domenica 27 giugno 2004

Passando da Brian   leggo fra i commenti: "si legge come scivolando giù per una discesa"


 


A dirlo è aitan, e ha ragione, perchè i racconti di Brian li leggi davvero con questa sensazione addosso.


E allora che si fa : si va  immediatamente al blog di aitan:


“MANICURE"


Smise di mangiarsi le unghie e torturarsi la pellicina delle dita solo quando si sposò.


I primi anni furono bellissimi: le mani sempre curate, le unghie smaltate di rosa corallo, i capelli di tutto punto e la pelle profumata di glicine, sandalo e violette. Fu bellissimo, anche se la figlia bionda, rotonda e dalle mani affusolate che lei desiderava, tardava a venire; non veniva; pareva non volesse venire affatto.


Col tempo il leggero malessere montò in nostalgia, in malinconia, in vuoto; fino a sprofondarla nella più cupa disperazione e a ricondurle le mani in bocca; come fossero fatte della stessa materia delle tette, delle tettarelle o dei cazzi.


Col tempo, il marito rientrava sempre più tardi; talvolta se ne stava tutta la notte chissà dove, e lei, con lo sguardo fisso nel vuoto, sprofondava immobile nella poltrona di fronte alla finestra con l'indice e il medio stretti fra i denti. Ormai non profumava più di violette, la sua pelle non esalava afrori di sandalo e glicine; ogni giorno era sempre più trascurata nell'aspetto, nei capelli, nelle unghie e sulle mani. Ed il marito non le rivolgeva più la parola; e nemmeno uno sguardo.


Due anni dopo, fu un estraneo a fare le valigie ed andare via senza lasciare alcuna spiegazione, e lei riprese improvvisamente a gustare il senso di ogni cosa. Subito fu sopraffatta dalla sapidità di polvere, escrementi, cibo, epidermide e tabacco che si nascondevano nei recessi delle sue unghie. Quando le sfregava sull'apice dei denti, sembrava non ci fosse alcunché da sentire; ma appena la lingua andava a ripulire lo strato polveroso che si era attaccato tra gli incisivi e il molare, riusciva a distinguere perfettamente ogni profumo che le era passato per le mani nel corso del giorno. Soprattutto risentiva il sapore inebriante di sé stessa e precipitava nei ricordi di un'infanzia in cui si rivedeva sorridente, confusa e felice.


Ma presto si rese conto che non le bastava sfregare quegli artigli sugli incisivi inferiori. Se avesse voluto continuare con le sue visioni, avrebbe dovuto poggiare le unghie sui denti e dare piccoli, continui morsetti fino a sminuzzarle e polverizzarle, come quando era bambina. E così fece, inebriandosi di ricordi e visioni per diciassette giorni.


 


La prima volta che la vidi, era riversa sul pavimento priva di sensi, con la mano insanguinata distesa lungo il corpo. E nel vederla me ne innamorai di colpo, come attraversato da fulmine o saetta.


Le curai con amore la pelle e le falangi ormai del tutto prive di unghie. Me la cullai tra le braccia fino al risveglio. Le carezzai il viso e le leccai le dita ad una ad una.


Ora, mentre scrivo, lei ride con la mia sinistra in bocca e mi chiede di lasciare penna e fogli per poter riassaporare il gusto dell'indice della mia mano destra. Le chiedo di non strapparmi le pellicine tra i denti e butto via la penna


 


I COMMENTI…scelgo quello di zaritmac


“Lo sai, che in fondo, dentro di me, ne sono convinta anch'io. Lo sai che cammino col naso avido di vento sfidando persino la primavera pur di fiutare l'odore della vita, tenerlo in una bottiglia spessa come l'anima, fragile come un cuore.

Ricamo di notte, antiPenelope, le tele che disfaccio di giorno, e per distrarmi mi concentro sui sogni. Quelli ribelli, quelli che sfilano anche su palpebre aperte e ci ballano per rallegrare la veglia. Sai cosa danno più spesso in questo teatro delle ombre? "Odore di una capitale europea in provincia". Mi piacerebbe andarci, tornarci e scordare il resto. I desideri sono tappi, sai? Sugheri per tenere ben chiuse e al sicuro le fragile e preziose bottiglie in cui custodire la vita. La vita; anche quando una la guarda e non le piace affatto la tinta che ha, e appaiono così volgari cinque lettere per definirla...

In fondo a me ci credo, sai? Se tendi le mani puoi prendere il biglietto. Ti invito alla prima, apri gli occhi e preparati: sarà anche per te l'anteprimissima del prossimo sorriso. In cui io credo. Perché io ci credo, sai?

E non mi mangio le unghie. Mai. Mi servono lunghe. Per tenermi ben salda e restare sul ponte aggrappata. A navigare ancora. Magari nel blu. Blu svedese...”


 


E adesso, in estasi per  non essermi dimenticata di togliere al momento giusto la torta di pane dal forno, posso finalmente andare a curiosare per la prima volta il blog di zaritmac ( curiosa, curiosa, curiosa…conoscete benissimo la sensazione che si prova quando si passa un’intera mattinata fra le bancarelle dei blog..)







11 commenti:

  1. Grazie d'avermi tirata su e scelta tra i panni leggeri e le cinfrusaglie multicolore di quelle bancarelle nel mercato dei blog.
    Mi piace questa associazione. E' vero che a volte curiosare da queste parti somiglia all'aggirasi insieme pigro e avido tra gli stand improvvisati di una fiera di paese o gli allestimenti raffinati delle vetrine a prova di tasca nelle strade più in.
    E poi, io adoro i mercati.
    A presto.

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  2. Grazie d'avermi tirata su e scelta tra i panni leggeri e le cinfrusaglie multicolore di quelle bancarelle nel mercato dei blog.
    Mi piace questa associazione. E' vero che a volte curiosare da queste parti somiglia all'aggirasi insieme pigro e avido tra gli stand improvvisati di una fiera di paese o gli allestimenti raffinati delle vetrine a prova di tasca nelle strade più in.
    E poi, io adoro i mercati.
    A presto.

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  3. una vera cercatrice di tesori, di cui noi poi possiamo approfittare. grazie, ancora una volta. a presto, cinzia

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  4. Ciao,grazie per il commento lasciatomi,sono felice che tu abbia colto il vero spirito del mio blog....niente presunzione...ma solo piccole pillole di storia dei personaggi che attraversano la nostra vita.Viceversa mi piace il tuo spirito di ricercatrice di post interessanti....come si può visitarli tutti......tu ne cogli l'essenza,col tuo fiuto......a presto.
    Note di myticmusic

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  5. Comincio ad essere invisioso del tuo successo.
    Scherzo
    Un abbraccio Roberto

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  6. Comincio ad essere invisioso del tuo successo.
    Scherzo
    Un abbraccio Roberto

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  7. solo parole muovono un ideale cosi' leggero e sincero...
    e tu, hai un vasto parolario.
    ciao e complimenti.

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  8. solo parole muovono un ideale cosi' leggero e sincero...
    e tu, hai un vasto parolario.
    ciao e complimenti.

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  9. ... e allora dove sta l'errore o/e l'inghippo?

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  10. adoro anch'io i mercati. un solo rammarico, la carta di credito: non me la prendono ;)

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