martedì 17 febbraio 2009

L'ipocrisia della verità a oltranza.


Ma quando mai? Quando mai nella vita la verità è una sola ed è tutta quanta espressa?


Quando mai è potuta esistere una civiltà della verità tutta e sempre e soltanto quella?


Chi mai se l'immagina come sarebbe impossibile la vita fatta solo di verità sentenziate?


Ipocriti siamo, se diciamo che sì, che sarebbe possibile, che sarebbe vivibile.


Ma in talune circostanze rieccolo tra i piedi , questo falso mito della verità che riempie le bocche. Il paziente ha il dovere di ascoltarla, la verità, il medico ha il dovere di dirla, la verità, tutta, spietata, carogna. Più tossica del peggior cancro.


Presuntuosi, come quasi sempre. Si raccontano che ciò sia bene, sempre. Che sia etico. Terapeutico, anche? Eh no, qui non mi fregate, nulla che sappia di condanna aiuta a vivere meglio, ad attivare risorse, a sorseggiare speranza, e dovrebbe essere scritto nella Carta dei Diritti dell'Uomo poterne avere sempre, fino all'ultimo sorso di vita.


A che serve? Me lo dicano a che serve non lasciare la speranza.


Siamo ogni giorno inondati di verità approssimative, o delle bugie abilmente ritoccate ,che servono per tenere in equilibrio  le relazioni di ogni genere, anche, e non parlo delle bugie di chi le usa per un proprio vantaggio. Detesto i bugiardi, intendiamoci.


Ma quanto peso ha dunque (contiamolo, misuriamolo) nell'esistenza di una persona l'insieme degli insulti che non ha lanciato a non importa chi, eppure li ha pensati, erano "verità" anch'essi, no? Quanti pensieri non detti all'amico più caro, al collega mediocre, al capo arrogante e un po' stupido, al prete con la faccia poco raccomandabile, al conferenziere noioso all'inverosimile,  eppure gentilmente applaudito, verità a innaffiatoio a..chiunque, in qualunque momento.


La verità va detta o non va detta, a seconda dei danni che può arrecare. Dilla in un altro modo, castrane il pezzo più orripilante, e darai vita alla vita di chi non osa più sperarci. C'è tempo per morire, c'è tempo. E non sta a te, dottore o professore, stabilire e sentenziare quanto ce ne sia.  Lasciamo pure a Dio e alla Provvidenza qualcosa, ancora.


Questo per dire che è bastata l'intelligenza di una dottoressa che ha proferito pochissime parole, che dicevano più o meno questo: "io proverei, io sono sicurissima che proverei a curarmi con fiducia". E tutte le facce, quella di Anna per prima e la mia e quella di tutti noi che le vogliamo bene hanno ripreso a vivere. Ah, quanto è star bene poter ritrovare un filo d'ossigeno, uno solo, sottile, ma che è come una retta infinita e non come un segmento di pochi centimetri o di pochi mesi, sei mesi o un anno circa. Ma smettiamola di giocare al massacro delle verità che sono comunque così spesso smentite. Non curano solo le medicine, è così difficile accettare questa VERITÀ? Anna, tira fuori la tua grinta, trasformala in voglia di vivere e di battere il male. Non è sfidare il destino, questo, è solo darsi da fare con lo spirito giusto. Tu ami la vita al punto d'aver smesso di fumare un anno fa, ora prenditi quanto ti spetta, fallo fuori quel cancro maledetto. Fallo fuori. Con tutto l'amore per la vita che puoi dare. E con i tuoi rossi tacchi a spillo, ma certo!

7 commenti:

  1. La verità, come l'educazione, sta diventando una merce sempre più rara.
    Un abbraccio, cara Mirella. Ardovig

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  2. Ma non era l'elogio della verità, questo post... anzi. Ma non era nemmeno l'elogio delle menzogne. Era un tentativo di valorizzare una comunicazione etica al di sopra dei principi canonici che possono rivelarsi tossici.

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  3. te lo avevo già scritto nel post precedente, cara Mir, primule belle come i sogni coraggiosi; ci vuole coraggio a sognare, ma è la via più certa...
    un abbraccio

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  4. Carissima, per esserti vicini pianteremo primule, biancospini e bucaneve, sul terrazzo: son tutti simboli di speranza... tanti pensieri di affetto e resistenza.

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  5. empatia, comprensione e quel tanto di verità che non ci faccia perdere di vista il rispetto della persona, e non faccia perdere la fiducia o la grinta come dici tu. Altrimenti, che senso ha.
    E a volte, nella vita, i miracoli avvengono, perché la vita non è soltanto scienza calcolo e dimostrabilità. C'è anche una dimensione diversa che ci sfugge, che non possiamo comprendere. Ed è di quella che la nostra fiducia si nutre e a cui affidiamo le persone che amiamo.

    Un abbraccio
    Cinzia

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  6. È esattamente così, come mi dite. Grazie.

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  7. e questo scritto bellissimo, vero e intenso, questo sì che un giorno lei lo leggerà, e scoprirà di nuovo come sei splendida, amica cara

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