giovedì 3 giugno 2010

Questo articolo uscirà sul prossimo numero della rivista per insegnanti  della svizzera Italiana "scuola e educazione" (o qualcosa del genere). Anna ha smesso di essere con noi un anno fa, il 27 giugno 2009.


Educare ad una  sana sessualità


Si occupava anche, saltuariamente, di educazione alla sessualità nelle scuole. Non andava in tutte le scuole, lei che dirigeva il Centro di Pianificazione Famigliare a Bellinzona, e non so nemmeno adesso con quale criterio alcune direzioni di Scuola Media decidano solitamente di invitare un’esperta per parlare di “queste cose” e con quali altri criteri  altre scuole preferiscano delegare la materia un po’ imbarazzante ad un malcapitato insegnante di scienze, o forse al docente di classe, o a chiunque si assuma in qualche modo questo soi-disant compito educativo. O si dicano che ci pensino i genitori a parlare di questo…problema. Lei (l’Annina), voleva bene ai giovanissimi, ma proprio tanto, e sapeva parlarne con serietà e naturalezza, di loro e della materia che era invitata a trasmettergli in poche lezioni. Lei sapeva meglio di me con quali parole iniziare il discorso sulla sessualità ad un gruppo di intimiditi ragazzi e ragazze. Lei, che non amava i numeri e la matematica, era certamente consapevole di una verità statistica lapidaria: se inizi male hai buone probabilità di concludere anche peggio, se dalla realtà esterna (modelli famigliari, modelli cinematografici, modelli televisivi o pubblicitari, o modelli di bigottismo di vario genere) attiri dentro di te, in profondità, la convinzione che la sessualità sia una bestia sporca, di cui vergognarsi, meglio non parlarne, meglio farsene un’idea vaga e parecchio ambigua e poi si vedrà, se intraprendi sin dalle tue primissime esperienze un approccio sorretto da un’immagine di sesso-volgarità, e sarai dunque sfronatamente colpevolizzante nei confronti dell’eros, stai pur certo che avrai scarsissime probabilità di costruire, tra qualche anno, un rapporto d’amore attivo e capace di elargire ad entrambi la stessa dose di felicità sessuale-affettiva. Anna aveva a cuore il tema della sessualità non come l’insieme di svariati frammenti slegati fra loro: il capitolo della contraccezione, il capitolo della verginità, il capitolo dell’aborto, il capitolo dell’innamoramento o dell’omosessualità ecc ecc. Lei piazzava grintosamente con i ragazzi al centro di tutto la Relazione. Naturalmente non so esattamente come, con quali parole e  quali strumenti didattici o pedagogici lo facesse, io so solo che cosa lei mi raccontava. Anzi, posso solo parlare di quello che a me rimaneva impresso del suo racconto. Per cui potrei persino averla parzialmente fraintesa, e magari si accenderebbe facendomi un fulmineo serissimo ripasso dei concetti fondamentali  leggendo questo scritto che parla di lei che si occupava di sessualità nelle scuole. E allora io per forza mi fido di quanto credo d’avere capito bene, del suo messaggio, e penso avrebbe piacere che continuasse anche in sua assenza, visto che l’Annina non c’è più. La sessualità non è cosa fai, e come (si, certo, anche!) e con chi, ma cosa comunichi di te ad una persona che ti comunica qualcosa di sé. A qualsiasi età, ragazzi. La complessità in contrapposizione alla banalizzazione ginnica, strumentalizzante e volgare. Il rifiuto dell’espressione “fare sesso”. Che però non significa negarlo. Significa imparare che la sessualità del “fare sesso” è soltanto l’espressione fisica di una cosa che merita molto di più, perché altrimenti si esce dalla sfera del rispetto. Piaccia o no ammetterlo, è sempre di relazione intima che si tratta. Una relazione intima che può durare o che può rivelarsi della stessa consistenza e durata di un sogno, perché è anche attraverso queste esperienze che si cresce e si matura. Ma è sempre un avvicinarsi consapevole e responsabile ad un’altra persona. E non alla parte del suo corpo da cui saccheggiare un piacere edonistico, incurante del valore di quell’atto. Quanto mi mancano le chiacchiere con mia sorella sulla sessualità dei giovani,  e quanto vorrei che avesse lasciato a tutti loro una lettera pro memoria, per rassicurarli di una cosa: sentite dentro di voi la pulsione dei vostri (diceva così) ormoncini, e lasciatevi guidare dal sentimento per permettergli di avvicinarvi ad una ragazza con estrema cura del rapporto che con lei vorresti avere. E solo se anche lei vorrà la stessa cosa, e solo con estremo rispetto di quello che poi  avverrà fra voi due. E alle ragazze avrebbe concluso questa sua lettera con una raccomandazione aggiunta: ragazze, avrebbe detto, sappiate che ancora oggi  le donne vittime di violenza –soprattutto in casa- sono moltissime; iniziate ora che siete adolescenti di quarta media a farvi crescere dentro, nel cuore della vostra autostima, una voce perentoria che vi dica mai mai mai mai un uomo potrà alzare un braccio su di voi. Perché ricordatelo bene (altra sua espressione frequente): l’amore è ricerca della felicità di entrambi, e una sola volta che vi manchi di rispetto è già di troppo, non concedetegli la seconda possibilità. Davvero, non fatelo. Anche da ragazzini e da ragazzine alle primissime avventurose esperienze: il rispetto -fisico e psicologico- al di sopra di tutto il resto, soprattutto nell’intimità. Questo per lei era educazione alla sessualità, a partire dalle primissime esperienze, quelle che ancora non si fanno, ma si iniziano ad immaginare.


 

9 commenti:

  1. Grazie per questo scritto, Mirella.Ardovig

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  2. Grazie per questo scritto, Mirella.Ardovig

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  3. Che bello scritto :-) (deli)

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  4. che bella persona Annina, sarebbe stato splendido conoscerla, ma il tuo scritto ce la fa conoscere anche così... grazie! 

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  5. Complimenti Mirella, per questo articolo.Un pensiero per sua sorella Anna.

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  6. Complimenti Mirella, per questo articolo.Un pensiero per sua sorella Anna.

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  7. Grazie, a tutti. Mir

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  8. http://reteuno.rsi.ch/home/networks/reteuno/oraDelTe/2010/06/03/In-illo-tempore.html(perdonatemi un po' di pubblicità a un lavoro che ho fatto mettendoci anch'io- e non solo la bravissima intervistata di 83 anni) un po' d'anima....) Mir

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  9. http://reteuno.rsi.ch/home/networks/reteuno/oraDelTe/2010/06/03/In-illo-tempore.html(perdonatemi un po' di pubblicità a un lavoro che ho fatto mettendoci anch'io- e non solo la bravissima intervistata di 83 anni) un po' d'anima....) Mir

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