lunedì 27 dicembre 2004
giovedì 23 dicembre 2004
Un po' serio e un po' scherzoso oggi L. mi ha salutata (al telefono) con un "ciao piccola fiammiferaia". A parte che quella storia strappalacrime era stata il mio regalo di Natale preferito quando avevo 7 anni, questa faccenda della piccola fiammiferaia più che un'amabile presa in giro mi sembra la verità cruda. E mi pare di poter dire che questa verità tocchi da vicino moltissime donne. Siamo (dai, esageriamo un po', visto che è Natale)...siamo in gamba, centrate, con le p...alle, capaci di svolgere due o tre tempi pieni lavorativi (dentro casa, sul lavoro, fra le cose nelle quali ci perdiamo un po') senza mai stancarci veramente, progettiamo con coraggio e discutiamo con i presidi dei nostri figli, quando è il caso dandogli pure torto. Eppure siamo -anche-a tratti- delle piccole fiammiferaie. Sicuramente in amore. Tutte. Si facciano avanti le eccezioni, che voglio farmele amiche. Per tutte le altre il ritornello è nel copione: sono qui, sola, ho freddo, sarei pure un po' stanca, tu devi solo dirmi che stravedi al pensiero di rivedermi domani, e io riprenderò a respirare. Eddillo!
mercoledì 22 dicembre 2004
sabato 18 dicembre 2004
giovedì 16 dicembre 2004
mercoledì 15 dicembre 2004
leggo su un trafiletto lasciato senza commenti in un angolo dela pagina del Corriere del Ticino: "Sei anni di reclusione ad un insegnante per ripetuti abusi sessuali su tre sue allieve". Età delle ragazze 12, 13, 8 anni. La più piccola ha subito più volte violenza carnale. Sei anni di carcere. Si saranno sbagliati a scrivere: sicuramente 60. Ultima frase del trafiletto: l'uomo attualmente insegna nel canton Argovia.
Quanto forte vorrebbe essere il mio urlo quando leggo queste cose.
domenica 12 dicembre 2004
sabato 11 dicembre 2004
per esempio: per visitare tre blog e scribacchiare tre straccetti di commenti ho tenuto la connessione (saccheggiato la linea telefonica) per un'ora. Mi sto disperando un po'.. Immagino che vi arrivino i miei saluti via telepatia, che sarà forse l'ultima grande invenzione della tecnologia della comunicazione, poi si passerä ad altro. Possibilmente senza per forza dover ripassare da un nuovo medioevo , perchè tutta questa fantastica e incontrollata rete di comunicazioni e di scambi dovrà pur battersi con i limiti comunicativi del vivere in due. ....ate (desinenza di molte parole tutte qui ben calzanti) da sabato mattina, ma sono scusata perchè ho la testa ancora nella mia bella notte ;))))))))
lunedì 6 dicembre 2004
venerdì 3 dicembre 2004
martedì 30 novembre 2004
Il termometro dice 93.8, ma potrebbe esseci un errore.....credo....
Salutino un po' pallido.
domenica 28 novembre 2004
:-)) questo non è un sorriso, questa è una risata ! Penso alle frittelle del tifoso milanista, tre frittelle prima della partita e tre frittelle dopo la partita, e mica per fame, solo per scaramanzia ....lo dirò a mio figlio, milanista pure lui, e con il complesso d'esser magro;) E penso a come diventerà graziosa con ilvostro aiuto la mercdes del dottore ex coniuge:-)))))) Ho da ridere per tutta la giornata,
ma forse non basta :-))))))))))))))))))))))))
mercoledì 24 novembre 2004
martedì 16 novembre 2004
domenica 14 novembre 2004
giovedì 11 novembre 2004
mercoledì 10 novembre 2004
Un amico, di nome Lorenzo P... mi ha inviato un editoriale, dedicato ai suoi collaboratori che operano in una struttura per tossicodipendenti.
Labirinti e dedali
C'è una differenza sostanziale tra l'affrontare un labirinto e inoltrarsi in un dedalo, una differenza che forse il tempo e la decadenza del linguaggio che associa sempre più termini vagamente simili fino a far scomparire quello meno in uso, ha contribuito a cancellare. E una differenza c'è eccome, una diversità che li separa come il fossato di un castello medievale. Partiamo dal dedalo. Vetusto percorso nel palazzo di Crosso dove risiedeva l'antico Minotauro, essere mostruoso col corpo umano e con la testa di toro. Un animale lontano ma allo stesso tempo prossimo al genere umano, così mirabilmente rappresentato, preda della sua stessa immagine riprodotta da impudici specchi dal racconto di Dürrenmatt. Il dedalo ha una caratteristica: l'entrata è conosciuta e certa mentre l'uscita no. Ci si può perdere, si può restare lì dentro imprigionati per anni, si può morire soffocati dall'angoscia di un disorientamento eterno, di non trovare più l'uscita ma neppure l'entrata che alla fine, per chi non riesce ad arrivare alla meta, rappresenta pur sempre una interessante possibilità di uscita. Il labirinto invece, nobile percorso all'interno di cattedrali, inquieto tragitto graffito da mani preistoriche camune, seppur di difficile percorrenza, di articolata comprensione, porta sempre all'uscita. Nel labirinto si sa che si uscirà: basta percorrerlo tutto, senza scoraggiarsi, anche quando il percorrerlo sembra portare lontani dal centro: e qui sta la sua difficoltà. Per arrivare a volte è necessario allontanarsi dalla meta, piegarsi ed accettare le sinuose curve delle sue strade che ci fanno intravedere il centro per poi portarci molto distanti da esso.
(...)Lorenzo
Io sono capace di impensabile coraggio, ma nulla mi potrebbe atterrire peggio di un labirinto reale (oh, eccome li conosco!) Quelli metaforici, per contro, sono le mie adorate grandi sfide. Strane contraddizioni ci posseggono, a volte.
lunedì 8 novembre 2004
(il post qui sotto vi parla di Villasimius, perchè io sto già aspettando l'estate, se guardate con la lente vedete il mio piccolo bungalow nel camping spiaggia del riso)
L'altro giorno ho letto tanti post di seguito nell'archivio di un'amica blogger. giù giù fin verso i suoi primissimi scritti. tutti magnifici. Piccoli racconti letterari, sovente autobiografici. E mai, mai , mai un commento in fondo ai suoi post. nessuno s'era accorto di quel blog (ma nemmeno ora, tranne qualche rarissima eccezione recente )... Secondo me lei si allena, fino a quando uscirà allo scoperto e pubblicherà tutto e andrà da Costanzo con il suo successo sottobraccio. vedrete se non ho ragione.
E invece, sul serio, perchè lo fa? (la mia amica Melusina mi direbbe "non usare la parola "perché"; usa "come mai?") Come mai, Pollyanna?
giovedì 4 novembre 2004
Dal mio amico Gino ricevo:
Probabilmente ne siete già a conoscenza: su Internet è partita un'autentica campagna denigratoria a carico delle due Simona (Pari e Torretta) rapite in Iraq e poi, fortunatamente, liberate. Non faccio commenti (ho uno stomaco troppo sensibile) e lascio l'incombenza al solito superdocumentato Paolo Attivissimo. Questo è il suo link:
http://www.attivissimo.net/antibufala/2simone/strapagate.htm
Il testo - con un sacco di link utili - è bello corposo, ma vale davvero la pena di leggerlo tutto.
Salutoni e continuiamo a resistere! resistere! resistere!
martedì 2 novembre 2004
Lo smarrimento è durato un paio d'ore, stamattina, poi ho deciso. Fra le due possibilità la prescelta è quella con più incognite, la sicurezza ridotta ad un filo (io che sono svizzera...), ma è là che voglio andare. Mi impoverirò parecchio, ma sto già di nuovo sorridendo.Se avessi preso l'altra strada mi sentirei meno leggera. Duende, eccolo il duende.Chiedere a Daisy ;)
A proposito che bello questo ritorno annunciato, cara Daisy
lunedì 1 novembre 2004
HELP !si apre una finestra al centro dello schermo che annuncia: "your system infected". mi si propone una pagina intera di incomprensibili opzioni per curare l'infezione. (questa: http://www.searchmeup.com/search.php?aid=1029&q=spyware)
ma io ora cheddebbo fa'?
ringrazio tutti i buoni che correranno in soccorso. Alberto dove sei finito?!
domenica 31 ottobre 2004
Non "posto" (che fatica digerire questo neologismo) poesie di mia iniziativa, ma mi capita di leggerne sui blog di altri. Questa è stata sottratta a ALLEGRA, che ringrazio molto.
Non nasce in un' ora
il vero amore
né dà scintille a comando la sua pietra,
ma lento nasce e si propaga
dopo una lunga complicità che lo rafforza.
Invulnerabile diventa
alla noia e agli abbandoni.
Dura poco quanto vediamo
nascere all' improvviso.
Sono una terra dura e rocciosa,
aspra alla vegetazione;
ma se una pianta vi affonda le radici
non deve temere le piogge di primavera.
(Ibn Hazm, poeta arabo, 994-1064)
mercoledì 27 ottobre 2004
(ricevuto da un amico via e-mail):
Lella Costa - Stanca di Guerra
Tre minuti e mezzo di un'incredibile intensità tratti da "Stanca di guerra", un monologo teatrale scritto nel 1996 da Lella Costa Alessandro Baricco, Sergio Ferrentino, Massimo Cirri, Piergiorgio Paterlini e Bruno Agostani, regia di Gabriele Vacis.
(parte dei diritti di autore sono devoluti ad Emergency)
"Lella sa andare all'essenza del problema, sa riassumerla in una sola frase, così vera, così pregnante, e nello stesso tempo così priva di retorica, che mi ritrovo a utilizzarla quando mi mancano le parole per dire lo sconcerto, il magone, il pudore dei sentimenti: "Che faccia fare?".
Grazie Lella, che ogni volta mi fai uscire dal teatro con un po' di umanità in più: serve molto per resistere, per capire e andare avanti, specie nei momenti in cui anch'io, come te, sono stanco di guerra."
(Gino Strada)
Se volete ascoltare questi 3 minuti e mezzo, per i quali gli aggettivi desistono, andate a questo sito:
http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=1678
domenica 24 ottobre 2004
Non cercatemi nei prossimi 60-70 anni, perché io vado a vivere da Imagination.
Imagination prepara una stanzetta per me, grazie.
giovedì 21 ottobre 2004
Alla faccia di chi ancora sostiene che i legami che nascono nel virtuale sono spazzatura se posti a confronto con quelli della vita concreta. Alla faccia di certi psicologi o psicoanalisti che sopporterebbero male (malissimo, immagino) di sentir dire da un loro paziente che vuol bene ad amici che non ha mai né visto né frequentato. Alla faccia di tutto questo insistere a voler considerare puerile l'affettività "in Internet!!!", io stasera con molto piacere riporto un'unica frase dall'ultimo post pubblicato da Polemiko. Ultimo post perchè lui ha deciso qualche giorno fa che il suo blog non continuerà, e ne spiega le ragioni ( a me dispiace, molto,anche se lui di me non conosce proprio nulla, nemmeno il nome, mi dispiace comunque. Persino che bad (che faceva parte di un piccolo clan molto simpatico) abbia chiuso il blog mi dispiace, e non ho mai lasciato un solo commento da lui. Ha lasciato anche lui tracce importanti. Che nessun archivio conserva (questo sì che è un male da risolvere). Insomma è vero che anche nella rete si butta qualcosa della propria nevrosi, dei propri desideri infantili di un mondo un po' troppo ideale, di un'idea dell'amicizia che forse sovente faticherebbe a sopravvivere al di qua dello schermo.Sono vere tante altre cose di cui tenere conto, che fanno la vera differenza fra l'esperienza sensibile e l'esperienza virtuale. Eppure io mi sento di condividere in pieno la frase di Polemico quando con grande onestà ha affermato, salutandoci
"Ringrazio il mondo blog che mi ha davvero cambiato la vita"
martedì 19 ottobre 2004
Bello il post di Roberto. Gli rubiamo un solo passaggio, questo:
Ricordava un filosofo americano: ”c’è molto da fare, manca solo di cominciare. E’ una lotta di formiche contro dinosauri, però il futuro già è stato deciso in favore delle formiche. Tutto quello che facciamo per ricostruire la speranza e la vita è importante.”
domenica 17 ottobre 2004
post geniale, di un blogger geniale
trovato due minuti fa nel suo archivio, postato il 10 giugno 2004
Meta-blog
Un blog è un blog
Ceci n’est pas un blog
Mentre ci lavoro sopra:
- L’ultimo post è sempre il primo.
- L’ultimo incipit è più importante dei precedenti
- Lo status è sempre quello del work in progress.
- L’identità è sempre artificiale (anche nella forma diaristica).
- Il feed-back blogger lettore è immediato.
- L’esperienza del blog è evoluzione-metamorfosi della forma conviviale.
Tutto cio che ho scritto è falso.
venerdì 15 ottobre 2004
giovedì 14 ottobre 2004
Un anno fa mi ero detta: ci vorrà un anno. E oggi , 14 ottobre, posso festeggiare: FINE DEL MOBBING!!! Ma che fatica che è stata.
Ora aspetto il prossimo appuntamento importante: in dicembre rivedrò Bruno (lo sento, che accadrà in dicembre), dopo un anno di assoluto silenzio. Solo dopo averlo rivisto capirò se ora sono pronta per amare sul serio un altro uomo. Mi auguro di sì, di sì, di sì.
martedì 12 ottobre 2004
venerdì 8 ottobre 2004
mercoledì 6 ottobre 2004
Sapete com'è...a volte si posta qualcosa di un po' sciocco, lo si guarda per un momento , e con la complicità della silenziosa notte (psss...non ha letto nessuno, wow!) si torna in punta di piedi e si cancella. Nessuno saprà mai nulla di questo post-fantasma che è apparso-scomparso. Nessuno? Eh no...! Una è riuscita a passare, e ha visto tutto! Ha visto e ora mi chiede "ma dove è finita la simpatica e entusiasta scritta in rosso? sparita?" E allora devo rimetterla, per forza. E con piacere :-) ...Grazie Vera.
I LOVE YOU!
venerdì 1 ottobre 2004
Perchè nei blog in un sol colpo scopri un poeta, annoti nuovi nomi-blogger da andare a leggere per la prima volta,conosci meglio un'amica che già frequenti da 30 anni (son di più, Deli?), e ridi anche, e di gusto, e sorridi perchè pochi intellettuali stanno intuendo che i blog piacciono più della televisione, più del giornale, del libro di racconti appena pubblicato (non parlo di Joyce, né di Conrad,Hamingway, Kafka...che comunque se non fossero morti scriverebbero nei blog). E copincolli la frase del mese:
giovedì 30 settembre 2004
Fra i commenti all'ultimo bel post di hladik (stravedo per hladik quando parla dei suoi piccoli in bimbidiblog) ho ritrovato Deli-Mel (ma insomma continuiamo a ritrovarci fra blogger?Mi sa che fra tutti se ci invitiamo a cena il mio giardino può bastare. Ma che cena!!!!!! )
Dal commento di Mel : (...)forse occorre ricreare luoghi in cui stare ed essere... facendo attenzione a non farci prendere dal gioco della discussione. Oppure discutere sì, ma sapendo... che lo stiamo facendo non per trovare la verità, ma per cercare di gestire il dolore della nostra impotenza, il dolore di essere in balia di informazioni che non possiamo mai verificare, il dolore di non poter agire concretamente perché siamo troppo lontani. Il dolore di voler comprendere ma di non farcela...
Allora dovremmo piangere, non trovate?
(scusate)
mercoledì 29 settembre 2004
l'insonnia - quando è rara-regala una sensazione di libertà illimitata. Ho appena scritto un post lungo..il mio portatile me lo ha cancellato in un secondo....Poichè non mi va di buttare una fatica lo riscrivoPost con dedica.
Nel libro L'ombra e il male nella fiaba-boringhieri- M.L.Von Franz parla anche del salmone.
"Il salmone rappresenta l'impegno eroico in contraso con la tendenza alla pigrizia e alla vita tranquilla, che certamente convincerebbe il salmone a non risalire mai il fiume. I salmoni possono ripetere dieci,venti volte il tentativo di superare le cascate di un fiume. Quando sono sfiniti, nuotano intorno e poi ci riprovano finchè ci riescono. Appare perciò naturale che abbiano ispirato l'idea (il riferimento è alla mitologia nordica) che l'uomo debba compiere lo stesso sforzo, per raggiungere la saggezza e un livello superiore di coscienza. Oltre questo significato, il salmone ha anche un tratto erotico: affronta questa grande impresa per giungere al luogo dell'accoppiamento.Rappresenta perciò la vitalità e il principio dell'amore nella stessa forma, la saggezza che racchiude l'amore."
martedì 28 settembre 2004
lunedì 27 settembre 2004
venerdì 24 settembre 2004
In risposta a Lorenzo: certo, sono un po' più me stessa quando metto sulla mia pagina emozioni mie, solo ed esclusivamente mie. Ma non trascurerò mai (ed è questo il mio mestiere, anche) l'opportunità di far viaggiare anche attraverso il mio blog pensieri altrui che meritano d'essere visti da molti occhi che amano "guardare insieme". Così con molto piacere ritaglio dal blog di fiorile:
Tempo perduto, tempo perso
Non so bene che cosa chiamo blog, se sia tempo perduto o tempo perso.
Se è una porta che casualmente un giorno ti si apre come una specie di pretesto e, oltre la sua banalità, ti accorgi che è tempo di capire che, per quanto esile e invisibile, c'è un filo che congiunge il tempo reale, della presenza, della vita che apparentemente ripete le solite cose, con un tempo perduto. Forse il blogtime è tempo perduto, una specie di condizione di vacanza senza fine, una specie di assenza, di mancanza che non interrompe però il tempo reale ma l'attraversa come una festa gioiosa che sta sotto e al fondo del peso di vivere, come un esilio in patria, come un altr-ove nell'ove. Ci passi dentro e capisci - ecco il pretesto - che c'è un invisibile cordone ombelicale che tiene in contatto la vita con le sorgenti della vita, dove non può che scorrere piacere, qualcosa di buono. E quel qualcosa di buono e di infinitamente piacevole o, meglio, di piacevole senza interruzione, lo puoi trovare anche qui.
Qualcuno ha detto che "nessuno potrebbe stare a questo mondo un giorno intiero senza che un filo di piacere gli scenda dentro e gli salga alla mente...".e a partire da qualsiasi tipo di esperienza, la vera e anche la virtuale, perché no.
(...) nessun sentiero prima che qualcuno lo lavori con l'asfalto per farne tracciato e direzione obbligati è a senso unico; non ho ancora trovato, osservando un po' la vita vivendola, punti di non ritorno ....
venerdì, settembre 24, 2004
giovedì 23 settembre 2004
E quando mi sveglio che è tutto silenzio intorno (accade RARAMENTE, ma accade che io vergognosamente mi addormenti davanti al televisore sul divano...guai se usate questa confessione contro di me!) e quando sento il lamento del pc rimasto acceso e dimenticato (vediamo prima che cosa ha scritto il mio amico Roberto-NULLA e Deli- NULLA e unadriade-NULLA, e genio- NULLA), e quando prima di ridare il buio ai cristalli liquidi passo a vedere che magari c'è qualcosa su bimbidiblog, solo allora capisco la vera ragione di tutto questo vagabondare insonne. Solo per ascoltare due o tre volte consecutive la ninnananna sottofondo musicale del blog. Per questa antica cantilena* , fatta di rime e di nonsenso e di pace. Ci tornerò là ogni sera prima di addormentarmi. Per ridare ai miei occhi stanchi di crudo realismo un po' di incanto. Ora la so tutta, piccolo Raffaele preparati che prestissimo la cantiamo insieme.
(* ninna nanna barberino, di caterina bueno)
venerdì 17 settembre 2004
Correggo immediatamente il mio copia-incolla che nel post precedente mi era solo parzialmente riuscito. Grazie ancora Daisy e Roberto.
Quanti fiori decadono nel bosco
o periscono dalla collina
che non ebbero in sorte di conoscere
il loro splendore!
E quanti affidano un seme senza nome
a una brezza vicina,
ignari del dono scarlatto
che donerà ad altri occhi .(E. Dickinson)
giovedì 16 settembre 2004
Daisy, l'adorabile Daisy, mi ha scritto:
a tutti gli autori e le autrici di scritti che mi emozionano vorrei dedicare le parole di Emily:
Quanti fiori decadono nel bosco
o periscono dalla collina
che non ebbero in sorte di conoscere
il loro splendore!
E quanti affidano un seme senza nome
a una brezza vicina,
ignari del dono scarlatto
martedì 14 settembre 2004
lunedì 13 settembre 2004
giovedì 9 settembre 2004
Ho dovuto sfoltire il mio pc, così ho ritrovato per caso questo scritto, che stavo quasi per cestinare. Non so chi me lo abbia inviato, non so chi lo abbia scritto. Dedicato a tutte le mie care amiche blogger.
A tre anni Lei si guarda e vede una Regina.A otto anni Lei si guarda e vede Cenerentola. A quindici anni Lei si guarda e vede una Brutta sorella: "Mamma, non posso andare a scuola con questo aspetto qui!..."A vent'anni Lei si guarda e si vede: "troppograssa/troppomagra/troppobassa/troppoalta, con i capelli troppolisci/tropporicci", ma decide che uscirà di casa lo stesso. A trent'anni Lei si guarda e si vede: "troppograssa/troppomagra/troppobassa/troppoalta, con i capelli troppolisci/tropporicci", ma decide che non ha tempo di sistemarsi e che uscirà di casa lo stesso. A quarant'anni Lei si guarda e si vede: "troppograssa/troppomagra/troppobassa/troppoalta, con i capelli troppolisci/tropporicci" ma si dice: "almeno sono pulita", ed esce di casa lo stesso. A cinquant'anni Lei si guarda e si vede "esistere" e se ne va dovunque abbia voglia di andare. A sessant'anni Lei si guarda e ricorda tutte le persone che non possono più nemmeno guardarsi allo specchio. Esce di casa e conquista il mondo. A settant'anni Lei si guarda e vede saggezza, capacità di ridere e saper vivere, esce e si gode la vita. A ottant'anni non perde tempo a guardarsi; si mette in testa un cappello color porpora ed esce per divertirsi con il mondo.
mercoledì 8 settembre 2004
lunedì 6 settembre 2004
lunedì, settembre 06, 2004
Oggi mi ripeto: ci sono blogger che scrivono post fantastici, e gli arrivano 3 commenti. Mistero E poi c'è UNO SCRITTORE DA PREMIO. Qui non è obbligatorio lasciare commenti, me riceve a migliaia. Come dice una sua fan, è "l'unico blogger al mondo di cui si sparge la notizia di un nuovo post via sms!!!!!!!!!!!!" |
sabato 4 settembre 2004
mercoledì 1 settembre 2004
Fra chi blogga ci sono altre mamme, e io le immagino un po' confuse, come me, sull'educazione sentimentale da trasmettere in qualche modo, con le parole o con l'esempio diretto, alle figlie e ai figli. Glielo diciamo, LAICAMENTE, che "vissero felici e contenti" (e sessualmente felici - sia LUI, sia LEI * -dentro le mura di casa) è una formuletta ancora valida ? Mah... Io credo di sì, ma io sono anche una che crede nell'utopia...
*i tempi e il linguaggio dell'erotismo femminile: e chi glieli insegna ai ragazzi? CHI? Quanti ragazzini crescono convinti che l'egoismo maschile sia in fondo una cosa "normale" ? Quante ragazzine pensano che sia giusto prendere poco piacere e darne in compenso tanto? Poi però, quando saranno donne, avranno ogni sera nel letto un misterioso mal di testa...vendetta di un corpo stanco di non ricevere.
lunedì 30 agosto 2004
giovedì 26 agosto 2004
Ebbene, se qualcuno nei prossimi giorni volesse venire a trovarmi, io sarò...qui!
Intanto voi magari prendetevi il tempo di leggere per intero questo blog.
Credo di aver trovato il nome, mi è stato suggerito questo pomeriggio. E' semplice, quasi banale, però dovrebbe funzionare: SMILE
martedì 24 agosto 2004
Qualcuno conosce un piccolo albergo sul mare nei dintorni di Pescara? E' l'unico posto "vicino" dove nei prossimi giorni splenderà il sole, e io vorrei andarci. Scusate, ma 'sto blog servirà pure a qualcosa di PRATICO ;)
venerdì 20 agosto 2004
Qualcosa di mio. Di mio mio...hmmm. Dovete immaginarmi con un abito abbastanza elegante, ma portato sportivamente. Che indosso alla "oui je suis Catherine Deneuve". Così nessuno se n'accorge, dei mei occhi che hanno appena pianto.
lunedì 16 agosto 2004
Prove di coraggio: Tamino e Papageno. Provo simpatia per entrambi, è adorabile Papageno quando si arresta terrificato di fronte alle prove. Ma il mio amore è per Tamino. (Mozart, Il flauto magico). Per non allontanarmi troppo di corsa dall'argomento ho pensato di sottrarre con dolcezza un post a Rita. (p.s: un saluto a tutti da N.Y)
Amore caro
- Quanto costa?
- Una vita.
- Lo prendo.
(RitaMazzocco - Brevissimi © 13agostozero4)
mercoledì 11 agosto 2004
Era un falso allarme!Grazie a mio figlio, che qualcosa capisce, lui... (Elena consolati, cresceranno anche i tuoi bimbi, loro capiscono questi qua che parlano di computer nei blog con parole strane)
Ripenso ad Aprile, scritto dai mio Joseph Roth. Il protagonista è solo, il suo treno è in partenza. Sono queste le ultime righe del racconto di una storia d'amore impossibile, lo si capiva da subito, ma lui si credeva più potente dell'evidenza:
Nello scompartimento mi parve che avessi il dovere di piangere. Invece ridevo, vedevo nei campi un pastore che batteva il suo cane, un casellante con segnale che s'irrigidiva sull'attenti, sua moglie che stendeva i panni ad asciugare e un piccolo carretto che barcollava su un viottolo. "la vita è molto importante-ridevo. "molto importante!" e partii per New York.
martedì 10 agosto 2004
venerdì 6 agosto 2004
Sull’ultimo post dell’amica melusina ho trovato...
Matilde è rimasta con la penna a mezz’aria, assorta.
Iorandui aggiunge: “Sapete che in spagnolo aspettare si dice esperar? Che è insieme sia aspettare che sperare. Sperare d’altra parte vuol dire aspettare qualcosa che si desidera avvenga. Sembrerebbe allora che noi speriamo nella realizzazione dei nostri desideri, e così aspettiamo. Quindi mi piace dire esperar, che mi fa pensare ad attendere con fiducia che qualcosa accada. Ma occorre far attenzione, occorre aspettare senza aver troppo definito la forma finale di quel che desideriamo. Che se no è come se avessimo già in mano una risposta prevedibile, come se nulla di inaspettato potesse accaderci. Dunque mi pare che occorra aspettare senza aspettare. Come dice un saggio orientale:Pur senza intenzione nulla rimane non favorito.
martedì 3 agosto 2004
CONCORSO DI IDEE. Si cerca un nome per un oggetto. Un oggetto astratto perchè è un luogo di incontro, di idee e di cultura. Concreto perchè dentro questo luogo ci saranno anche cibi e giochi e salette cinematografiche (dvd-grafiche) molto piccole.Sarà destinato a tutte le persone che amano uscire di casa per andare per un pao d'ore in cerca un posto BELLO, gradevole, rilassante, allegro, rumoroso, silenzioso, movimentato, tranquillo. Voi mi regalate un bel nome? Il vincitore (la giuria sono io e non sono previsti ricorsi ) avrà diritto ad una partita di bowling e ad un piattino di lasagne fatte in casa.
lunedì 2 agosto 2004
domenica 1 agosto 2004
Nel blog di imagination una poesia che vorrei dedicare. Raramente io leggo le poesie nei blog : mi annoiano un po', ma non questa.
Come un timido refolo di vento
mi hai sfiorato
nell'acqua stagnante
dove giaccio
come un tronco arenato
inzuppato di pensieri
imputriditi.
Stanco e disilluso,
affondato nella mota dei ricordi
ho cercato di fuggire
alla presa impetuosa
della tua mente...
ma il soffio incoraggiante
delle tue parole
mi ha spinto nella corrente,
lungo il flusso spumeggiante
del fiume della vita.
Barcollo timoroso
ma nella tua stretta
c'è una forza dimenticata
che non conosce ostacoli
e all''improvviso inebriato,
mentre spingo sul fondo
brandelli del passato,
abbraccio l'orizzonte sereno...
Non so dove mi porterai,
nè per quanto navigheremo
ma mi stringo forte a te
riportato a nuova vita
(Christian Jorgensen)
mercoledì 28 luglio 2004
lunedì 26 luglio 2004
Sono tornata, ma troppo pigra per scrivere qualcosa : caldo e stanchezza da ...troppa vacanza?
A presto, un abbraccio e...scusatemi
martedì 6 luglio 2004
sabato 3 luglio 2004
Giorni intensi, tutto in movimento, nessuna certezza. Nel blog di Daisy trovo il suggerimento che fa al caso mio: entro mezzogiorno avrò in casa qualche CD nuovissimo con musiche di Mozart.
Daisy, che ha pur sempre il blog che preferisco (mi identifico? trovo che lì ci sia il senso poetico che cerco nella scrittura?La sento un po' simile a me? Non si sa, mistero...) nel suo ultimo post è musicale:
“Quando, nella mia vita, tutto sembra immobile e destinato a collassare su sè stesso, allora chiamo a raccolta le ragazze di Mozart.
Mi riapproprio della loro progettualità gioiosa, smaliziata e ironica. E lascio che la musica di Mozart sfiori, con un colpo di bacchetta magica, giornate in cui nulla vuole succedere, e ogni attesa appare vana e fuor di luogo.
La musica di Mozart è armonia dell'attesa realizzata.
Perchè la vita è mutamento, imprevedibilità, sorpresa, rinascita.”
lunedì 28 giugno 2004
L'errore, l'inghippo...caro giuncomormorante io non ho risposte. Ma prego i signori che ogni tanto passano da queste parti di andare di corsa da Menelao , perchè urge una giustificazione MASCHILE accettabile. (guardate che poi corro a controllare :-)) Eccolo qui, il suo disperato appello:
“Mi chiedo perché gli uomini non frequentino il mio blog.
E me lo chiedono talvolta alcune amiche “virtuali”...
Forse capita alla maggior parte dei blog “maschili”. Almeno, così mi pare.
Mi riferisco – ovviamente – ai blog di tipo personale, non a quelli dedicati a temi sociali, politici o roba del genere.
Io devo dire che provo ogni tanto a lasciare messaggi in blog scritti da uomini, ma solo assai di rado mi vengono a fare visita e comunque scompaiono subito.
Al contrario, ho notato che gli uomini scrivono quasi esclusivamente su blog femminili.
Mentre le donne – pur frequentando molto i “diari virtuali” degli uomini, come il mio – sono molto presenti anche in quelli delle donne: si confidano, commentano, interloquiscono.
Perché?
Credo che le donne siano più abituate degli uomini a confidarsi tra loro. E che siano più spontanee nel farlo. Sia nella vita reale che in quella virtuale.
Noi maschietti siamo invece più chiusi tra noi, timorosi di lasciarci andare, di mostrare i nostri sentimenti (perché consideriamo questa apertura un segnale di debolezza, più o meno consapevolmente). Mentre siamo più presenti in quelli femminili sia perché riproduciamo lì il tipico stile di corteggiamento maschil
perché, in genere, è più facile che un uomo si confidi con una donna che con un suo simile piselluto (sarà colpa o merito delle nostre mamme?).
Tutto sommato, tuttavia, è un peccato che gli uomini (io compreso) non riescano ad aprirsi con i loro “simili”.
Siamo troppo concentrati, volenti o volenti, sul nostro amato pistolino ...
Ricordo che nei tempi d’oro della politica movimentista e giovanile (tra anni ’70 e ’80), sull’onda delle “mode” anglosassoni, erano nati anche in Italia e anche nel giro della mia università i “gruppi di autocoscienza maschile” (imitazione di quelli, ben più robusti e radicati, femminili-femministi).
Ce la menavamo sui nostri rapporti con le “nostre” donne (femministe “primitive” e “cattivissime”).
Finché, almeno nel mio giro, realizzammo che ci dicevamo le stesse cose che ci saremmo detti al bar, giocando a flipper o a biliardo.
Cosicché ci trasferimmo di nuovo nel Bar dello Studente. Dove lodavamo le nostre conquiste (vere e presunte) e nascondevamo i nostri insuccessi (frequentissimi). Come da copione.”
domenica 27 giugno 2004
Passando da Brian leggo fra i commenti: "si legge come scivolando giù per una discesa"
A dirlo è aitan, e ha ragione, perchè i racconti di Brian li leggi davvero con questa sensazione addosso.
E allora che si fa : si va immediatamente al blog di aitan:
“MANICURE"
Smise di mangiarsi le unghie e torturarsi la pellicina delle dita solo quando si sposò.
I primi anni furono bellissimi: le mani sempre curate, le unghie smaltate di rosa corallo, i capelli di tutto punto e la pelle profumata di glicine, sandalo e violette. Fu bellissimo, anche se la figlia bionda, rotonda e dalle mani affusolate che lei desiderava, tardava a venire; non veniva; pareva non volesse venire affatto.
Col tempo il leggero malessere montò in nostalgia, in malinconia, in vuoto; fino a sprofondarla nella più cupa disperazione e a ricondurle le mani in bocca; come fossero fatte della stessa materia delle tette, delle tettarelle o dei cazzi.
Col tempo, il marito rientrava sempre più tardi; talvolta se ne stava tutta la notte chissà dove, e lei, con lo sguardo fisso nel vuoto, sprofondava immobile nella poltrona di fronte alla finestra con l'indice e il medio stretti fra i denti. Ormai non profumava più di violette, la sua pelle non esalava afrori di sandalo e glicine; ogni giorno era sempre più trascurata nell'aspetto, nei capelli, nelle unghie e sulle mani. Ed il marito non le rivolgeva più la parola; e nemmeno uno sguardo.
Due anni dopo, fu un estraneo a fare le valigie ed andare via senza lasciare alcuna spiegazione, e lei riprese improvvisamente a gustare il senso di ogni cosa. Subito fu sopraffatta dalla sapidità di polvere, escrementi, cibo, epidermide e tabacco che si nascondevano nei recessi delle sue unghie. Quando le sfregava sull'apice dei denti, sembrava non ci fosse alcunché da sentire; ma appena la lingua andava a ripulire lo strato polveroso che si era attaccato tra gli incisivi e il molare, riusciva a distinguere perfettamente ogni profumo che le era passato per le mani nel corso del giorno. Soprattutto risentiva il sapore inebriante di sé stessa e precipitava nei ricordi di un'infanzia in cui si rivedeva sorridente, confusa e felice.
Ma presto si rese conto che non le bastava sfregare quegli artigli sugli incisivi inferiori. Se avesse voluto continuare con le sue visioni, avrebbe dovuto poggiare le unghie sui denti e dare piccoli, continui morsetti fino a sminuzzarle e polverizzarle, come quando era bambina. E così fece, inebriandosi di ricordi e visioni per diciassette giorni.
La prima volta che la vidi, era riversa sul pavimento priva di sensi, con la mano insanguinata distesa lungo il corpo. E nel vederla me ne innamorai di colpo, come attraversato da fulmine o saetta.
Le curai con amore la pelle e le falangi ormai del tutto prive di unghie. Me la cullai tra le braccia fino al risveglio. Le carezzai il viso e le leccai le dita ad una ad una.
Ora, mentre scrivo, lei ride con la mia sinistra in bocca e mi chiede di lasciare penna e fogli per poter riassaporare il gusto dell'indice della mia mano destra. Le chiedo di non strapparmi le pellicine tra i denti e butto via la penna
I COMMENTI…scelgo quello di zaritmac
“Lo sai, che in fondo, dentro di me, ne sono convinta anch'io. Lo sai che cammino col naso avido di vento sfidando persino la primavera pur di fiutare l'odore della vita, tenerlo in una bottiglia spessa come l'anima, fragile come un cuore.
Ricamo di notte, antiPenelope, le tele che disfaccio di giorno, e per distrarmi mi concentro sui sogni. Quelli ribelli, quelli che sfilano anche su palpebre aperte e ci ballano per rallegrare la veglia. Sai cosa danno più spesso in questo teatro delle ombre? "Odore di una capitale europea in provincia". Mi piacerebbe andarci, tornarci e scordare il resto. I desideri sono tappi, sai? Sugheri per tenere ben chiuse e al sicuro le fragile e preziose bottiglie in cui custodire la vita. La vita; anche quando una la guarda e non le piace affatto la tinta che ha, e appaiono così volgari cinque lettere per definirla...
In fondo a me ci credo, sai? Se tendi le mani puoi prendere il biglietto. Ti invito alla prima, apri gli occhi e preparati: sarà anche per te l'anteprimissima del prossimo sorriso. In cui io credo. Perché io ci credo, sai?
E non mi mangio le unghie. Mai. Mi servono lunghe. Per tenermi ben salda e restare sul ponte aggrappata. A navigare ancora. Magari nel blu. Blu svedese...”
E adesso, in estasi per non essermi dimenticata di togliere al momento giusto la torta di pane dal forno, posso finalmente andare a curiosare per la prima volta il blog di zaritmac ( curiosa, curiosa, curiosa…conoscete benissimo la sensazione che si prova quando si passa un’intera mattinata fra le bancarelle dei blog..)
venerdì 25 giugno 2004
Per molte di noi è quasi ..normale, che certi amori facciano piangere. E normale rimanere impigliate nelle storie d'amore che fanno piangere, e aspettare che quell'amore non le faccia finalmente un giorno - non importa se un lontanissimo giorno- più piangere. Dedico questo promemoria di Marquez, trovato da Piasquania, a tutte le donne che credono di meritare altro che lacrime. E a me che sono felice.Oggi.
Nessuno
merita le tue
lacrime.
E chi le merita
non ti farà mai
piangere.
G.G Marquez
ECCO QUA, ora provo a seguire le indicazioni di Alberto (grazie paziente Alberto) , lo faccio dopo aver per errore cancellato la bellissima barzelletta sulla rana e l'ingegnere . Però Alberto non posso più ripostarlo lÎ, dov'era prima, nella sua giusta data...
dal mio amico Roberto ho modo di tornare subito seria: "In questa notte scura, qualcuno di noi, nel suo piccolo, è come quei "lampadieri" che, camminando innanzi, tengono la pertica rivolta al'indietro, appoggiata sulla spalla, con il lume in cima. Così il lampadiere vede poco davanti a sè, ma consente ai viaggiatori di camminare più sicuri.Qualcuno ci prova. Non per eroismo o per narcisismo, ma per sentirsi dalla parte buona della vita..."
alle 15:28 del 24 giugno, 2004
Anzi, credo che il problema sia la frase copiata in questo post: ti consiglio di cancellarlo, ricopiare questa frase su un file Notepad (o .txt, o documento di testo, o blocco note...) e da lì ricopiarlo sulla schermata di splinder per poi ripostarlo...
fammi sapere
Alberto
astanchi (http://sofia.splinder.it)
alle 15:23 del 24 giugno, 2004
Mirella, mi sa che hai giocato un po' troppo con il template... Urge cura "dimagrante"!
Alberto
astanchi (http://sofia.splinder.it)
alle 13:05 del 24 giugno, 2004
Oh, la frase è di Tom Benetollo...
Ciao Mi
carnesalli (http://carnesalli.splinder.it)
alle 22:42 del 23 giugno, 2004
Bella davvero (ma scusa, cos'è successo al tuo blog: mi sembra che tenda ad allargarsi..)
melusinach (http://melusinach.splinder.it)
alle 20:15 del 23 giugno, 2004
per fortuna ci sono queste persone, anche se sono poche. molte di più quelle che illuminano davanti a sé lasciando dietro il buio più assoluto.. ciao mirella! cinzia
cioccolatamara (http://cioccolatamara.splinder.it)
alle 18:53 del 23 giugno, 2004
E' bellissima...un po' malinconica, ma di quel malinconico che ti lascia comunque un sorriso dolce sulle labbra :) Grazie per aver condiviso queste bellissime parole con noi! Un abbraccio!
ragdoll (http://ragdoll.splinder.it)
giovedì 24 giugno 2004
"...cancellarlo, ricopiare questa frase su un file Notepad (o .txt, o documento di testo, o blocco note...)
…giocato un po' troppo con il template.."
abbiate pietà di me, non ho capito NULLA.
Riprendere un post per correggere come si fa? Un copia-incolla su Word e poi pubblicare di nuovo?
E cancellare quello vecchio rischiando di perdere tutti i commenti? (sono un disastro)
Grazie ancora Roberto (lui è un lampadiere) per aver riportato sul tuo blog* la frase di
Tom Benetollo , che a mia volta ho ricopiato sul mio post citandoti.
Belli i vostri commenti…
*http://carnesalli.splinder.it/
venerdì 18 giugno 2004
mercoledì 16 giugno 2004
Stipiamo negli occhi così tante bellissime scritture, quasi ogni sera, e meno male che sappiamo finalmente destreggiarci, scegliere e scartare con fiuto formidabile. E qualche volta scopri artisti autentici, come questo signore, che scrive un racconto ispirandosi ad un quandro rubato a Gabriella. Due artisti in un sol colpo.
martedì 15 giugno 2004
ne varrà la pena:
gintoxic : http://wwwwwwwwwwwwwwwwwww.splinder.it
"E' strano..la cosa piu difficile quando ci si smarrisce e' riuscire ad alzare gli occhi dal sentiero per guardare le stelle." (è sua anche questa e mi piace condividerla con chi passa da qui)
giovedì 10 giugno 2004
Trovato per caso, passando dal blog di una giovane sognatrice . Un omaggio a lei, che è bravissima, e dedicato alla mia adorabile figlia adolescente.
sorelle della luna e spose del sole.
Intrecciamo fiori e nuvole e ne facciamo corone per i più piccoli,
ci copriamo il capo col mantello del cielo stellato
e non abbiamo paura di accettare ciò che il vento ci sussurra.
Sentiamo la silenziosa musica della natura,
danziamo su prati baciati dalla rugiada,
gli alberi come unici testimoni della nostra festa,
la vita che scorre come linfa nelle vene.”
mercoledì 9 giugno 2004
domenica 6 giugno 2004
creatasi tra blog affini, ho scoperto un'Italia sommersa, pura, lontana
da quel paese furbo ed arrogante che si può incontrare per strada,
negli uffici, nelle stanze dei bottoni. Grazie a coloro che hanno la bontà
di visitare il blog e di linkarlo. "(Fuoritempo)
giovedì 3 giugno 2004
"Ci vuole molto tempo prima che le persone trovino la loro faccia. Non sembrano nate col loro viso, con la loro fronte,col loro naso, coi loro occhi. Acquistano tutto con l'andar del tempo, ed è una cosa lunga, si deve aver pazienza finché non hanno cercato e messo insieme quel che va bene". (Joseph Roth, Fuga senza fine)
Nulla di meglio (ma meglio di Roth è comunque difficile) , sono giorni di stanchezza fra i blog che frequento: che sia un virus?
lunedì 31 maggio 2004
"Leggiamo, leggiamo...Le navigazioni nel virtuale, dopo i primi tempi in cui si procede un po' a vista ed in balia della sorte, riescono progressivamente e quasi magicamente a trovare sempre la rotta giusta. Sarà che si sviluppa quel sesto senso che consente di comprendere a fiuto e al volo i blog su cui merita soffermarsi?"
ma guarda un po'...questa l'ho trovata fra i commenti di fuoritempo :-) Qui riportata ascoltando Nino Rota.
domenica 30 maggio 2004
Qui ho trovato:
“Di notte il passato si vede meglio che non di giorno”
sabato 29 maggio 2004
venerdì 28 maggio 2004
Ho cancellato l'aforisma (alias la grande cavolata) su fantasticare e progettare, perchè non sono stata capita! Lo dico diversamente, allora: ho un progetto magnifico, mi piace nutrirlo, averne paura, ritrovare fiducia, vederlo crescere anche di vita propria, sentire attorno a me amici che mi sostengono, e non solo amici, che portano idee aggiunte, e adoro fantasticare su questo progetto persino l'inverosimile, che poi sarà dolcemente ridimensionato, ...e la sensazione di aver già superato il punto di non ritorno. Domani mattina appuntamento con l' Architetto, ore 10.00 . Tailleur di seta rossa. (1-continua...... )
http://unadriade.blog.excite.it/ , un semplice richiamo.
sabato 22 maggio 2004
Vorrei organizzare due giornate sul tema "il lavoro come valore da salvaguardare" (e non solo come contratto e salario) Qualcuno - il potere economico, la globalizzazione, uno schieramento incredibile di manager incapaci - sta demolendo in grande stile e in ogni campo il piacere di lavorare, sta cinicamente demotivando chi lo ama, il proprio mestiere. Piccoli e medi e grandi capi –superpagati, supervezzeggiati dal potere politico - che stanno sottoponendo i loro subalterni ( usano ancora questo termine, mica gli piace la paola “colleghi”) , ad uno stress crescente da iperlavoro, dentro uffici inquinati d’invidia e qualunquismo becero e ruffiano. Ma chi lo può fermare, questo demone,se non una forza compatta di solidarietà fra lavoratori di tutti i settori nelle piazze ? Contiamoci: almeno numericamente la forza sta dalla parte di chi sta subendo. Vi assicuro che io non sento altro, da qualche mese a questa parte: storie di persone demotivate, al limite della sopportazione. Qualcuno sta davvero già cedendo. Che cosa mi dite: i lavoratori scenderebbero in piazza, dimenticando le questioni sindacali storiche, per introdurre una lotta nuova e urgente, quella per il mantenimento di una dignitosa bellezza del lavoro?
"Ovunque sia fervida la vita psichica ed esista il piacere, nel senso più alto della parola, ovunque si innalzi quel fuoco ardente o quell'entusiasmo spirituale, vi sono sempre persone che cercano di distruggere tutto con l'invidia o le critiche, e questo è un aspetto del vero male". (Marie Louise Von Franz, L'ombra e il male nella fiaba, Bollati Boringhieri)
venerdì 21 maggio 2004
Di me potrei dire …nulla di veramente interessante, stasera. Ma posso segnalarvi qui sotto un paio di cose appena lette sul blog di
Troppo intelligente (per me)
Questi sono tutti piccoli fatti, che ognuno può rimontare come crede. Con un blog si possono costruire complotti di tutti i gusti e le dimensioni. Invece io volevo fare un ragionamento a valle. Lasciamo perdere i complotti e gli indizi. Diamo tutto per buono. Accettiamo che il “Numero Due” di Al Quaeda abbia barbaramente decapitato un prigioniero, e diffuso il video su internet. E veniamo in Italia. Il discorso che volevo fare è su certi quotidiani che vanno di moda adesso. Li chiamano: “Quotidiani intelligenti”, e io mi sono spesso chiesto il perché.
La spiegazione che mi sono dato è questa: data come premessa (a) che gli intelligenti sono la minoranza della popolazione (ma è davvero così scontato?), e la premessa (b) che questi giornali non se li fila nessuno, si formula l’ipotesi (c) che per leggerli bisogna essere persone davvero intelligenti.
A questo punto uno si aspetta pagine densissime, articoli con rimandi a pie’ di pagina, citazioni da Kant e Heidegger. Fortunatamente le cose non stanno così. I “Quotidiani intelligenti” sono molto più ariosi, di lettura tutto sommato scorrevole. Un sacco di rubrichine simpatiche dove si parla del più e del meno (magari più del meno che del più), un sacco di tormentoni divertenti, qualche editoriale trombone, ma tutto sommato più breve della media della produzione giornalistica nazionale. E allora cosa c’è di tanto “intelligente” in questi qui? Il modo in cui succhiano sovvenzioni statali? Bastasse questo, saremmo il popolo più intelligente del mondo.
Il caso Zarkawi-Berg ci dà una parziale spiegazione. Uno si potrebbe aspettare che un “quotidiano intelligente” non si fermasse all’esibizione del filmato, ma che tentasse di scavare un po’ intorno: in fondo basta curiosare un po’ su Internet, anche copiando, come ho fatto io.
Invece no. I “Quotidiani intelligenti” si soffermano sull’orrore, sulle barbarie. E raccomandano la visione integrale del video. Sul serio. Bisogna vederlo tutto per capire, dicono. Per dire, se uno a metà della decapitazione si stanca, avrà capito la barbarie solo a metà. No, deve farsi forza e capire per intero. Antonio Polito, direttore del Riformista:
Consigliamo a tutti di guardare il video della decapitazione dell'ostaggio americano, che circola su Internet. Bisogna guardare in faccia l'orrore, anche se non è degno dell'umanità degli occhi che lo guardano. Quella testa mozzata a fatica, con tutto il lavorio fisico che comporta, e il tempo che ci vuole, e l'abisso in cui sprofonda un po' alla volta, nella più odiosa delle torture, la vittima, è in fin dei conti la ragione per cui l'Occidente è in guerra con il terrorismo islamico.
Tutto questo mi ricorda un film. No, non Arancia meccanica, no.
Un film apparso nelle sale italiane verso Pasqua, quel film che andava visto perché mostrava finalmente la crocefissione di Nostro Signore “as it was”, “com’era veramente”. Col sottointeso: se non l’hai ancora vista, come fai a capire quanto deve aver sofferto? Bisogna tenere gli occhi sbarrati su legnate, fustigazione, chiodi ribattuti, costole tirate e incrinate: sennò “non puoi capire”.
La stessa cosa con Nick Berg: finché non vedi il suo collo mozzato, “non puoi capire” quanto sia cattivo l’Islam. Ma sul serio. È inutile che leggi giornali, studi la storia, navighi su Internet… sciocchezze. Devi guardare. Se non guardi, non hai capito. Pacifisti e antiamericani guardino quel video, poi decidano qual è il problema del mondo.
Di colpo mi metto a ricordare a tutti i film splatter che “bisognava guardare” quand’ero ragazzino, e non valeva coprirsi gli occhi con le dita: se non guardavi ogni sgozzamento a occhi spalancati, non eri un uomo. Soltanto così potevi “capire” veramente.
E poi, ancora più a ritroso, nell’infanzia, ricordo i primi libri che ho sfogliato. Erano pieni di figure. Infatti erano per bambini. A quei tempi si pensava che “le figure” fossero per “i bambini”, e le parole per gli adulti. Si pensava che la Bibbia non fosse adatta alla tua età, e allora ti davano “la Bibbia a fumetti”. Col tempo si cresceva, e le illustrazioni si diradavano. Crescere significava passare dall’immagine alla parola. Riuscire a capire le parole, e non solo le immagini. Non solo, ma riuscire ad associare emozioni anche alle parole.
Per cui, se sono adulto e mi dicono che Gesù Cristo è morto in croce per i miei peccati, io dovrei riuscire a commuovermi senza “vedere” i chiodi, senza “vedere” il sangue, senza per forza contare le frustrate…
…e se mi dicono che da qualche parte un fanatico ha tagliato la testa a qualcuno con una sega circolare, io dovrei riuscire a inorridire senza vedere una sola immagine. Dovrebbero bastarmi le parole, le nude parole: “tagliato la testa”, “sega circolare”. Se fossi un adulto.
Ma per i quotidiani intelligenti non basta. Per Giuliano Ferrara, non basta. Devo guardare. Fino all’ultimo, sennò non capisco. Per Filippo Facci, addirittura, dovrei guardare e riguardare tutti i giorni, sennò rischio di dimenticarmi:
Immagini come i corpi precipitati dalle Twin Towers o le teste mozzate - nostra opinione - andrebbero riguardate ogni mattino perchè possano scuoterci come l'acqua gelida del lavandino, prima che ci si rivesta all'occidentale e si torni a pascolare l'orticello quotidiano che riteniamo immune; l'ufficio, il weekend, l'assicurazione da pagare, le rate alla Enzo Biagi, la Domenica Sportiva, il nostro giornalismo impiegatizio.
E allora forse ho capito cosa sono i Quotidiani Intelligenti – e i giornalisti intelligenti.
Sono giornali che confondono “la visione” con la “comprensione”? No.
Sono voyeuristi in buona fede che non capiscono la differenza tra “occhio” e “cervello”? macché.
Sono ingenuotti che non hanno capito che un’immagine digitale è arbitraria quanto una parola, se non di più? No, figuriamoci.
Sono, semplicemente, persone convinte di essere quello che pretendono di essere: intelligenti.
E siccome loro sono intelligenti, noi siamo dei cretini.
E siccome siamo cretini, dei bambinoni, inutile convincerci con i discorsi, le parole. No. Immagini, ci vogliono. Il Gesù Cristo Splatter. La storia del Medio Oriente a fumetti. Questo, ci vuole.
E sangue, sangue come se piovesse. Sangue vero, possibilmente, finto in mancanza di niente. Altrimenti non “capiamo”. Altrimenti non ci “commuoviamo”.
Buon lunedì da un blog che scrive molte parole e ruba banda per pochissime immagini, di solito senza sangue e teste rotte o mozzate. Buona settimana da un blog poco intelligente.
http://leonardo.postblog.com (su indicazione di Melusina) Bello il suo ultimo post, per capire la questione palestinese.
giovedì 20 maggio 2004
Qui sotto vi voglio presentare Desy, ho ciccato il suo blog quasi per caso, incontrato fra i commenti di melusina (ciao cara Mel) : andate alla scoperta dell’incantevole blog di Daisy, fatelo presto :-) http://unadriade.blog.excite.it/
Il Sogno della Bella Addormentata
Quando Rosaspina si punse il dito con il fuso, piombò in un sonno secolare. Sognò la vita del mondo, sognò lune che si avvicendavano ad altre lune, lune ombrose e lune sorridenti, sognò soli che sorgevano ogni mattina a fissare immobili la danza del cosmo...
Sognò il presagio dell' Amore che diventava gioia, e che precipitava nella disperazione, e che dalle sue ceneri rinasceva per volare, più consapevole, e più alto ancora...
E sognò l'Indifferenza, che le si srotolava quotidianamente al fianco, come un serpente nella sua muta di squame impermeabili.
Sognò la Presenza, e sognò l'Assenza.
Sognò il suo essere ramo e radice, fiore e frutto.
Sognò il suo non essere nè qui, nè altrove. Ospite non accolta da nessun ospite.
Sognò di farsi vento, e fuoco, e acqua, e terra.
Sognò di possedere Parole adatte a forgiare il mondo, e sognò di non possedere che vuoti fonemi balbettanti.
Sognò tutto questo, e sognò molto altro, e molto meno, ancora.
Quando si ridestò, sfiorata dalle labbra del Principe, nei suoi occhi rivisse, in un istante, tutto il suo Sogno Secolare.
E allora fu sua, per sempre.
Daisy
Noi davvero NON SAPPIAMO.
Non sappiamo cosa ci fosse nella mente di Hitler, e non sappiamo cosa ci sia nella mente degli esecutori dei crimini recenti in Iraq.
La testimonianza del nostro dolore, e del nostro orrore, innanzi al Volto ambiguo del Male, è destinata quindi ad avere un significato, per quanto alto, solo emotivo.
La logica, qui, non ci è di nessun aiuto.
Tutto, davvero tutto, nelle abbiette vicende irachene ci costringe a fare i conti con quella che è l' impotenza del nostro sentire, del nostro pensare, del nostro volere.
Il che, forse, rappresenta peraltro una lezione di non poco rilievo, e un'opportunità in più per ridefinire, in tutti i nostri limiti, una maniera più "umana" di relazionarci l'uno con l'altro.
Daisy
Lettera che non spedirò
Caro, e Terribile, Amore Mio.
Questa notte non eri al mio fianco, eppure eri dentro di me come mai forse lo sei stato.
Eri sul mio collo, sulla mia bocca, sulle mie spalle, eri tu fino alle caviglie, riverso addosso a me con il peso leggiadro e policromo dei ricordi, che si rifacevano vivi uno a uno, intersecandosi senza ordine, come stelle luminosissime e inafferrabili a punteggiare il buio della mia stanza.
Geniale, e folle, e unico e inimitabile Amore Mio.
Hai portato alla luce quella che ero, hai lasciato che cadessero tutti i rami secchi che non mi appartenevano e mi hai raccolta, nuova, vitale, limpida, fresca, leggera.
Mi hai insegnato a non avere paura del mio istinto, e ad affidarmi ad esso nelle zone lasciate in ombra dalla razionalità più adamantina.
Mi hai fatto comprendere che la tenerezza non è disgiunta dall'espressione della carnalità più estrema ed impetuosa.
Mi hai fatto, anche, conoscere una sofferenza devastante, e non posso non sottolinearlo. Ma...è stato, anche questo, un percorso iniziatico. Una presa di contatto rabdomantica e ipnotica con lande interiori di cui ignoravo l'esistenza, e che il tocco del dolore ha coltivato, e addomesticato, e rese feconde per l'accoglienza di emozioni diverse, solari, nuove.
Al di là del Bene, e del Male.
Non c'è, al di là del Bene e del Male, l'aberrazione della violenza cieca ed egoistica.
C'è la comprensione del reale oltre la dualità.
Dormi con me, Amore Mio.
Dormi, in me, anche se in questo momento sei lontano.
E amami, se puoi, ancora, e ancora di più....fino a che il pensiero di me ti conduca a creare, nella tua anima, un letto di piume in cui custodire il mio ricordo quando sono lontana.
Trattalo con dolcezza, il mio ricordo quando sono lontana.
E fa' in modo che resti sempre limpido, come un lago orientale attraversato da serene ninfee.
Ti amo.
Daisy