venerdì 17 marzo 2006

TEMPO DI CRISI


Già la parola stessa  è un fastidio: "CRISI" Stridente come il gesso che si impenna  sulla lavagna.  


Tornare indietro è sempre un danno,  ciò  che ha cambiato quella felicità (chiamiamolo tranquillo equilibrio apparente) presto si ripresenterebbe.


Le crisi sono occasioni per pensare ad un  cambiamento radicale urgente (in linguaggio informatico forse si direbbe: per interveire sul disco rigido, e non perdere tempo in correzioni alle periferiche). I cambiamenti arrivano per gradi, quansi impercettibilmente.Ma qui mi interessano  le eccezioni, quando la "grande acqua" va attraversata subito, senza esitazione. O così, o la crisi si ristallizza e si diventa vittime. Ricacciare indietro la crisi, fermarla? mah...a me quest'operazione non riesce mai. Meno male: e perchè mai dovrei rinunciare al lavoro duro che mi attende, visto che è questo il prezzo di una felicità di vivere sempre migliorabile?


Quando la crisi è da condividere (sia che si tratti di  un amore, o di  un'amicizia) , bisogna lavorare in due  sul proprio  disco rigido. Se l'uno si perde nelle periferiche non c'è possibiità d'uscirne,  se non fingendo , finché dura,  che nulla di serio sia realmente  accaduto, che la crisi non sia una crisi ma uno smarrimento momentaneo. Quando mai uno smarrimento è momentaneo, eh?


Questo è un tempo di crisi, se guardiamo bene lo è per così tanti di noi che vien voglia di credere che sia una crisi sociale che attraversa un "noi", più che una somma di individui.  Noi come società . Âl di qua delle crisi politiche e delle crisi economiche e delle globalizzazioni e dell'impoverimento degli uni e dell'arricchimento degli altri, e al di qua anche della confusione dei dei media che non offrono più alcuna apparenza di credibilità, al di qua di tutto: questo è un vero momento di crisi.


Finalmente possiamo occuparci di noi.  I grandi interpreti della psicanalisi e della socioanalisi i fa sono rimasti nel loro tempo, la storia è andata oltre, la comunicazione, gli affetti, il senso dell'amore e della famiglia, è cambiato tutto, ed è come se, presi dall'ebbrezza di lasciarsi trasportare dal nuovo, ora ci trovassimo ad un punto d'arresto. Che fare? I nuovi psicoanalisti sono rimasti indietro, fermi nei loro pregiudizi e sulle loro posizioni di sicurezza, in realtà non conoscono il cambiamento perchè non hanno mai voluto guardarci dentro. ( qualcuno conosce uno psicanalista che abbia mai provato a chattare, ad avere un proprio blog dove scrivere persino di sè, oltre che pensieri sulla vita in generale? )


Non credo si tratti di una coincidenza: nelle ultime settimane alcuni blog sono stati chiusi o messi in arresto temporaneo. Quasi tutti con la medesima motivazione, la stessa che fiorile (spazioesposto.spider.com) riassume con parole semplicissime: "la vita è altrove". Certo, si chiude o si arresta un blog per una ragione concreta, ognuno ha la propria. ma io ho il sospetto che ci sia una ragione ormai abbastanza matura che coinvolge (esagero un po') tutti.


Cito frasi o pensieri lontani fra loro:


Jean Baudrillard nel " patto di lucidità o l'intelligenza del male", parla della realtà virtuale che segna inappellabilmente la fine dell'abisso fra realtà oggettiva e realtà soggettiva, perchè il concetto stesso della rappresentazione del reale  scompare , e non resta a noi che occupare questo non luogo che è lo schermo del computer:


"La realtà è anche un retromondo e un'illusione sostitutiva, e noi viviamo di fatto in questo mondo "reale" come in un retromondo. Siamo riusciti a negoziarlo facendo a meno del cielo e dell'inferno- ma nn del debito e della colpa, di cui dobbiamo ormai rispondere solo a noi stessi. Abbiamo scambiato un'illusione con un'altra, e salta fuori che l'illusione materiale e oggettiva , l'illusione della realtà, è fragile come quella di Dio e non ci protegge più, una volta passata l'euforia della scienza e dei Lumi, contro l'assenza di verità.In effetti, questa realtà, profana e desacralizzata, è divenuta lentamente una funzione inutile, di cui tentiao disperatamente di salvare la finzione (come, un tempo, quella dell'esistenza di Dio).  e' qui che, di fronte ad una realtà incapace di colmare il vuoto che ci separa dal mondo, e all'enigma insolubile che esso ci propone, è stato necessario passare ad uno stadio successivo, quello della Realtà Virtuale, lo stadio supremo della simuazione, quello di una soluzione finale per volatilizzazione della sostanza del  mondo in un campo immateriale. Dio, un tempo presente, ma assente anche da tutte le cose, circola nella rete arteriosa dei computer. Finito il gioco della trascendenza, resta una forma integrale di realtà di cui tutti siamo gli operatori. E' la realizzazion di tutte le metafore - lo sprofondare della metafora nel reale. Ma se tutte le metafore dell'umanità finisono per divenire realtà, viene da chiedersi se il fine vero della scienza non sia la convalida delle metafore. Questo funesto destino investe anche i sogni: una volta era lei, la Notte, a distribuirli, perchè regnava sull' Isola dei Sogni. Ma ora  sogni nascono nel cervello degli uomini, nn vengono più da fuori - dalla Notte o dagli Dei ,  sono prodotti da noi stessi  a partire dalla memoria, dall'inconscio o dalla fisiologia, è la caduta del sogno nello psichico. Questa caduta nello psichico fa d'altra parte sì che i sogni non abbiano più alcun valore profetico: per averlo, dovevano venire da una trascendenza , quella della Notte, comunque da fuori, e invece ormai sono soltanto un modo di interazione con se stessi.



Lia parla di "tutti questi desideri piccoli in cui ci si perde e si annega e non rimangono energie per avere un desideriogrande"


Ah!! ora capisco perchè nel post qui sotto mi è venuto in mente di mettere l'immagine del mio futuro vestito da sposa...

7 commenti:

  1. Le crisi sono salutari se arrivano improvvise, portano un cambiamento (oopure no).
    Quando si cronicizzano: ecco il problema..

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  2. Che sia un fiume in piena, o un piccolo torrente credo che sia sempre da arginare per tempo..fermarsi come dice Cioccolata saggiamente..e capire. E mi trovi concorde sull'insieme..sempre piu' persone vivono un mal di vivere o insoddisfatte o vivono eventi inaspettati quindi penso proprio sia di tutti, e quindi non trascurare mai chi si ha accanto e se stessi. Ogni giorno.
    Anche una parola puo' servire. Attendo anch'io il seguito. Maria Grazia.

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  3. quando i nodi vengono al pettine, non ci sono scuse che tengano, direi una parafrasi del tue definirle crisi! io mi sono regalata il tempo, sono una privilegiata, lo ammetto, ho potuto scegliere di lavorare part time, avendo così a disposizione minuti e ore, che mi hanno permesso di ritrovare una dimensione più reale del mio mondo, so che non tutti possono fare questo, ma rallentare, guardarsi dentro, fare un defrag, come forse tu diresti, aiuta sempre, un saluto Claudia

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  4. ... ora, non per dire, ma la settimana prossima conduco un modulo di cinque (5) giorni sulla gestione della crisi (in psichiatria sociale). Mi vuoi far lavorare pure il fine settimana ??? :-)

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  5. No Mel, puoi fare un copia/incolla e fargli studiare questo post;)

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