sabato 12 febbraio 2005

PATTERNS

 

Gironzolando fra blog e fra bloggers  nei giorni passati mi è capitato di “assistere” a vere e proprie scenate di arrabbiatura forte,  disseminate a puntate  nel giro di pochissimo tempo , fra  svariati post e svariati  commenti. Accuse sovrapposte ad altre accuse, alcune vaghe e sottintese, altre più dirette e belle toste. Insomma un bella baruffa virtuale, con tanto di spettatori ignari come me, un po’ allibiti e un po’ incuriositi. Non conoscendo il retroscena, non ho ovviamente capito molto,  ma mi è venuta voglia di riaprire un libro della Von Franz (cosa che mi accade sovente) un libro che tengo sempre sul comodino. Volevo rileggere il capitolo in cui lei parla di “patterns” .

 

Marie Louise Von Franz, L’ombra e il male nella fiaba,  ed. Bollati Boringhieri, pag.141-143

 

La vita di tutti gli esseri viventi è plasmata da modelli di comportamento: un certo pattern di lotta, di corteggiamento,di accoppiamento, di cura della prole e così via, diverso per ogni specie animale. Questi modelli possono entrare talvolta in conflitto o sovrapporsi.

Infatti, benché tali “patterns” siano destinati dalla natura ad adattare l’essere vivente alle situazioni della vita, qualche vota  hanno l’effetto opposto e provocano una contrapposizione. Questo accade per esempio a livello animale quando si tocca una chioccia: allungando una mano,si vede che essa entra in conflitto: vorrebbe scappar via e non farsi toccare da un essere umano, ma il suo istinto materno la tiene incollata alle uova, e così diventa sempre più tesa. Non sa cosa fare: improvvisamente abbandona il comportamento di fuga, e si rassegna a lasciarsi toccare da un essere umano, oppure scappa via, con versi striduli, se il comportamento di fuga prevale sull’istinto materno…

Sembra che la natura abbia creato i nostri livelli superiori di coscienza per costituire un “commutatore” ed evitarci così le difficoltà di adattamento degli animali. Si può dire che ogniqualvolta qualcuno è “afferrato” in modo del tutto unilaterale da un modello di comportamento il suo adattamento sia disturbato. Certi animali esagerano un “pattern”, presumibilmente a causa di impressioni ricevute all’inizio della loro vita. Certi cervi o lupi,  per esempio, diventano insolitamente aggressivi e cadono in preda ad un’aggressività unilaterale, il che provoca gravi disagi nel loro branco; inoltre vanno perlopiù incontro a una morte prematura. Essere in balìa di un unico modello di comportamento (lasciandosi trascinare in determinati “patterns”, e cioè da modelli di comportamento, fantasie e affetti archetipici)  nasconde sempre  qualche pericolo. E quando qualcuno – come accade nella vita animale- ne è sopraffatto, diciamo che ne è “posseduto”. Per noi la  possessione è perniciosa proprio come lo era nelle culture primitive, perché significa essere soggiogati da un’unica nota nella melodia delle possibilità interiori, ed è qui che sta il male, perché tutto quel che ha a che fare con la ragione o i rapporti con gli altri, come qualsiasi altro modello di comportamento,viene cancellato.

 

COMMENTO 1: cari bloggers evitiamo i patterns ;))

COMMENTO 2: che sia un pattern anche il nostro essere  “piccolefiammi-ferìte”? (siamo già passati di qua, mi pare, com'è che ci ripassiamo ancora? ;)))

Stando al suggerimento della Von Franz, basterebbe cambiare modello, e scegliere come riferimento archetipico un’eroina diversa dalla ragazzina della fiaba di Anderseen, e diversa dalla povera  virgiliana Didone.

E’ un  suggerimento che affianco a quello di Mel, desiderosa di riscoprire ( magari con i vostri contributi, care amiche blogger) altri archetipi femminili.. Ok, allora  per prima cosa rileggiamo Apuleio, in cerca di...Psiche!.  Che meravigliosa avventura archetipica, quella di Psiche. Ma perchè Andersen non ha letto L'asino d'oro, o almeno la sua parte centrale, laddove si racconta di Eros e Psiche? Mistero.

 

21 commenti:

  1. bellissima la favola di amore e psiche...ma l'hai letta tutta?
    ...non chiederti di conoscere o vedere Amore...lo perdi!:-)))
    un sorriso
    veradafne

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  2. Scegliere un altro modello archetipico cui ispirarsi secondo me è possibile solo teoricamente fino a che non abbiamo saldato tutti i conti con il passato. E i conti con il passato si saldano rinascendo e facendoci "genitori" di noi stesse, cercando in noi stesse la "buona" madre e il "buon" padre che non abbiamo avuto.
    A quel punto, possiamo iniziare a "rieducarci". A scegliere un ruolo nuovo, e non più a subire il ruolo prima impostoci e poi autoimpostoci, fino a ripeterlo all'infinito nella speranza che l'eterna reiterazione di esso conducesse alla fine a qualche miracolosa svolta capace di capovolgere la situazione.
    Quanto alla fiaba di Amore e Psiche...Prima ancora di Apuleio, i Greci avevano messo in luce come Amore fosse figlio di Ricchezza e di Povertà. E' un'immagine straordinaria per tutti i sottintesi di pensiero e di emozione che sa esprimere.
    I Classici avevano capito tutto, tutto quello che conta lo hanno detto loro. Rileggiamoli e non stanchiamoci di rileggerli;)
    Ciao Mirella e ciao Vera.


    Daisy

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  3. Ok Daisy, non si può scegliere coscientemente un altro modello, (abbiamo già pagato per fare questa scoperta, tutte) ma leggendo "altre storie" si dà all'inconscio qualche chance in più per orientarsi verso una diversa ispirazione. Sempre che sia pronto (abbia espiato abbastanza ) ad accogliere la metamorfosi. A proposito di espiazione, cara Vera: leggi meglio tu, tesoro:-)! Psiche è costretta dalla suocera Venere alle 4 faticossissime prove, e poi ritrova Cupido, riceve l'immortalità, si sposa con il suo amore ed hanno una figlia di nome Voluttà ;)) ma quant'è comodo 'sto Grande Dizionario UTET dei Capolavori.....Hem... (Mir)

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  4. ... intanto sono felicemente stupita..., che bella questa ripresa del discorso :-)
    Per ridiscuterne, ripasso con calma :-)

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  5. Mi piace moltissimo il commento di daisy.Mi affascina la persona che intuisco dietro al suo blog.Ma anche m'intimidisce.
    Cara mirellik.Continuo a meravigliarmi di certe reazioni dei blog a non so nemmeno che cosa.Ne sono stata oggetto senza afferrarne il perchè.Può darsi che si scarichino nell'etere delle frustrazioni,delle solitudini,non so...Forse troppe aspettative.Cercherò patterns ma sospetto di non essere d'accordo completamente con la tesi dell'autrice .

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  6. Ciao cara Nuova, e sì che mi era parso di trovare solo commenti fantastici,- e meritati - ai tuoi post.
    Che è successo?

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  7. ...mi copio tutto ..emhhh..
    lo sai perche';-)*
    (grazie dei saluti da spiratos!)

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  8. c'è una riflessione aggiuntiva che vorrei portare, rispetto al bel commento di Daisy. C'è una specie di sequenzialità descritta nel processo (aver saldato i conti col passato/farsi genitori di noi stesse/rieducarci/scegliere un ruolo nuovo...) che fa pensare che occorra fare delle cose prima e delle cose dopo. Non ne sono convinta. A quasi cinquant'anni (mai pensavo di dire una cosa simile... ;-) credo di potermi occupare ora di certi conti del passato. Ma me ne sono occupata ad altri livelli prima, e ancora prima e ancora prima. Poi sono stata madre-padre di me stessa per quanto potevo e ho cercato nuovi modi. Desiderando uscire da certi patterns (o schemi relazionali, risposte stereotipate a stimoli che ci vengono dall'interno e dall'esterno). Uscendo da taluni, e scopriendone altri che vengono in superfice.
    è come una spirale, di avvicinamento e allontanamento.
    Ogni passo è un'andata e un ritorno.
    Ogni relazione è un possibile incontro con quello che siamo, con quello che vorremmo diventare.
    E diventiamo genitori di noi stesse, di noi stessi, anche se possiamo permetterci di accogliere altre genitorialità oltre a quelle più o meno biologiche.
    Poi le cicatrici fanno male comunque. Ogni tanto, col tempo che cambia, col ciclo che muta, con le parole o i gesti che evocano altre parole e altri gesti.
    E questo continuo andare e venire nella nostra debolezza e nella nostra solidità, che vanno sempre insieme (accidenti) è un tentativo anche generazionale, comincio a sentire.
    Come se avessimo un compito, che è quello di avvicinarci ad un modo di stare nella vita nostro. non solo per noi, ma anche per le giovani e i giovani che incontriamo.
    Che se abbiamo delle figlie, dei figli, desideriamo poter loro trasmettere il sentimento della possibilità. Di andare oltre, pur con i nostri limiti.

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  9. Mel...Io mi incanto sempre ad ascoltarti. E' importante ribadire come i conti con il passato si saldino ad ogni età in maniera diversa, ed è importante perchè ogni nuova acquisizione che si voglia presupporre stabile e definitiva pone le premesse per inchiodarci nel prossimo futuro a nuovi ruoli, a nuove prigionie.
    Il passato sta lì, con il suo sguardo da Medusa che rischia di pietrificarci, e noi sosteniamo questo sguardo scoprendo continuamente in esso nuove ombre e nuove luci, nuovi elementi di continuità e nuovi elementi di rottura con il nostro presente.
    E' importante anche sbarazzarsi di un altro condizionamento culturale molto insidioso, e generatore di ansie e frustrazioni: quello che io chiamo modello "vettoriale" di vita (prima l'obiettivo A, poi dall'obiettivo A all'obiettivo B, poi al C, eccetera).
    Io l'ho sofferto molto, questo condizionamento, ora spero di essermene affrancata.
    La vita non funziona così. La vita è incontro improvviso, possibilità inattese da cogliere. Modello "stellare", ramificato, ben più che "vettoriale".
    Verso una maniera di stare al mondo che sia solo nostra, appunto.
    Se incontri per strada il Buddha...uccidilo. (Ma prima ascoltalo. Ogni ascolto è un dono)

    Saluti a te, alla padrona di casa, e ai gentili ospiti;)

    Daisy

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  10. A me questo testo della von Franz mi puzza un po'. Forse è solo questione di mancanza di contesto.
    Intanto dire che per le culture primitive la "possessione" è perniciosa mi pare un po' generico, in secondo luogo pare qui che il pattern sia la cristallizzazione del modello e non il modello stesso.
    In terzo luogo non si viene sopraffatti dai patterns, a mio parere, ma eventualmente dagli archetipi stessi. Il pattern è la superficie, è cio' che é riconoscibile nell'individuo attraverso la lettura del comportamento. L'archetipo invece trascende l'individuo.
    Sono d'accordo con Daisy, anche se la parola rieducazione la eviterei.
    Credo che esista un momento in cui la persona debba riconoscere che alla funzione educativa del genitore si é sostituita una funzione auto educativa e che spesso a questa seconda non meno che alla nostra prima educazione si debba la limitazione dei patterns. E anche non fosse cosi' sarebbe bene pensarlo se si vuole lavorare su se stessi.
    Infine non so a quali episodi si riferissero le tue note, ma a volte la rete illumina cosi' vivacemente i modelli relazionali da offrire, una possibilità quasi auto terapeutica. Scariche di rabbia incluse. :-)
    ! !! !!!!!! !
    !!! !!! !!!!!! !!
    !!!
    *!!!!!!!

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  11. La padrona di casa a questo punto vi richiama ai doveri di ospiti:
    Tristan, tu vieni in cucina a preparare con me il dessert; Mel tu sparecchi (hahaahah non esiste per lei cosa peggiore); tutti gli altri devreste cercare la caffettiera, ma dove l'ho messa? Daisy a fumare di FUORI!!! E mentre si mangia il dolce marocchino ( sarà dolcissimo) parliamo un po' di noi, zero teorie, solo le nostre debolezze un po' stupide, quelle che davvero ci mettono a tratti nei guai. (eppure quando se ne esce è sempre una piacevole rinascita...Io per esempio quando sono innamorata sono felice, ma quando supero una delusione amorosa lo sono ...ancora di più, sul serio:))) Mi piace la vignetta di Pat Carra: l'amica dice "è pazzesco, ci sono donne che aspettano ancora il principe azzurro!" l'altra amica: "Prima o poi arriva". Io sono l'altra.
    A tavolaaaaaaaaa!

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  12. (volevo scrivere 100 piatti e fondine e ho scritto 10, ehm...)

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  13. (io non sparecchio, questo è certo: fatemi anche lavare 10 piatti e fondine con relativi piatti e bicchieri, ma sparecchiare no, ecco ;-) (che si mangia, a parte il dolce marocchino? torta al cioccolato di casa? )

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  14. (una volta Mir, quando avrai tempo, mi spieghi come fai, mi spieghi. Con affetto grande, Deli)

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  15. Mio Dio Mirella...patterns, modelli di comportamento, archetipi, possessione..ma quì si parla proprio difficile...beh ma posso sempre lasciarti un mio saluto affettuoso e sincero per un inizio di settimana brillante.

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  16. Mir, io sono la voce fuori campo della vignetta di Pat Carra, quella che dice: "Sì, arriva, ma dategli un paio di lenti bifocali ...altrimenti non ci riconosce e passa oltre e ci lascia tutta la vita a questionare di patterns e di archetipi".
    Ciao Mirellik, vado a finire la sigaretta in giardino.
    Daisy

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  17. La mia supertorta al cioccolato, ma certo! Daisy mi dispiace ma il 12 giugno qui nel mio giardino (ci sarete? anche tu Hyeronimus?)non si fumerà neppure all'aperto ahahhahaha hai 4 mesi per smettere, forza. Siete cari, MI siete cari.

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  18. O.T.: Sabato 26 febbraio, alle 10:00, nell’ambito della XVI edizione della manifestazione “Galassia Gutenberg - libri e multimedia” (http://www.galassia.org) che si terrà presso la Mostra d’Oltremare di Napoli*, insieme a due miei colleghi, animerò un incontro dedicato al “Blog per l’apprendimento delle lingue e culture straniere”. Si parlerà delle nostre esperienze di insegnamento della lingua straniera grazie all'uso del blog e si mostreranno i nostri blog (deutschblog, castellano, Scrapbook). Mi faceva piacere comunicartelo ed approfittare anche dell'occasione per un grande abbraccio!Rita Mazzocco
    *Per informazioni e prenotazioni: Ufficio Scuola c/o Pigreco Eventi – Ivana Sanna
    tel. 0817147521 – dal lunedì al venerdì – dalle ore 9.00 alle ore 13.00

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  19. quanti progetti..quanti progetti..qui da te...sono mancata per poco tempo..ed ecco quante novità...un brulicare di novità...
    ..sei tornata ad organizzare...noto..noto...per le Canarie c'è tempo...
    un sorriso
    veradafne

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  20. Ecco sempre cosi', appena sta arrivando il bello mi mandano a cucinare, io volevo una bella baruffa telematica a colpi di behaviourismo e psicolgia del profondo. Ma con le donne è cosi', Hyeronimous si è affacciato un attimo ed è scappato, ma se avesse osservato bene avrebbe ben visto che ci si stava solo preparando per l'ora del té.
    :-(
    :-)* Tristan

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  21. Dai Tristan che è più divertente parlare di Questioni Importanti preparando sul tavolo di una accogliente cucina un dolce marocchino, piuttosto che al tavolo sterile delle conferenze ;)

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