione in questo manifesto...peccato il linguaggio fuori tempo e il genere proclama+firme ;) :)

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  2. vero che il linguaggio non è attuale ma quello che mi incuriosisce è tutta quella fila di firme maschili (cosa molto importante in effetti). E mi rimane una curiosità: ma questi uomini che firmano una petizione simile (e non parlo dei primi firmatari, la cui posizione è conosciuta e meditata) questi uomini come costruiscono la relazione con le proprie compagne, collaboratrici, dipendenti. Soprattutto quando sono al potere?

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  3. vero che il linguaggio non è attuale ma quello che mi incuriosisce è tutta quella fila di firme maschili (cosa molto importante in effetti). E mi rimane una curiosità: ma questi uomini che firmano una petizione simile (e non parlo dei primi firmatari, la cui posizione è conosciuta e meditata) questi uomini come costruiscono la relazione con le proprie compagne, collaboratrici, dipendenti. Soprattutto quando sono al potere?

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  4. vero che il linguaggio non è attuale ma quello che mi incuriosisce è tutta quella fila di firme maschili (cosa molto importante in effetti). E mi rimane una curiosità: ma questi uomini che firmano una petizione simile (e non parlo dei primi firmatari, la cui posizione è conosciuta e meditata) questi uomini come costruiscono la relazione con le proprie compagne, collaboratrici, dipendenti. Soprattutto quando sono al potere?

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  5. è giusto chiedersi se questi firmatari sono poi coerenti nel loro quotidiano. ma l'argomento è così drammatico, così tornato di prepotenza alla cronaca, come decenni fa, più di decenni fa, che occorre anche una nuova presa di coscienza , e anche un impegno pubblico.

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  6. Comunque un controllo sulla coerenza è pura utopia, in ogni campo. Evviva gli uomini che dicono e che sottoscrivono un no, non ci sto, non mi ci riconosco. Era ora, in qualsiasi forma lo facciano, anche arcaica, mi va benissimo.

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  7. A prescindere l'iniziativa di indubbio valore e importanza, secondo me cose del genere sono accadute sempre, solo si sapevano di meno. Le donne da sempre hanno avuto vergogna a denunciare una violenza che le avrebbe macchiate, lo stesso si dica della pedofilia e delle violenze domestiche. Non dirlo però non equivale al non avvenuto fatto nelle epoche precedenti.
    La cosa assurda è che nella società di oggi esistano ancora tale eventi, che vanno assolutamente combattutti, ma, ripeto, non credo sia un fatto avvenuto per la cosiddetta "rivoluzione femminile"
    Maluna

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  8. A prescindere l'iniziativa di indubbio valore e importanza, secondo me cose del genere sono accadute sempre, solo si sapevano di meno. Le donne da sempre hanno avuto vergogna a denunciare una violenza che le avrebbe macchiate, lo stesso si dica della pedofilia e delle violenze domestiche. Non dirlo però non equivale al non avvenuto fatto nelle epoche precedenti.
    La cosa assurda è che nella società di oggi esistano ancora tale eventi, che vanno assolutamente combattutti, ma, ripeto, non credo sia un fatto avvenuto per la cosiddetta "rivoluzione femminile"
    Maluna

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  9. A prescindere l'iniziativa di indubbio valore e importanza, secondo me cose del genere sono accadute sempre, solo si sapevano di meno. Le donne da sempre hanno avuto vergogna a denunciare una violenza che le avrebbe macchiate, lo stesso si dica della pedofilia e delle violenze domestiche. Non dirlo però non equivale al non avvenuto fatto nelle epoche precedenti.
    La cosa assurda è che nella società di oggi esistano ancora tale eventi, che vanno assolutamente combattutti, ma, ripeto, non credo sia un fatto avvenuto per la cosiddetta "rivoluzione femminile"
    Maluna

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  10. cara Mirella...sono davvero giorni bui per me, e un'amica cara come chi sai sarebbe davvero preziosa...ti manco un abbraccio.

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  11. "un controllo sulla coerenza sarebbe pura utopia", concordo...sarebbe già sufficiente chiedersi se i firmatari abbiano davvero letto tutto il testo che hanno sottoscritto:-)
    un sorriso
    veradafne

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  12. "un controllo sulla coerenza sarebbe pura utopia", concordo...sarebbe già sufficiente chiedersi se i firmatari abbiano davvero letto tutto il testo che hanno sottoscritto:-)
    un sorriso
    veradafne

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  13. "un controllo sulla coerenza sarebbe pura utopia", concordo...sarebbe già sufficiente chiedersi se i firmatari abbiano davvero letto tutto il testo che hanno sottoscritto:-)
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    veradafne

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  14. One of the main reasons why designer watches are perhaps the most searched brand of luxury Bell & Ross watches via the World Wide Web has to do with the top-notch craftsmanship of the Breitling watches itself.

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