martedì 21 giugno 2005

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Alba De Céspedes LETTERA A NATALIA GINSBURG


Mia carissima, voglio scriverti due parole appena finito di leggere il tuo articolo. E’ così bello e sincero che ogni donna, specchiandosi in esso, sente i brividi gelati nella schiena. Tuttavia, per un momento, avevo pensato di non pubblicarlo, temendo di commettere un’indiscrezione verso le donne nel rivelare questo loro segreto. Inoltre pensavo che gli uomini lo avrebbero letto distrattamente, o con la loro vena d’ironia, senza intuire l’accorata disperazione e il disperato vigore che è nelle tue parole, e avrebbero avuto una ragione di più per non capire le donne e spengerle ancora più spesso nel pozzo. Ma poi ho pensato che gli uomini dovrebbero infine tentare di capire tutti i problemi delle donne; come noi, da secoli, siamo sempre disposte a cercare di capire il loro. Ti dirò che nel pubblicare il tuo “discorso” ho dovuto vincere un senso istintivo di pudore: lo stesso, certo, che tu avrai dovuto vincere nello scriverlo. Poiché anch’io, come tutte le donne, ho grande e antica pratica  di pozzi: mi accade spesso di cadervi e vi cado proprio di schianto, appunto perché tutti credono che io sia una donna forte e io stessa, quando sono fuori dal pozzo, lo credo.


 Ma – al contrario di te- io credo che questi pozzi siano la nostra forza. Poiché ogni volta che cadiamo in un pozzo noi scendiamo alle più profonde radici del nostro essere umano, e nel riaffiorare portiamo in noi esperienze tali che ci permettono tutto quello che gli uomini- i quali non cadono mai nel pozzo- non comprenderanno mai.


 


 Nel pozzo sono pure le più dolorose e sublimi verità dell’amore, anzi, sono nel fondo più profondo di ogni pozzo, ma le donne, tutte le donne delle quali tu parli, vi crollano dentro così pesantemente da riuscire a toccarle.  E noi siamo spesso infelici in amore appunto perché vorremmo trovare un uomo che anche lui cadesse qualche volta nel pozzo e, tornando su, sapesse quello che noi sappiamo. Questo è impossibile, vero, cara Natalia?, e perciò è impossibile per noi veramente essere felici in amore. Ma quando si cade nel pozzo si sa anche che essere felici non è poi molto importante: è importante sapere tutto quello che si sa quando si viene su dal pozzo.


 


  Del resto- tu non lo dici ma certo lo pensi- sono sempre gli uomini a spingerci nel pozzo;magari senza volerlo. Ti è mai accaduto di cadere nel pozzo a causa di una donna? Escludi naturalmente le donne che potrebbero farci soffrire a causa di un uomo, e vedrai che, se vuoi essere sincera, devi rispondere di no. Le donne possono farci cadere nell’ira, nella cattiveria, nell’invidia, ma non potranno mai farci cadere nel pozzo. Anzi, poiché quando siamo nel pozzo noi accogliamo tutta la sofferenza a, che è fatta, prevalentemente, dalla sofferenza delle donne, siamo benevole con loro, comprensive, affettuose. Ogni donna è pronta ad accogliere e consolare un’altra donna che è caduta nel pozzo: anche se è una nemica. E gli uomini non solo ignorano l’esistenza di questi pozzi, e  tutto ciò che si impara quando si cade in essi, ma ignorano anche d’esser proprio loro a spingervi le donne con tanta spietata innocenza.


 


 Vedi, cara Natalia, proprio a proposito di questi pozzi io ho tanto insistito perché Maria Bassino, uno dei maggiori penalisti italiani, difendesse il diritto delle donne ad essere magistrati. Perché spesso è proprio nel fondo del pozzo che le donne uccidono, rubano, compiono insomma tutti quei gesti che le umiliano, soprattutto perché sono contrari al naturale rispetto che ogni donna deve a se stessa.


 


 


 Anche  i magistrati ignorano tutto ciò, perché i magistrati – appunto- sono uomini. E non giusto che le donne siano giudicate soltanto da chi non conosce come esse sono veramente, e perché agiscano in un modo piuttosto che in un altro, mentre gli uomini sono sempre giudicati da coloro che, per essere della loro stessa natura, sono i più adatti ad intenderli.


 


Chi scende nel pozzo conosce la pietà. << n.d.r  mio figlio Sippi, dietro di me, mi sta facendo sentire una suoneria di telefonino con le note di  “no, woman no cry”! >> E come si può vivere, agire, governare con giustizia senza conoscere la pietà?


  Tu dici che le donne non sono esseri liberi : e io credo invece che debbano soltanto acquisire la consapevolezza delle virtù di quel pozzo e diffondere la luce delle esperienze fatte al fondo di esso, le quali costituiscono il fondamento di quella solidarietà, oggi segreta e istintiva, domani consapevole e palese. Che si forma fra le donne anche sconosciute l’una all’altra. Del resto essere liberi dal dolore, dalla miseria umana, è veramente un privilegio? La superiorità  per una donna è proprio nella possibilità di finire su una panchina, come tu dici, in un giardino pubblico, anche se è ricca, anche se scrive o dipinge, anche se ha occhi belli, gambe belle, bocca bellissima. Anche se ha vent’anni. Perché neppure la gioventù dà alla donna la sicurezza che tanto spesso possiedono gli uomini, e che è solo ignoranza della reale condizione umana.


  Scusa, mia cara, questa lunga lettera. Ma volevo dirti che, a parer mio, le donne sono esseri liberi. E, tra l’altro, volontariamente accettano di essere spinte nel pozzo; delle sofferenze che esse patiscono nel pozzo vorrei parlarti a lungo, perché tutte le sofferenze sono nella vita delle donne; ma allora, per essere perfettamente onesta, dovrei anche parlarti di tutte le gioie che esse trovano in loro.


  E di questo non posso parlarti oggi perché mi  trovo- come spesso- nel pozzo.


 Ti abbraccio, cara.


 

14 commenti:

  1. adesso so chi è la colpevole dell'aver portato le donne in magistratura...
    non capisco perchè noi uomini non entriamo nei pozzi... ci entriamo eccome!
    posso trovarti spazi adeguati per la tua "casa" se trovrerai i soldi... io devo pagare le tasse...

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  2. Grazie. Un tassello in più che mi aiuta a capire le donne. Oltre a non picchiarle (nemmeno con un fiore) starò attento a non spingerle nel pozzo.

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  3. grazie cara amica, grazie grazie :-)

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  4. bellissimo mir... davvero interessante e di riflessione...
    baci

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  5. ma se la maggior parte delle donne sono nei pozzi........qualcuno mi manda la mappa dei pozziiiiiiii!!!
    ( sto scherzando Mirella )
    Un saluto
    Giovanni

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  6. Carlo: come intenzione mi piace, ma ho qualche dubbio che gli uomini ne vogliano essere ben consapevoli,mentre sono all'opera;)

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  7. No, Mirellina, nessuna poesia stasera....pensieri pesanti!
    Giovanni

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  8. Buon week end Mirella..Abbraccio. Maria Grazia.

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  9. sono molto fuori casa, ho solo il tempo per mandarvi un saluto...

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  10. Mmm... io invece sono convinta che tutti conoscano il pozzo, uomini e donne, indistintamente...
    Ciao Mirella... nymphaea

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  11. Noi siamo quelle che....anche dal fondo del pozzo....riescono a vedere la fragile bellezza di un raggio di luna ....
    Un abbraccio Mir...

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  12. sì barbarella, ma non perchè siamo modeste di aspettative: anzi! Solo perchè sappiamo sempre trovare, grazie alla fioca luce di quell'unico raggio, la strada dell'uscita. sempre prima, sempre con nuovi inaspettati doni incontrati nel buio buio.

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