domenica 19 marzo 2006


Ho provato a parlarne due giorni fa ma ...mi sono un po' persa.  Volevo solo dire che mi pare ci sia (finalmente ) una crisi del virtuale. Come lo so? segnali sparsi, fra i blog, parlando con blogger.


Il fantastico virtuale è in crisi: poi ognuno ha il proprio tempo e il proprio modo per accorgersene, ma intanto lo studioso Jean Baudrillard (Il patto di lucidità e l'intelligenza del male, ed scienza e idee) parla della morte dello spettatore.Siccome io sono meno catastrofica di costui, sostituisco la sua sentenza con il "bisogno di tornare spettatori".


Cito - ancora una volta- sperando di cogliere stavolta un po' meglio il nucleo del pensiero di questo filosofo e sociologo, che a sua volta riprende in parte il pensiero di Mc Luhan. 


"contrariamente a quanto accade con il cinema e il teatro, (e io aggiungo: e con la televisione, n.d.r) lo schermo del computer induce una sorta di immersione, di interazione tattile proprio come la scienza si infiltra nel genoma, nel codice genetico per trasformare il corpo stesso. Ma se salta la separazione stretta fra la scena (dove la realtà  è rappresentata) e  lo spettatore, ora che tutto concorre ad abolire questa separazione e si è costantemente immersi nell spettacolo, è la fine di un'illusione. In effetti, tutto ciò che abbiamo con tanta fatica voluto separare, sessuare, trascendere, sublimare, trasformare attraverso la distanza, oggi tentiamo con ogni mezzo di confonderlo. "


Insomma a questo studioso non piace mica tanto che si giochi troppo sul serio con il virtuale. Lui suggerisce una posizione ironica e ben distaccata rispetto al virtuale, molto più che una partecipazione contrattuale, da attori.


C'entra tutto questo con la crisi di molti blog, che in queste settimane chiudono, o si mettono in quarantena, o vengono saccheggiati della loro limpidezza per mano del male?   (il male esiste , perchè mai non dovrebbe infiltrarsi anche nei blog?) Mah.....? Io ho provato ad andare a leggere il blog di Fiorile, ma mi appare una schermata di splinder, con le parole "la vita è altrove".

17 commenti:

  1. Ho pensato a delle cose su quanto dice il tuo autore. ma intanto passo solo per un saluto. E un grazie :-)

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  2. Quanto alla parte concreta, fisica della comunicazione, io ho scelto di essere nel mio blog con nome e cognome. Come dire: sono una persona che vive nel reale, prima ancora che in questo grande spazio virtuale: credo che il non anonimato sia, paradossalmente, una forma di protezione.Protezione in questo nonluogo dove tutto è possibile: il bene, la sottrazione del bene, il male, la negazione del male, l'effetto, l'amore, l'inganno, la negazione di tutto; l'innocenza, la colpevolezza. L'agire cosciente, l'agire inconscio. (di quest'ultimo - l'agire inconscio- nella rete ci sarebbe materiale per un dottorato psicanalitico) Esiste una colpa, un biasimo morale, per qualcosa di immateriale che è avvenuto in un nonluogo?

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  3. La vita è altrove? Certo, anche altrove, ma anque qui, la mia , la tua, perché la vita è ovunque...

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  4. Mirella, io ho iniziato a scrivere poesie lo scorso anno e il Paesanino, mio compaesano, mi ospita periodicamente, anche se il mio "ingresso" è avvenuto su Toroweb, il sito del mio paese. Beh, io non ho voluto mettere su un blog, perchè volevo sì condividere i miei pensieri, ma in maniera improvvisa, senza sentirmi obbligata, implicitamente parlando, dall'esistenza di un luogo da curare e da vivere, come ormai si configura il blog. Ho letto l'ultimo post di Veradafne, e sono d'accordo con lei. Ti mando un abbraccio e spero che tu sia sempre nostra ospite a Casa Paesanino, Abigail

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  5. ciao mirella de paris! sono un'amica di paesanino!!!Sono riuscita a trovare il tuo recapito per domandarti da quale parte del Canton Ticino scrivi: io sono nata a Locarno e vissuta a Bellinzona. Ora sono a Toro, paese del nostro amico Paesanino. Aspetto tue notizie,Cinzia

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  6. non ho molti elementi per dare un giudizio, perché sono pochi i blogger che hanno "chiuso" e dei quali so le ragioni. Ma è vero che questi pochi sono stati delusi da altri blogger. A me ha stupito questa spiegazione, e leggendoti ho forse capito perché. Mi sembra (spero almeno) di mantenere ancora una "posizione distaccata", forse perché mi rendo conto che la "vita è (anche) altrove" e l'una non sostituisce l'altra.
    Forse a volte si carica il virtuale di troppe aspettative?

    c.

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  7. Sai Mirella, io sono convinta di una cosa, quasi una verità a bassissima definizione: la vita è ovunque si mettano in campo sentimenti.
    un abbraccio.

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  8. io ci sono e magari, al di là di interpratazioni , potrei anche dire qualche motivo in proposito ;)approfitto per un caro saluto alla paginaleti

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  9. E allora? che si combina???
    Comunque cara Colf, hai ragione, la vita è ovunque vi siano sentimenti e passioni. Ma sono quasi convinta che sentimenti e passioni percorrano due binari paralleli: quello reale e quello virtuale. Solo persone ben differenziate non fanno differenza, le altre sì, e occorre tenerne conto. Grazie a tutti, anche a Ardovig per il lungo commento. Leti non so che cosa tu abbia voluto dire, e nemmeno interpreto, so che quella frase ha un senso anche senza spiegazioni, come conclusioni del mio post. Le tue ragioni: a questo punto sì che sono quasi curiosa ...:-)

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  10. ..psss Mirella, qualcosa sta appoggiato da Mel
    leti :)

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  11. Sono convinta pienamente delle parole di colfavoredellenebbie. Ovunque si incontrino sentimenti, e che siano veri allora e' vita. Non fa differenza il luogo. La vita e' altrove? Mah..io direi..la vita e' dove la si scopre. Maria Grazia.

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  12. Sono lieta di esere venuta a farti visita mentre trattavi questo argomento. E' da un pò che mi chiedevo come mai ci fossero tanti bloggers in fase di chiusura, almeno parecchi tra i miei links, e cominciavo a darmi delle spiegazioni legate ai rapporti interpersonali che si allacciano qui.
    Investirci poco non è, secondo me, fattibile: come si può rimanere distaccati dopo aver compartecipato a gioie e dolori degli altri?
    Vedremo. Per intanto... io continuo!
    Un saluto.
    Anna :)

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  13. ..anch'io...come vedi, con tutti i miei forse:-)

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  14. Quanto alla tua scelta di usare il nome e cognome in chiaro nel blog, come sai, è un bell'esempio di assunzione della responsabilità ma, come scrivi nel post di oggi, può avere anche effetti negativi. A parte "parliamoneassieme" che, anche se figuro quasi solo io perché ne sono l'editore, nella gestione delle e-mail ho una casella con un alias, che uso quando scrivo a degli sconosciuti, e un'altra con nome.cognome@provider.it per i rapporti personali e con gli enti.
    Purtroppo, in internet, bisogna tener conto anche dello spamming e dell'eventuale furto di identità. Ciao, Ardovig

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  15. Hai ragione Ardovig, comunque dicendo che uso nome e cognome non mi definisco migliore di chi non fa così, questo si capisce vero?
    Approfitto per ringraziarti di tutti i tuoi affettuosi passaggi.

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  16. Sono entrato nel merito del metodo, non della persona. Certo che si capisce, Mir. Ardovig

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