sabato 13 agosto 2005

 


A PROPOSITO DI GENTE CHE SCRIVE BENE...


Ospito con piacere quanto ho letto stamattina da Gurb:


"...sono felice di essere libero di scrivere come voglio, cosa voglio, come tanti fra quelli che leggo in rete. E ho gusto nel trovare pagine ancora sporche senza la mano omologante dell’editor, pezzi di vita ancora grezzi senza le raffinatezze stucchevoli dell’ultima editoria, pagine che forse non stupiscono ma aiutano a vivere. E sono felice ogni tanto di poter dire, scrivere cose senza essere pagato per farlo, da una posizione che mi permette di sentirmi, come Arturo Bandini, il più grande scrittore del mondo, per ridere subito dopo dei viaggi spropositati di cui un ego, anche il mio, è capace. Se poi penso a quali miserie conduce la carriera dello scrittore (Margaret docet) sono doppiamente felice di poter viaggiare senza padroni nel mondo delle parole. A questo mi ha fatto pensare in genere la storia di Martin Eden e se da un lato mi ha costretto a fare un bilancio serio del tempo dedicato ai libri nella mia vita, dall’altro mi ha restituito la leggerezza degli inizi, dei primi passi impacciati nel mondo immenso della letteratura e della filosofia."


13 commenti:

  1. Scrivere, e parlare, è un po’ come mangiare a tavola. Soprattutto per chi scrive e parla per professione è giusto trovare quegli spazi in cui poter essere informale anche nel linguaggio. Del resto quando parliamo tutti, più o meno consapevolmente, usiamo diversi registri linguistici a seconda dell’interlocutore. È opportuno saper mangiare il pesce o la frutta con le posate, ma ci sono delle occasioni in cui una coscia di pollo, una pizza o una fetta d’anguria vanno proprio mangiate con le mani! Ardovig P.s. Con qualche limitazione per chi, come me, ha la barba. ^_^

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  2. Mirella Mirella..! Nel commento sul post precedente hai dispensato qua e là patenti di scrittori veri. Ti ringrazio del pensiero ma, almeno per quanto mi riguarda, la realtà ed i tuoi complimenti non combaciano per niente. A volte si è portati a pensare che per essere uno scrittore degno basti non insultare troppo la grammatica, saper evitare le trappole della sintassi, avere qualche idea non peregrina e magari possedere perfino uno spolvero di cultura. Non è assolutamente così. Le cose banali che sarei in grado di scrivere io, se in un momento di aberrazione decidessi di crederti, le scrive con pervicacia degna di sorte migliore una pletora di personaggi che mirano al Nobel senza nemmeno possedere le poche qualità a cui più su mi riferivo. Le cose geniali che mi piacerebbe scrivere, invece, sono appannaggio solo di pochissimi eletti, e questo per un incoercibile decreto di madre natura. Ergo io continuo a fare quello che finora mi è riuscito benissimo eccioè mettere uno sull'altro due mattoni facendo in modo che fra 100 anni ancora non crollino, ed a farmi beare dalla lettura di quei pochissimi eletti.

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  3. ho immensa stima e ammirazione per un.. in realtà non so come chiamarlo, al di là del fatto che il suo pensiero si studia nei testi di filosofia contemporanea..dunque per un uomo, direi, perchè è quanto basta, che ha studiato tanto la scrittura e la parola, il dire non senza lo scrivere, lo scrivere mai senza il dire...ebbene, quest'uomo faceva in modo di inscrivere le parole che diceva e quelle che scriveva tra due parole identiche: "pardon" all'inizio e "pardon" alla fine...lasciando che la scrittura e la parola esprimessero si ma che il tutto ciononostante restasse avvolto nel pudore, nel silenzio, nel vuoto del necessariamente omesso (e da omettere...) ; lui era Jacques Derrida :)

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  4. Si può scrivere con rabbia e si può scrivere con dolcezza. Si può scrivere con calma o di fretta. Si può scrivere piangendo e ridendo subito come bambini. Si può scrivere pensando ai posteri o ai parenti. Si può scrivere di mattina, con la luce negli occhi e nel cuore. Si può scrivere di sera, con la serenità o la rabbia della tua luna. Si può scrivere di quel che vedi o di quel che provi. Si può scrivere per lavoro, anche, come amanuensi. E non c'è niente di male. Si può scivere su un taccuino di carta, con la linfa degli alberi e il sangue dei tori e degli uomini come inchiostro, o su schermo inventandosi un nome qualsiasi, senza sporcarsi le mani. Si può scrivere amandosi o odiandosi, amando o odiando. Si può scrivere nudi o coperti di veli. Si può scrivere nella sabbia e nel cielo, o sulla pelle degli uomini e delle donne, nella loro carne. Si può scrivere perché si è soli o perché si è circondati di mondo, in entrambi i casi per ritrovarsi per un istante, a tu a tu con uno specchio magico fatto di frantumi di antiche e modernissime parole.
    Grazie, Mi.
    Lino
    Lino

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  5. Letì, come ho ti ho letto sono andato subito su gugle a vedere chi era sto Derridà e a dire la verità nn ci ho capito molto. Ho letto che era un epistemologo, termine che mi fa un pò senso perchè da quando mi sono votato all'ignoranza i significati delle parole difficili me li sto scordando uno a uno e siccome tento di recuperarli interpretandoli un pò a capocchia, ho pensato subito alle epistemie che sono sicuramente più perniciose delle epidemie se non altro perchè a roma "tepisto" vordì ti riempio di botte, cosa che ho sempre cautamente cercato che non venisse praticata a mio danno e che consiglio anche a te di evitare con la massima cura.
    Dicevo che ho letto il tuo commento in mezzo ad altri tre di cui uno, il mio, il più banale, in fondo non faceva altro che ripetere il concetto che espresse Frappampina quando vide giocare Maradona (ma se c'è chi sa giocà accussì ‘i che gioco affà?) e agli altri due che invece sono chiarissimi e ci spiegano il perchè e il percome! Non come fai tu che non ci si capisce niente e che chissà che palle che gli fai ai tuoi allievi che, già brutta come sei sicuramente quando fai lezione pè rifasse l’occhi sfogliano plaibboi sotto al banco e chissà come li crepi con quella voce gracchiante da rospa che te ritrovi.
    Leggi gli altri due commenti invece e fanne tesoro che lì c’è scritto tutto come e perchè se scrive altro che ste pippe, pardon che stepistementali che te fai tu. Si scrive prima di tutto mettendosi in posa, a te consiglierei quella di Carlotta Capenna, l’amica di nonna Speranza
    “… come rapita in un cantico:
    lo sguardo al cielo profondo
    e l’indice al labbro, secondo
    l’atteggiamento romantico.“
    Poi si cercano parole ad effetto, robbbba che istiga i frequentatori del tuo blog all’incenso e alle sviolinate. E poi ci si deve specchiare spesso mentre si scrive addosso, e si debbono usare paroloni roboanti, non come fai tu che cò du righe dici tutto, brutta essenzialista che altro non riuscirai ad essere.
    Segui l’esempio di chi ste cose le sa fare bene e vergognati, altro che vieni qui a pistare le palle agli scrittori veri.

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  6. sarà,ma Blanco ora la smette. Almeno qui. Impegnati a scrivere un post vero, così veniamo a leggerti, signor iononsonnessunomaglialtrimenoancora.

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  7. (Ahem, prego la gentile proprietaria di cancellare il precedente commento, che so' talmente arruginita col bloggo che oramai non so' più capace di mettere le immagini e di finire le frasi) Riprendiamo da capo:
    Me ne stavo tranquilla, dico tranquilla in ferie ed ecco che quello scostumato mi fa tornare a lavorà!!!!!
    Che le signore qui non lo sanno che con quel raccogliticcio lì non bastano le buone parole, noooo, no! Io, che lo conobbi già da tempo, io lo so che cosa gliccivvuole! Mattarello! Edi quelli robusti! Vero trimò ? Che mi pare strano assaie che ancora di qui non sia passato trimò') Che questo qui, a dargli corda con la gentilezza, subito se ne aprofitta, tu gli dai il dito e lui subito, ssipprende tutto er bloggo in un baffo. Che manco il gatto ci ha, sappiatelo, che l'unico che lo annusa ogni tanto pietosamente, è tal Spartaco, segugio votato alla missione di addolcire (inutilmente ahimé) questo rozzo signore. E manco gli bastò una storia tutta per lui : nossignori: l'incontentabile crea tafferugli, indispone gli>

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  8. (continua..)
    indispone gli onesti, fa rabbrividire le persone delicate! Ennoccio' nemmenoqui il fedele sguattero e il maggiordomo, se no altro che questo mattarello. E abbassa pure gli occhi svergognato: ne hai bendonde (è una vita che la mia padrona voleva dire bendonde!!) ( ecomincia a risparmiare che quando i barbari scenderanno nell'urbe, tutte quante te le faranno pagare!

    (cheffatica! torno invvaccanza và)

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  9. Mirella carissima, ho incontrato Leti più volte e mi ha catturato la sua autoironia prima ancora della sua cultura e della sua bellezza. Ha la silhouhette di una adolescente e due occhi blu-atlantico che quando incrociano i tuoi ti riconciliano con l 'universo intero. Ha il rarissimo pregio di esprimere con dieci parole un concetto per il quale a me ne occorrerebbero cento ed ogni colloquio con lei mi migliora.
    Possibile che leggendo il mio commento precedente queste cose non appaiano chiare?
    Se poi l'invito a desistere è rivolto al resto del commento non è mica una colpa essere amati!
    Solo che lui vorrebbe una storia esclusivamente romantica ed io invece vorrei buttarla sul sesso sfrenato. Dai che prima o poi lo troveremo un accordo.
    P. s.
    Sfirzy, ti adoro

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  10. ...diamine se era chiaro, e ci mancherebbe, più di così ...
    Carlotta Capenna :)

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  11. Ho sfornato la torta, a tavola! (conosco persone - mio figlio, per esempio- che quando sono da troppo tempo a digiuno straparlano). Blanco, tu serviti pure come sempre per primo va'! :-)
    Io! L'ho fatta IO! Mica la Sfirziola. Lei però è brava, teniamocela buona.

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