lunedì 6 ottobre 2008

Passando dal blog di Lia arrivo su quello di Scuolaviolenta, e leggo un passaggio:


(..)Maledetti professori. Pretendono di insegnare in una società dove nessuno - o quasi - ritiene di aver qualcosa da imparare. Pretendono di educare in una società dove ogni categoria, ogni gruppo, ogni cellula, ogni molecola ritiene di avere il monopolio dei diritti e dei valori. Pretendono di trasmettere cultura in una società dove più della cultura conta il culturismo. Più delle conoscenze: i muscoli. Più dell'informazione critica: le veline. Una società in cui conti - anzi: esisti - solo se vai in tivù. Dove puoi dire la tua, diventare "opinionista" anche (soprattutto?) se non sai nulla. Se sei una "pupa ignorante", un tronista o un "amico" palestrato, che legge solo i titoli della stampa gossip. Una società dove nessuno ritiene di aver qualcosa da imparare. E non sopporta chi pretende - per professione - di aver qualcosa da insegnare agli altri. Dunque, una società senza "studenti". Perché dovrebbe aver bisogno di docenti?

Maledetti professori. Non servono più a nulla. Meglio abolirli per legge. E mandarli, finalmente, a lavorare.


Eppure è così comodo pensare che il male sia tutto lì, che nasca e cresca e si sviluppi dentro la generazione-zerbino.



 


 


 



4 commenti:

  1. Chi sa perché, all’ora del tè, mi viene in mente di arrivare qui.
    E stavolta la questione mi accalora, direi quasi che mi brucia (ah, il fuoco).
    Da maestra elementare che, studente, ha occupato l'aula 20, me lo sono chiesta spesso, e continuo a chiedermelo. Questa generazione-zerbino è figlia della generazione degli insegnanti della mia, cioè di quelli che avevano la convinzione che "I ragazzi felici di Summerhill" di Alexander Neil, fosse davvero la panacea per una scuola veramente innovativa e rispettosa dell'individuo-discente.
    (Sto arrancando – ansimando, ma i pensieri mi si accavallano).
    Ergo, se questa generazione è figlia delle teste che abbiamo “plasmato” (“A noi tocca invece il grato compito di formare coscienze, di lucidare cervelli... Lavoriamo con i bambini che sono la miglior materia prima dell'universo” mi scriveva qualche tempo fa il mio amatissimo ex “cap dic” Giuann Cansani) noi, docenti e genitori nati tra la fine degli anni 40 e gli inizi degli anni 50, dovremmo batterci il petto recitando almeno un centinaio di mea culpa.
    Un caro saluto accompagnato dalle scuse per la filippica
    Carla

    RispondiElimina
  2. due o tre sorrisi a Carla-Maestra
    :-) :-) :-) (che forse frequentava le magistrali nei miei stessi corsi...in questo picccolo piccolo mondo)

    RispondiElimina
  3. Mi chiedo sempre, e seriamente, cosa passa nella testa delle veline, nel cuore, nei desideri. Ho l'impressione che qualcosa mi sfugga, qualcosa del significato della loro esperienza. Che anche esse (e i tronisti - che non ho ancora capito cosa sono, se qualcuno me lo spiega) sognino e inventino senza dire, oltre alla mascherata che a loro pare di dover fare :-)

    RispondiElimina
  4. Sinceramente, ho molta comprensione nei riguardi dei docenti.
    Credo sia un impresa molto complicata, si, difficilissima davvero “formare conoscenze e lucidare cervelli!” come dice simpaticamente Old Carla, ai figli delle Play Station.
    Io, proporrei alla ministra Gelmini, visto che ha rivoluzionato il sistema scolastico, di rimettere nei banchi di scuola i genitori … una lucidatina anche ai loro cervelli non gli farebbe per niente male visto i danni che stanno facendo… Ehm… magari così potrebbe sedersi anche lei di nuovo nei banchi di scuola… si insomma lei, la Gelmini. Ecco.
    Buona domenica. Un sorriso. ^.^
    Nair

    RispondiElimina