domenica 7 agosto 2005

Leggo da Tristan: "credo esista purtroppo un rapporto stretto tra queste nostre religioni e la tristezza delle donne"


Non mi è difficile,dargli ragione. A partire da quel grande malinteso che sorregge la sessualità nella coppia. Accoppiarsi per procreare. Così l'uomo ha l'orgasmo per "necessità", la donna può tranquillamente non averlo. Anzi, dovere di sposa non si discute, e quando mai per una religione come la nostra un dovere coincide con un piacere del corpo? Mia madre era alla sua quinta gravidanza, prima di lasciare questo mondo per un'extrauterina. Forse dopo 4 figli sarebbe stato meglio per lei fare l'amore per il solo piacere di farlo. All'orfanatrofio - avevo 5 anni- la suora non mi permetteva di fare il bagno senza le mutandine. Un'altra suora, o forse la stessa, mi consegnò la bambola ricevuta in dono soltanto con un paio di giorni di ritardo, dopo averle sostituito il vestitino tipico delle bambole, corto e colorato, con una lunga sottana dai colori cupi. Ve la potrei disegnare, quella gonna che arrivava persino a nascondere le scarpette della mia bambola. Mica 500 anni fa, e nemmeno 50.L'immagine femminile più grande, per la nostra Chiesa: la Madonna. Una Sposa vergine. Verginità come virtù. bel malinteso anche questo, così le ragazze, considerando la questione della virtù una grande cazzata, sono impreparate alla vera importanza (per loro, non per dio o per la madonna) del primo rapporto sessuale.  Non continuo per non offendere chi crede profondamente nella fede. Non è di questo che sto parlando.

11 commenti:

  1. Ti capisco. E non è che per i maschi i dettami della Chiesa (o meglio la loro applicazione da parte di bigotti) sia (stata) molto diversa. Con lo stesso risultato.
    Un abbraccio

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  2. sei sempre un tesoro...
    ...di cui non so fare a meno.
    bacio

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  3. “L’Eterno creò l’uomo maschio e femmina, maschio e femmina li creò”, poi vennero i maestri della Legge che fecero dire alla Legge ciò che loro tornava comodo! Sarebbe troppo lungo in un commento riassumere la storia e i motivi della sottomissione della donna. Di certo è che Gesù l’ha riabilitata, salvando dalla lapidazione una prostituta, parlando al pozzo con una samaritana (l’enfasi dello stupore dei discepoli è che parlasse con una donna), trascorrendo momenti sereni e tragici con due amiche come Marta e Maria. Paolo riassume tutto in “qui non c’è né giudeo né greco, né schiavo né libero né maschio né femmina” quanto a dignità, non a diversità di ruoli. Troppi e troppo a lungo hanno preso alla lettera il “crescete e moltiplicatevi”, con le conseguenze che tu ben hai espresso. Quanto a Maria sempre vergine è qualcosa che la Chiesa Cattolica continua a sostenere contro ogni evidenza. La tradizione ebraica - e Maria, come Gesù, era ebrea - vedeva nella prole una benedizione dell’Eterno. Nessun biblista serio, neppure cattolico, si basa sui testi biblici per difendere la tesi della perpetua verginità di Maria: Gesù, ci vien detto nei vangeli, aveva sorelle e fratelli (i “cugini” delle traduzioni degli anni Settanta). Ci si dimentica che il canone ebraico, tra i libri poetici, include il Cantico dei Cantici, che è una poesia e un manuale d’amore di quei tempi. (Io lo regalo ai miei amici che si sposano). La verginità non è una virtù a sé stante, ma dev’essere contestualizzata, così come la fedeltà coniugale, altrimenti fanno bene le ragazze che citi. Hai fatto bene a ricordarlo: in Italia non si riesce ancora ad avere una seria ed obiettiva educazione sessuale (e questo riguarda anche i ragazzi), che vada oltre l’impollinazione dei fiori. Nelle famiglie se ne parla ancora troppo poco – per falsi pudori, per conflitti generazionali, perché i genitori non sono preparati - con la conseguenza che le informazioni – sbagliate! – arrivano dagli amici e che molte giovani coppie arrivano impreparate al matrimonio. Smettiamola con il postulato sessualità = pornografia. Sarebbe tanto bello e avremmo una ricaduta sociale non indifferente se di queste, come di altre cose – penso al tabù della morte -, si riuscisse a parlare di più. Ardovig

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  4. Scusate se rompo i coglioni. L'argomento mi interessa molto e non voglio dire fesserie, ché è facilissimo. Tuttavia, rompo i coglioni: non credo che sia vero né utile e fecondo distinguere tra messaggio dei "bigotti" o della chiesa e "vero messaggio di Cristo". Quale sarebbe, quest'ultimo? Su che dati ci basiamo per definirlo? Sui vangeli scritti secoli dopo e tradotti "ufficialmente" dalle varie chiese? Sul diario di Che Guevara (questa è cattiva, lo so)? Su siddarta e compagnia? Beh, non credo si possa distinguere tra vero cristianesimo e sue interpretazioni. Non v'è cristianesimo (né islami, né ebraismo) al di fuori delle sue interpretazioni. Stessa cosa dico riguardo l'influenza delle chiese (e delle religioni in generale) sulla nostra intimità e sulla nostra socialità. Non sono cattolico: non distinguo tra buoni e cattivi. E non sono moralista. Rompo troppo?
    Ancora: trovo che limitare l'influenza della chiesa alla sessualità sia fuorviante. Si tratta ovviamente di un aspetto emblematico, ma credo bisognerebbe parlare di relazioni (con sé e con gli altri), di socialità, sennò finiamo in un vicolo cieco freudiano e di nuovo cattolico. Ho cercato di dire pensieri complicati in poco spazio. Perdon. Spero di servire da stimolo e non da tappo.
    baci
    Lino

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  5. Parlare di relazioni fra noi e la nostra intimità , fra noi e gli altri, ma sì! E chi lo dubita?Però dire che la nostra religione influenzi negativamente la percezione dei vissuti e dei comportamenti sessuali sociali e individuali mi pare talmente sotto i nostri occhi... Non parlo della Chiesa pensando alle sue Dottrine o ai Teologi o ai Santi o ai Martiri a Sacri Testi o a testi fuori di testa, o al Papa (sì, un po' sì) : ne parlo pensando alle lezioni di catechismo o alle prediche domenicali che chiunque può rintracciare nella memoria della propria infanzia e giovinezza. E magari arbitrariamente (ma rispondo io delle mie fesserie, Lino) constatare che noi donne siamo andate un po' oltre, ma non moltissimo, la concezione che il sesso sia un dono da offrire senza piacere all'uomo e/o alla procreazione.
    Ma tutte queste donne che al momento di coricarsi hanno "mal di testa" da dove saltano fuori? Certo, l'idea di una società le cui vite di coppia siano in maniera generalizzata sessualmente felici a questo punto non è più soltanto un problema di disobbedienza al parroco, ma di questo...parleremo in un'altra puntata :-)))))

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  6. Mirella,
    che la chiesa abbia avuto e abbia tuttora conseguenze nefaste non v'è dubbio. Io dicevo per noi, per riflettere noi (voi, donne, ma certo anche noi ometti che cerchiamo di imparare ad ascoltarvi e che vi amiamo). Il punto è che le donne, e gli uomini, hanno "mal di testa" anche quando non stanno per coricarsi. Voglio dire che le tristezze di cui parla Tristan (ma lui ci dirà meglio) potrebbero anche non essere di origine freudianamente sessuale. (ho un problema sessuale se penso che non tutte le attività umane dipendono dalla sessualità?). Insisto inoltre sul fatto di non voler distinguere tra cattolici buoni e cattolici cattivi (ho fatto il boy scout: erano tutti cattolici buoni - modello san francesco e madre teresa - però avevano più repressioni intime di Ratzinger, che forse non ne ha)
    Un abrazo
    Lino
    Ps
    Non ho mai detto né pensato che tu abbia scritto fesserie. Mi riferivo alle fesserie che spesso la foga fa dire a me.
    Otro abrazo y gracias por el diálogo, maestra de los diálogos.
    L.

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  7. Metto soggezione? No, please, no. Ho un caratteraccio, ma tutto sia sempre detto con un sorriso verso l'anima altrui.
    L.

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  8. quando tocchi, e sei toccata, da un'altra, da un altro. Cosa accade? Come essere giocosi e non prendersi gioco: di sé, dell'altro? Come uscire dal dramma (peccato, colpa, redenzione, romanticismo, promessa) senza giocare a ferirsi e ferire.
    Come scoprirsi, scoprire, imparare. Potendosi permettere che la relazione sessuale sia anche un percorso in cui prendere forma e incontrarsi. Senza miti di come dovrebbero essere le donne, gli uomini.
    Interrogativi cui non so dare risposta certa, perchè sento che la prima cosa da fare ü lascaire aperta la domanda...
    Che l'eros spaventa tanto da avere bisogno di codici e di definizioni sul giusto e lo sbagliato. Intanto non può pemettersi di essere in donne certo, ma anche negli uomini. Che partecipiano entrambi della frattura con la nostra capacitä di vivere la passione

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  9. Entro con imbarazzo nella discussione: Tristan dice "credo esista purtroppo un rapporto stretto tra queste nostre religioni e la tristezza delle donne". Molto generalista e per questo con un sottofondo di ragione. Ma noi ci fermiamo: 1. sulla tristezza delle donne (sarà poi vero?) 2. Sui disastri in ambito sessuale della vecchia Chiesa cattolica. Sono forse troppo giovane per il secondo punto (anche se libri e racconti ne danno memoria e conferma). Mi pare che oggi vi sia un diverso approccio, anche se diventa difficile (ahimè) staccarsi dal vecchio. Ma io mi chiedo le religioni intristiscono le donne perchè hanno parlato o parlano di sessualità in malo modo?(anch'io purtroppo ora generalizzo). E ancora: ci sono delle donne che si intristiscono perchè hanno, per osmosi quando non in maniera diretta, respirato quest'aria malsana di concetto "sessuale colpevole"? A mio parere la difficoltà è quella di coniugare lo spirituale con il materiale. Il bistrattato ed abusato "crescete e moltiplicatevi" cosa significa? Domanda retorica? Crescete...numericamente o crescete in relazionalità? perchè la sessualità deve essere vista solo come fatto organico e non come realizzazione e nascita di conoscenza di due esseri che desiderano costruire qualcosa di positivo tra loro per gli altri? perchè solo animalità e non anche spiriualità in questo ambito? Per me la sessualità non deve essere ridotta a semplice genitalità, ma rivolta alla CRESCITA di entrambe le persone che si incontrano...ops scusate..divento lungo e mi fermo...

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  10. che argomento difficile e complesso che hai scelto Mirella!!

    mi sembra giusto tutto ciò che è stato detto.

    C'entrano la Chiesa, le religioni, ma non solo, con la tristezza delle donne.

    Lo so che mi ripeto, ma a questo proposito consiglio ancora una volta "L'aggressività femminile" della Valcarenghi. È importante per capire proprio la complessità di questo argomento.

    E a me piace ed è utile ricordare che per amare bene (in tutti i sensi) bisogna saper amare se stessi.

    Proprio ieri, che caso, in tele il "V-Day" e "I monologhi della vagina"....

    Ciao a tutti, c.

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