Il modo più efficace per suscitare la rivelazione autentica nell'altro, è quello di rischiare il primo passo e offrirla spontaneamente, ma la rivelazione di me stesso a me stesso deve precedere la rivelazione all'altro.
Tuttavia in qualche modo fondamentale la mia consapevolezza di quanto emerge dall'interno di me ha la funzione primaria di darmi la libertà/responsabilità di scelta circa i sentimenti che desidero (o no) seguire in ogni dato momento. Non sono in favore dell'apertura casuale... mi riservo il diritto alla privacy e rispetto quel diritto negli altri... Non desidero prendere parte alla brutalità che si maschera come franchezza indiscriminata.
Entro questi parametri ambigui, giungerei a conoscere l'altro e a farmi conoscere da lui. Ci racconteremo le nostre storie e commuoveremo alle storie altrui.
Sheldon B. Kopp
di chi e' un blog?
Io avvio un mio blog: ci scrivo fatti reali personali o generici, butto là una fantasia, una riflessione, un'immagine... E porto(posto)qualcosa di me qui, su questo spazio di cristalli liquidi condiviso.Da questo momento qualsiasi cosa io abbia scritto o graffiato o sussurrato non mi appartiene più. E' una pagina di un grande libro pubblico un po' sconnesso, ma solo apparentemente. Che contiene di tutto, immagini, poesia, racconti, diari appassionati, pensieri smandrappati, riflessioni composte, sciocchezze varie, descrizioni sublimi, intesi e malintesi, di tutto, in questo libro che sfogliamo più o meno ogni giorno, sul quale torniamo anche più volte al giorno. Sappiamo.
Io non vorrei fare o ripercorrere i pensieri miei o altrui su perchè si "perda del tempo" ( visto da fuori) per i blog, vorrei solo dire che se io immagino che un blog che io sono andata a visitare migliaia di volte chiude, sparisce, io so che in quel preciso momento sparisce qualcosa di me senza che io abbia modo di poter fare nulla. Come pagine di un libro strappate e bruciate pagine arricchite di tante annotazioni, e fra queste, qua e là, le mie. Questo blog che sta per sparire, supponiamo. Non è uno scherzo, chiudere un blog, non sempre: potrebbe essere addirittura un gesto di invisibile violenza. (non sempre ciò che non si vede non esiste) Pensiamoci, prima di chiudere il nostro blog, perchè forse con il tempo è diventato davvero uno spazio condiviso, nel quale si è letto, pensato, costruito e ascoltato e anche sofferto un po' insieme.
Questo è un appello, si capisce? Perchè io sono molto attaccata alle cose e alle persone a cui tengo molto. E mi permetto di tenere anche a qualche blog, anche se non sono nemmeno capace di mettere i link dei blog preferiti su questa pagina, ma tu pensa!