lunedì 20 marzo 2006

Ogni volta che sento di qualcuno che si innamora  io, come dire? Credo che il mondo non sia ancora del tutto corrotto.


Tutto il bene possibile al tuo nuovo amore cara amica innamorata.


 

13 commenti:

  1. mah! non sò, io penso che l'amore sia un sentimento in un certo senso egoistico.solo quando sento che una persona rischia la vita per qualcuno che non conosce mi dico che per questo mondo c'è ancora speranza :)

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  2. per quanto La mIA partecipazione possa suonare molLIcciA, unisco volentieri i miei saluti alla maLIA di questo post innamorato

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  3. Grande davvero Aitan :-)
    Rispetto a sentimenti e passioni reali o virtuali. Io credo che dentro ogni sentimento ci siano dimensioni di reale e di virtuale, ovunque nascano, che l'altro che incontriamo, qui o altrove, è sempre sentito e amato non in sè e per sé, ma in quanto riferimento di quanto noi con quello che di lui, di lei vediamo, intercostruiamo.
    Allora, senza voler dire che il cosiddetto virtuale non esista, che non sia qualcosa che interroga, io penso che il virtuale ci pone di fronte a quello che già esercitiamo continuamente nel cosiddetto reale, ovvero che ne sia cartina di tornasole.
    :-)

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  4. Io vorrei scusarmi con questo signor Jean Baudrillard , il cui pensiero è molto più interessante di quanto io non sia riuscita a sintetizzare nel mio post. Sta di fatto che costui per la prima volta mi fa dire mah...qulcosa di "strano" nel virtuale c'è davvero. Qualcosa di pernicioso e inafferrabile. Apprezzo le vostre certezze, ma io lavoro un po' sul mio dubbio. Forse mi sfilano davanti agli occhi le mie stesse esperienze,ed è più semplice interrogarsi quando si è rimasti in qualche modo scottati. Ultimamente mi è capitato di trovarmi al centro di una polemica virtuale creata con una lucida perfidia da una blogger (diciamo mobbing virtuale) Questa mi aveva messa agli occhi di qualcuno in rete in una posizione di dubbio sulla mia credibilità. Io allora ho cercato di uscire dal "nonluogo" virtuale e di mettermi a discutere su quello fisico, con la voce, almeno quella. Come dire si sappia che io al di qua dello schermo e della tastiera esisto e parlo. Niente da fare, era quasi, in quel momento, un imporre un corpo in uno spazio che non può comprenderlo. E questo, signori, mi fa seriamente pensare. Ma non chiedo nemmeno che mi si dia ragione, semplicemente MI espongo.

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  5. "senza dire che il cosiddetto virtuale non esista..." intendo dire che a mio parere qualcosa di pernicioso esiste e non c'è dubbio, ma che il pernicioso non è nel virtuale in sè. Continuo a pensare che le realtà sono molte, molte di più di quanto affema l'autore. che il virtuale sia una di queste, con sue caratteristiche, che influenzano coloro che vi circolano. Così come le caratteristiche geografiche di ogni luogo influenzano coloro che vi risiedono. E se ci muoviamo in pianura (montagna, giungla, deserto) senza conoscerne le caratteristiche incorriamo in errori di prospettiva.
    Il virtuale potrebbe essere una geografia a sè specifica. Occorrono nuove mappe e istruzioni di viaggio per percorrerla. Ma a percorrerla siamo sempre noi, irrimediabilmente diversi secondo le geografie di appartenenza. Mais toujours egaux à nous mêmes.

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  6. ..eppure...eppure...eppure...a Mel che dice che "il virtuale è una di queste realtà" risponde direttamente l'autore citato:
    "Soprattutto non bisogna prendere il Virtuale per una "realtà"(il colmo!) applicandogli le regole del reale." Che sia giusto o che sia sbagliato il suo pensiero non mi interessa : mi interessa sapere che intuisco - ma non ne ho le prove ragionevoli- che egli esprima una cosa centrale, così come mi sembra centrale un commento fra tanti, su questo argomento,ovvero che la parola virtuale non ha etimologia. Anche qui: sarà "vero"? Boh? Ma al centro di tutte queste disquisizioni ci sono solo io, non una verità assoluta, solo io, che nel pensiero del mondo valgo una briciola:-)

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  7. "mi espongo" dici e fai bene...ci ho provato - e, credo, ci sia riuscita -anche io per un po', quindi faccio il tifo...;)sempre come ipotesi, direi che l'affermazione del signor B., secondo cui "Soprattutto non bisogna prendere il Virtuale per una "realtà"(il colmo!) applicandogli le regole del reale." non stia ad indicare una spaccatura come fossero due sostanze (realtà virtuale di qua e realtà comunemente intesa di là)ma mi sembra confermare il fatto che il virtuale indichi un percorso, un itinerario , un diverso modo di attraversare ed esperire la realtà;"ci" riguarda perciò realmente anche se non è una "realtà" (sempre forse...)leti :)

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  8. nuotiamo (anzi dovrei dire navighiamo) nei forse...è il mio pane quotidiano.
    E il pane ritorna,a proposito, visto? Non è mica un caso che io abbia postato il pane da condividere nel virtuale. Si passa da qualcosa, per poter condividere, qualcosa di concreto, perchè il nulla non veicola contatti ma illusioni di contatti.

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  9. Ti pensavo, ieri.Ti ho anche letta, ieri.Forse hai sentito il profumo del pane che masticavo mentre la destra accarezzava il monitor?O hai saeguito la scia del mio sorriso mentre in punta di piedi entravo e uscivo pensando che il mio è un mondo purissimo, visto che non faccio che amare innamorata e innamorarmi dell'amare. Che (è) vita!Baci rumorosi, dopo i passaggi silenti.

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  10. mi riferisco al commento 10. ( che condivido), parole ancorate su "cose" e se queste cose sono "pane" magari o forse fragrante o raffermo, beh, ancor meglio. Anch'io parto dal reale concreto ( sentimenti compresi, pensieri anche)perchè in altro modo non saprei muovermi.( anche se parlo per metafore, ma farei lo stesso nel reale quando parlo con persone che non conosco appieno, pur stimandole)
    Ho letto un po' le discussioni sull'argomento virtuale e blog...postato qui e da altri blogger; condivido il pensiero di colfavoredellenebbie, di Mel sul pre-internet, ma anche capisco e ho sensazione di dubbio come bene esprimi tu. Non ho riposto aspettative nel blog e in questo mondo strano, quindi nessuna delusione; tanto tempo che manca invece, che viene assorbito, pur piacevole nel leggere...ma il tempo è tiranno.
    Solo bisogno di più tempo per la vita concreta, quotidiana, che è sempre lì, in qualsiasi modo la si voglia guardare o fingere di guardare;-)
    un sorriso

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  11. Ho lasciato il mio pensiero sull'argomento nel precedente post e lo confermo. Qui faccio tanti auguri alla tua amica, che possa essere tanto felice! Maria Grazia.

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