sabato 15 gennaio 2011

Da Zena (www.colfavoredellenebbie.splinder.com ) ho trovato quello che stavo cercando per rispondere ad una persona per me importante. Grazie, cara Zena, del tuo post, dove leggiamo per esempio che..Per questo suo porsi come diaframma metaforico, l’argine diventa un margine, una linea di confine che consente di non appartenere compiutamente ai due mondi, pur permettendo di costeggiare entrambi, di guardarli, sentirli e ripensarli nella distanza della poesia.
E’ un luogo dell’anima, dunque, in cui il tempo si può ripercorrere nei due sensi del presente e del passato,  nel loro incrociarsi e prestarsi presenze: qui si può stare nell’attesa del nuovo e dei ritorni.
E’ un elemento della geografia interiore, dentro il quale, nella dislocazione temporale, si ricuce un dialogo d’amore che parte da lontano e attraversa sotterraneamente la vita come i fiumi carsici, per affiorare solo a brevi tratti: una vena d’amore spesso sognato, risorsa incompiuta, annidata nelle pieghe e nei risvolti dei giorni che schizzano veloci e delle notti graffiate dai lampioni

7 commenti:

  1. Quando uso il computer con la mela (di mia figlia ) faccio dei grandi pasticci grafici, mi scuso...)

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  2. Fa volare questo brano tratto dalla prefazione di Zena a "L'argine dei silenzi" di Edoardo Penoncini (Este Edition, Ferrara 2010) e in parte pubblicata nel suo blog, Colfavoredellenebbie.

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  3. "I pensieri sono svelti miracoli,
    capaci a tutto, rapaci, voraci,

    duri, malleabili, volubili
    pirati, sempre di fretta, furtivi,
    luminosi, vagabondi, iracondi,
    ladri, ipocondriaci ubriaconi …"

    L'importante è saperci convivere e accettarli.

                                Alessandro

     

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  4. Ed è bello ritrovare anche qui il tema dell'argine, o del confine tra due mondi, che per me significa molto :-)

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