mercoledì 12 maggio 2010

Lettera a Silvio Soldini


Signor Soldini,


nel prossimo film darà vero una possibilità di salvezza anche a lui, e non solo a lei? Permetterà all'uomo della prossima storia di entrare nella popria crisi, soffrirne, ma seriamente, e uscirne trasformato, abbastanza adulto per prendere una decisione? Questa evoluzione nel film  "Cosa voglio di più" è data solamente alla protagonista, mentre l'amante rimane indietro, bamboccione prima, bamboccione durante e bamboccione dopo. Strutturalmente incapace di evolvere. Diamo finalmente a questi uomini, almeno nei film , la possibilità di credere nella felicità, che è raggiungibile solo se si è ben attrezzati per attraversare le sofferenze, perchè solo lì sta la forza, l'energia per crescere e cambiare?  


Non permetta che la donna sia sola in questo viaggio di maturazione, perchè una donna come la sua protagonista deve poter credere ancora in una passione vivibile con un uomo, che sia consapevole anche lui del fatto che ogni passione ha bisogno di un progetto, per potersi alimentare di Vita e non appassire nel giro di pochi incontri.


Senza progetto non vi è passione, questo lei nel film lo racconta benissimo,  è possibile al massimo un momentaneo surrogato. Che finirà in tragedia. (una grande passione buttata alle ortiche non la ritiene una tragedia?) Questo ci racconta il suo film, questa è la fotografia di una realtà che vorremmo trasformare. 


Lo faccia, signor Soldini, questo sforzo, perchè al cinema ci vanno anche tanti giovani , maschi confusi, persino un po' depressi, e non è giusto che crescano convinti che ci si possa accontentare di poco, perchè a loro dire ciò che davvero conta è imparare a sopravvivere in un immutabile e arido presente.




La felicità, signor Soldini, non la si strova nell'inganno e nei surrogati. E soprattutto non nella rinuncia.  Per cui la regali (come forza, come pulsione erotica, come fiducia profonda nella vita) anche al sesso maschile, e non solo alle donne. Queste donne come la sua protagonista, donne che sanno infine decidere, e soffrire, lottare e piangere, ma rimarranno malgrado tutto fieramente in piedi, fieramente raggianti, incapaci di rinunciare alla felicità, a costo di chiudere senza parole (come accade nel suo film) una storia d'amore che per mancanza di una trama era nata già condannata.


Facciamo cosi, Silvio Soldini: ciack, si gira da capo, e stavolta sarà "Cosa vogliamo di più": uomini e donne.  Vediamo di uscire da queste tenebre, come fanno coraggiosamente Pamina e Tamino nel Flauto Magico. O va bene anche  poco coraggiosamente, ma con la stessa infinita dose di fiducia nell' Amore, come fanno Papageno e Papagena.


 Adoro il Flauto Magico, bisogna proprio che io me lo riascolti uno di questi giorni.


(Annina, sorella mia che sei "da qualche parte", questo post è per te.)

14 commenti:

  1. Ciao :-)non ho visto (ancora) il film di Soldini.Ma sottoscrivo il tuo appello: anche gli uomini devono imparare a crescere (ad ogni età) per potere avere rapporti alla pari con donne cresciute più di loro.Un sorrisoMatteo

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  2. amo Pappageno e pappagena : pa pa papa papapapa :-)

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  3. Praticamente, la mia indaffaratissima amica Deli, ha letto -solo-  l'ultima riga del post ;))

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  4. Post..illa al post. Uno potrebbe anche pensare: ma che te ne importa della depressione che colpisce gli uomini? Basta che siate forti voi donne, no? " Il fatto è che ai depressi non piace la tua vitalità, donna. Farà molto per mortificarla, un po' consciamente e un po' inconsciamente. Inventeremo un poderoso vaccino! Il vaccino Soldini lo ha rappresentato in una delle ultime scene del suo film, quando lei osserva le due donne intente a lavorare su un tetto di una casa tunisina: con un ritmo che dà pace spazzolano e rispazzolano un tappeto tessuto a mano. Con le loro mani di donne, dolci e forti, capaci di dare e di contenere. E di aspettare che un tempo cattivo poi passi, e ne arrivi uno buono. Arriverà, tu piangi, ora, arriverà comunque.

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  5. Da un film, all'altro...Il "Lato Oscuro" è la componente malvagia della Forza. Il Lato Oscuro della Forza è composto dalla rabbia e dall'odio causati dalla sofferenza. Un buono Jedi non dovrebbe mai essere sopraffatto dalla rabbia e quindi dovrebbe rimanere "puro" da non divenire un praticante del Lato Oscuro. Chi non riesce a sopportare il dolore e si fa trascinare dall'ira, intraprende (anche indirettamente o inconsapevolmente) la strada che porta al Lato Oscuro della forza. Paura, odio, ansia e vendetta sono tutti sentimenti che portano al Lato Oscuro. La paura porta alla rabbia, la rabbia porta all'odio, l'odio porta alla sofferenza. La paura è la via per il Lato Oscuro".Il Lato Oscuro può essere studiato a patto di non dare eccessivamente peso ai propri sentimenti e a non farsi trasportare, poiché si verrebbe consumati da esso.(cit. Star Wars)

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  6. Non è vero, ho letto tutto, veramente :-)Ma Pappageno è la sintesi di quello cui aspiro: leggerezza, eros, dolcezza. Eun intelligenza nascosta, sì, non seriosissima :-)

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  7. Non ho letto tutti i commenti, quindi spero di non dire cose già detto.Ho visto il film proprio ieri sera. A me è mancato qualcosa sia in lei che in lui, in tutti i lui... e in tutte le lei coinvolte.Mi è mancato il dialogo, la riflessione. È stata la rappresentazione della realtà, questa abitudine a reagire alla frustrazione, alla depressione, all'insoddisfazione con il consumismo. In questo caso il consumo di passione, sesso, trasgressione. Non ho nulla in contrario a nessuna di queste cose, ma (oggi)  penso che semmai sarebbe più costruttivo viverle perché ho scelto conspevolmente di viverle. Altrimenti ci si ritrova a "subirle", senza trarne il beneficio che potrebbero offrire.Sia Anna che Domenico (!) non si sono fermati un istante a riflettere cosa stava loro succedendo, non hanno dato ai loro rispettivi compagni la possibilità di essere partecipi di una sofferenza che si stava insinuando nella loro vita e, soprattutto, si sono privati essi stessi di trovare nella riflessione, nell'attesa, nella sospensione, un'occasione per crescere, capire, evolvere e, forse, viversi una passione diversa, diversamente...Quindi non sono del tutto d'accordo con Mirella quando afferma che le donne sanno infine decidere,,, rimanendo in piedi. Sembra che rimaniamo in piedi e, semmai, ci rimaniamo ma ferite e sfiduciate, sofferenti e indebolite. No, dobbiamo iniziare a cambiare anche noi, non dobbiamo nemmeno finirci in quelle storie, non così, non senza prima capire cosa ci stia succedendo, altrimenti entreremo in quel tipo di storie sempre in difetto, perché ci entriamo con un bisogno da soddisfare, cercando di colmare un vuoto tutto nostro.Di sicuro un film che ha suscitato molte discussioni...c.

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  8. Grazie per le vostre riflessioni.Forse il mio stupore è sempre lo stesso: mai come oggi nella storia dei rapporti fra donne e uomini è stata data un'opportunità di partenza tanto libera e generosa, e svincolata dal bisogno di espedienti ipocriti. In occidente ci siamo liberati da oppressioni e tabù culturali o moralistici che ancora sopravvivevano quando io ero una bambina: si diceva per esempio che una donna dovesse scegiiersi un marito per tutta la vita a garanzia della propria sopravvivenza, economica e sociale. Ad Ambrì una sola donna aveva divorziato dal marito, e si diceva che avesse un amante di nome Antonio, che vergogna, che svergognata. Il mio primo film all'oratorio parlava di una ragazza che aveva santificato la propria verginità (tale Maria Goretti); nella storia del cinema (non che io sia esperta, anzi!) abbiamo avuto-mi pare-  abbuffate di sceneggiature inneggianti al matrimonio "pur di non pensarlo", nutrito di inganni e di inutili  sofferenze. Il divorzio soltanto in ultima istanza, dopo aver provato tutte le tattiche per tenere insieme il nulla, nel nome dei figli, del bene dell'altro, poverino soffrirebbe, dell'altra, poverina soffrirebbe, dei figli poverelli soffrirebbero ecc ecc. Quando invece abbiamo soltanto bisogno di un amore degno d'essere vissuto, quacosa di pulito e di creativo e non sappiamo come scegliere, cosa evitare per raggiungere un grado soddisfacente di felicità e di erotismo e di affetto con la persona giusta, e come coltivare qualcosa di buono (in senso laico-erotico) e di etico. Si chiede davvero troppo? Dobbiamo davvero perpetuare modelli triti e ammuffiti?  Questo io mi aspetto dal cinema: un superamento di matrimonio all'italiana, di scene da un matrimonio, del lacrimoso love story. Forse io a Soldini a questo punto preferisco Woody Allen: qualcosa di più semplice, ma che sappia tirar fuori da ognuno il meglio: purchè funzioni.(nessuno è riuscito a leggere tutto questo lunghissimo commento palloso, ma mi sembrava uno spreco cancellare così tante parole, scusatemi :-)...) Mirella

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  9. Non ti preoccupare per la prolissità , Mir, io l'ho letto.Ardovig

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  10. Riprendo, dall'alba di oggi, e riporto un pezzo del tuo commento non palloso,"abbiamo soltanto bisogno di un amore degno d'essere vissuto, quacosa di pulito e di creativo e non sappiamo come scegliere, cosa evitare per raggiungere un grado soddisfacente di felicità e di erotismo e di affetto con la persona giusta, e come coltivare qualcosa di buono (in senso laico-erotico) e di etico".Condivido appieno ciò che hai scritto (anche il resto). In altri post ho fatto notare come nel canone della bibbia ebraica ha trovato posto quella meravigliosa storia d'amore che è il Cantico dei cantici (va ovviamente tebuto conto del genere letterario e della condizione della donna dell'epoca, ma questa è un'altra storia).Ardovig

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  11. Grazie Ardovig, cercherò nel tuo blog i passaggi che citi qui. Mirella

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  12. non ho visto questo film, ma letto post e commenti...che dire? che ripartiamo sempre dall'inizio?

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  13. Sempre lì siamo....:-) Ciao cara Veraaa. Mir

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