mercoledì 10 novembre 2004


Un amico, di nome Lorenzo P... mi  ha inviato un editoriale, dedicato ai suoi collaboratori che operano in una struttura per tossicodipendenti.


  


 


Labirinti e dedali


 


C'è una differenza sostanziale tra l'affrontare un labirinto e inoltrarsi in un dedalo, una differenza che forse il tempo e la decadenza del linguaggio che associa sempre più termini vagamente simili fino a far scomparire quello meno in uso, ha contribuito a cancellare. E una differenza c'è eccome, una diversità che li separa come il fossato di un castello medievale. Partiamo dal dedalo. Vetusto percorso nel palazzo di Crosso dove risiedeva l'antico Minotauro, essere mostruoso col corpo umano e con la testa di toro. Un animale lontano ma allo stesso tempo prossimo al genere umano, così mirabilmente rappresentato, preda della sua stessa immagine riprodotta da impudici specchi dal racconto di Dürrenmatt. Il dedalo ha una caratteristica: l'entrata è conosciuta e certa mentre l'uscita no. Ci si può perdere, si può restare lì dentro imprigionati per anni, si può morire soffocati dall'angoscia di un disorientamento eterno, di non trovare più l'uscita ma neppure l'entrata che alla fine, per chi non riesce ad arrivare alla meta, rappresenta pur sempre una interessante possibilità di uscita. Il labirinto invece, nobile percorso all'interno di cattedrali, inquieto tragitto graffito da mani preistoriche camune, seppur di difficile percorrenza, di articolata comprensione, porta sempre all'uscita. Nel labirinto si sa che si uscirà: basta percorrerlo tutto, senza scoraggiarsi, anche quando il percorrerlo sembra portare lontani dal centro: e qui sta la sua difficoltà. Per arrivare a volte è necessario allontanarsi dalla meta, piegarsi ed accettare le sinuose curve delle sue strade che ci fanno intravedere il centro per poi portarci molto distanti da esso.


(...)Lorenzo


 


Io sono capace di impensabile coraggio, ma nulla mi potrebbe atterrire peggio di un labirinto reale (oh, eccome li conosco!) Quelli metaforici, per contro, sono le mie adorate grandi sfide. Strane contraddizioni ci posseggono, a volte.

8 commenti:

  1. bel post, aiuta a riflettere.
    Ma se guardi verso l'alto, sia che tu ti trovi nel labirinto reale sia in quello metaforico, riesci pur sempre a vedere la stella polare...o no?
    Certo la strada è faticosa, ma cosa non è faticoso nella vita? Dolce notte veradafne

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  2. Incredibile. Proprio ieri sera, mentre tu scrivevi questo post, io leggevo il racconto di Durrenmatt sul Minotauro. Bello e inquietante, il racconto. E bella e un po' inquietante anche questa rete invisibile di contemporanee assonanze emozionali e di pensiero che spesso si trova ad unire i navigatori del virtuale....
    Daisy

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  3. uno dei più bei post che abbia mai letto in un blog.Complimenti

    Ago

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  4. il labirinto reale è la vera sfida, e la vita è un grande labirinto,almeno per me.
    Un saluto.
    Giovanni.M.

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  5. ciao mir, notte :)))

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  6. sono giorni così pieni di cose da fare che non ho nemmeno il tempo per buttare la spazzatura. (figuriamoci quanto avanzo per il blog) Ma qualcuno ce l'avrebbe un cassonetto da regalare al mio quartiere? siamo costretti a confezionare cuscini imbottiti di rifiuti domestici essicati nel forno, ma vi pare normale??? Che cosa non inventano 'sti svizzeri pur di nascondere eheheh
    Prima di rimettermi alla macchina da cucire voglio inviarvi un grande abbraccio, scusatemi se lo faccio qui, sulla finestrella dei miei commenti.

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  7. ...ma sai cucire Mir? davvero? e cosa stai cucendo? tende? tovaglie? non dirmi che ti sai confezionare gli abiti....
    Anch'io qualche volta cucio...ma non imbastisco...troppo tempo....
    ciao veradafne

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  8. ma non era il centro che colpiva il bersaglio?

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